Borgogna


La classifica dei grandi marchi di vino nel mondo – aggiornamento 2014

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La classifica del Livex 2014 sui maggiori marchi mondiali del vino di qualità compravenduti dai collezionisti mette per il secondo anno consecutivo al primo posto Pavie, vino di Bordeaux, buono (valutazione media 96/100, tra le più alte della classifica), relativamente poco caro (1884 sterline per cassa contro la media dei 100 vini di 2190) e con un andamento di prezzo piuttosto costante nel tempo (non ha subito le forti oscillazioni dei grandi cru).

La novità più importante è che al numero 3 della classifica c’è Sassicaia (era il 39 lo scorso anno), con un prezzo medio di 1021 sterline per cassa (+5%), un punteggio di 96 e 13 annate trattate sulla piattaforma Livex. E’ la prima volta che un vino non francese fa una apparizione così in alto nella classifica. E’ un segnale importante della rinnovata forza dei vini di alta qualità italiani, che sono balzati all’attenzione di questi trader inglesi anche perchè non riescono più a fare soldi con quelli francesi. Si stanno dunque interessando al vino italiano che mai ha avuto una presenza così importante nella classifica: 13esimo Ornellaia (da 37esimo), 14esimo Gaja (non pervenuto lo scorso anno), 25esimo Masseto (che l’anno scorso al n.33 era il primo italiano), e poi ancora Giacomo Conterno al 31esimo, Bruno Giacosa al 60esimo, Solaia al 62esimo, Tignanello al 76esimo, Macchiole all’86esimo e Guado al Tasso al 100esimo. 10 vini in tutto, contro 7 del 2013 e 9 del 2012.

Andiamo a commentare insieme qualche dato in più.

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Francia, esportazioni di vino – aggiornamento primo semestre 2014

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Oggi ci concentriamo sulle esportazioni francesi del primo semestre del 2014, preparandoci a discutere i dati italiani che l’ISTAT pubblicherà venerdi 11 settembre (i più attenti avranno notato che non sono stati rilasciati i dati di maggio che ma che si passa direttamente a giugno). Ebbene, la stabilizzazione che abbiamo commentato avvenuta nella seconda parte del 2013 si è trasformata in un vero e proprio calo nel 2014, dovuto probabilmente alla cattiva annata produttiva registrata nel 2012, anche se non è stato soltanto un problema di volumi… Se il 2013 si era chiuso stabile (-0.2%), il primo semestre chiude con esportazioni in calo del 6% annuo, che porta il dato sui 12 mesi a -3%. Sfortunatamente per i francesi la categoria che sembra tirare di nuovo di questi tempi è quella dello Champagne (+8%), che però ha una forte stagionalità nella seconda parte dell’anno, il che significa che o il dato dei primi 6 mesi è farlocco o se non lo è il dato annuo potrebbe essere meno peggio. Da dove arriva questo calo del 6%? Dai vini di Bordeaux, il cui crollo (-28%, 322 milioni in meno) spiega completamente il calo del dato totale. Senza Bordeaux? +4%. Andiamo a guardare i numeri.

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La classifica dei grandi marchi di vino nel mondo – aggiornamento 2013

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La classifica annuale dei grandi marchi del vino di qualità redatta da Liv-ex contiene molte sorprese, alcune delle quali legate alla metodologia di redazione della classifica, dove hanno cambiato i pesi dei vari parametri. Diciamo subito che è una classifica redatta da un trader di vini, e quindi il trading è molto pesante nella redazione della classifica, insieme all’andamento del prezzo. La classifica di quest’anno dicevamo porta con se diverse sorprese, la prima delle quali che non è un Premier Cru di Bordeaux oppure il Domaine de la Romanee Conti) a guidare la classifica. Il crollo dei prezzi dei grandi Bordeaux ha portato in cima alla classifica le seconde scelte. Intendiamoci, la classifica è sempre dominata da Bordeaux, che piazza dal primo al nono posto suoi vini. La classifica appare molto focalizzata sulla Francia, che occupa più posizioni di quante ne abbia mai avute, a discapito dei vini Italiani (da 9 a 7 marchi) e dei vini del resto del mondo (da 6 a 4, mai erano stati così pochi). Per quanto riