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Tannico – risultati 2022

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Guardiamo oggi per la prima volta i “nuovi” conti di Tannico con l’inclusione di Ventealaproprietè.com per tutti i 12 mesi del 2022. Ho volutamente evitato di inserire il bilancio consolidato 2021, tenendo quindi quello di Tannico senza la francese per mostrare le variazioni derivanti dall’inclusione della nuova azienda. Fatta questa premessa possiamo dire che per il secondo anno consecutivo Tannico ha avuto un’evoluzione negativa delle vendite organiche, scese da 33.5 a 31.7 milioni, -5%. Ovviamente, se mettiamo insieme anche la francese arriviamo a un fatturato totale di circa 70 milioni (non sappiamo quanto fatturava Ventealapropriete nel totale 2021 per fare un confronto). Non si tratta però di un andamento anomalo, o perlomeno abbiamo recentemente commentato i dati di Callmewine che anch’essa ha subito un calo del 5% nell’anno. L’azienda nel suo insieme ha bruciato 6.4 milioni di euro di cassa e mostra un debito di 1 milione a fine anno, con gli azionisti che hanno contribuito con 3 milioni circa. Ricordiamo che sebbene questi dati siano consolidati con Ventealaproprietè al 100%, la quota di possesso è del 69% e che il 31% sarà probabimente acquisito nel 2024 con un prezzo stimato allo stato attuale di 22 milioni di euro. Ciò richiederà un ulteriore contributo degli azinionisti (LVMH 51%, Campari 49%). Passiamo a un breve commento dei dati, anche focalizzandoci sul “prima” e “dopo” acquisizione.

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Callmewine – risultati 2022

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Callmewine è la prima azienda di ecommerce di vini che recensiamo nel 2022, in attesa del bilancio consolidato di Tannico. Callmewine è come sapete detenuta per l’80% da Italmobiliare, la holding di investimenti della famiglia Pesenti. Nel 2022 l’attività ha risentito del ritorno alla normalità post Covid e le vendite sono calate del 5% a 16 milioni di euro, interamente da imputare all’attività italiana. L’azienda si sta strutturando (ha ora 21 dipendenti) e ha aperto recentemente nel Regno Unito la sua prima succursale. I margini di profitto, inteso come differenza tra le vendite e il costo delle merci vendute è leggermente migliorato nel 2022 ma ciò non ha compensato il calo delle vendite e l’incremento dei costi, talchè Callmewine ha bruciato circa 2.7 milioni dei 3.8 milioni di cassa che aveva a fine 2021, restando quindi con 1.1 milioni, complice oltre alla perdita di 1.2 milioni di euro anche il peggioramento del capitale circolante e gli investimenti. Italmobiliare nel suo bilancio 2022 così si esprime sulla strategia della sua controllata: “Grazie allo sviluppo del concept del sommelier personale online, Callmewine è riuscita a raggiungere un pubblico sempre più ampio, che in una piattaforma online ricerca non solo la possibilità di un acquisto a prezzi competitivi, ma anche un supporto per la selezione dei migliori vini, da occasioni speciali e da consumo quotidiano. Callmewine si caratterizza anche per una selezione di più di 2.700 vini artigianali, biologici e biodinamici certificati, con un particolare interesse verso i vini macerati, gli orange wines e quelli prodotti in anfora. I vini artigianali, rappresentati online dalla fogliolina verde, sono prodotti da piccoli artigiani indipendenti che lavorano le vigne di proprietà secondo i principi di un’agricoltura il più possibile naturale che escluda del tutto l’uso di pesticidi di sintesi, erbicidi o insetticidi. Nella stessa linea si inquadra il sostegno alle piccole cantine, proponendo i loro vini sul mercato a prezzi equi, creando e mantenendo relazioni solide con produttori di nicchia o poco conosciuti, tutte realtà che trovano in Callmewine un partner commerciale e una vetrina virtuale senza paragoni. Il vino è ambiente. Callmewine lo protegge anche con l’attenzione ai più piccoli dettagli operativi, come l’utilizzo di packaging interamente in cartone, 100% riciclabile, e senza ricorso a polistirolo o altre plastiche.”

Passiamo a commentare qualche numero insieme.

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Callmewine – risultati 2021

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In un anno non ovvio per l’ecommerce dopo la sbronza del 2020 supportato dal lockdown, Callmewine è riuscita a crescere quasi del 40%, cominciando a impostare anche una strategia di diversificazione geografica, principalmente in Francia e Germania. Così, le vendite hanno raggiunto quota 17 milioni, circa la metà rispetto al leader di mercato Tannico (prendendo il fatturato esclusa la parte francese acquisita proprio nel 2021). A livello di gestione “industriale” Callmewine ha mantenuto un margine stabile nel 2021 contro il 2020 del 25.5%. Se vedete la serie storica nella tabella sotto noterete che il dato è coerente nel corso degli anni, per un ricarico medio del 33%.

I risultati sono però in peggioramento rispetto al 2020, Continua a leggere »

Naked Wines – risultati 2021/22

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Sono ormai diversi anni che seguiamo con curiosità e, perchè no, “speranza” i destini di Naked Wines, ecommerce inglese di vino che lavora con un modello di business piuttosto particolare, fatto di “abbonamenti” e che si rivolge soprattutto ai piccoli produttori divino. Purtroppo, il 2021 (marzo 2022) è stato un anno negativo per il gruppo. Non che altri ecommerce abbiano fatto meglio, ma in questo caso ci sono diversi segnali negativi. Le vendite crescono del 3% circa, ma il contributo dei nuovi clienti Continua a leggere »

Tannico – risultati 2021

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Concedetemi la battuta: il 2021 per Tannico tende all’astringente. Fatta la battuta che si riferisce all’andamento negativo dell’attività ordinaria dell’azienda (peraltro dovuto a un evento negativo non ricorrente), il 2021 è anche l’anno in cui Tannico ha acquisito il 68% del capitale di Ventealapropriete.com per 32.6 milioni di euro, interamente finanziato dai soci con un contributo praticamente equivalente. I dati che presentiamo oggi non includono la controllata francese perchè Tannico non fa bilancio consolidato. Lo fa la capogruppo Dioniso, che a sua volta detiene la maggioranza (ma non tutto) Tannico ed è detenuta da metà da Campari e LVMH, come forse avrete letto. Attraverso questa operazione Campari ha “opportunamente” deconosolidato dai suoi conti i dati di Tannico, che avrebbero avuto un impatto leggermente negativo.

Ad ogni modo, passando ai numeri del 2021 come dicevamo, non bene. Sicuramente l’ecommerce sta subendo un contraccolpo rispetto al 2020 per il ritorno alla vita normale, ma vedere un calo delle vendite del 10% sul 2020 (comunque +65% sul 2019) fa un po’ strano per un’azienda che si presume debba avere praterie davanti a se. Il problema sembra essere stato il ritardo nell’implementazione di un nuovo magazzino costato 5 milioni di euro, che ha avuto un forte impatto negativo sulle vendite dell’ultimo trimestre del 2021, chiaramente il più importante. Secondo gli amministratori ciò ha determinato un calo delle referenze da 12500 a 4500 e un corrispondente danno al fatturato. Fatturato che cala a 33.5 miloni di euro, di cui 30.2 in Italia (-12% sul 2020 e +60% sul 2019) e 3.3 milioni all’estero (qui si cresce in modo importante).

I margini sono invece allinati con gli anni precedenti, se non in leggero ulteriore miglioramento per quanto riguarda il gross margin, che tocca il 29.3% del fatturato (da 27% pre crisi e 28.9% del 2020) ma cala in valore assoluto e quindi non riesce ad assorbire i costi operativi crescenti (sia contro il 2020 che contro il 2019). Si giunge dunque a un bilancio con una perdita operativa di 4.8 milioni di euro, rispetto a 1.6 milioni persi sia nel 2019 che nel 2020, cui corrisponde poi una perdita netta molto simile.

Nella parte finanziaria, i soci hanno come dicevo sopra finanziato l’esborso per l’acqusizione francese, mentre la combinazione di perdite e investimenti (saliti a oltre 4 milioni di euro, se escludiamo l’acquisizione, per il nuovo magazzino) porta a un deterioramento della cassa netta dell’azienda da quasi 10 milioni a poco più di 3 milioni di euro.

 

 

 


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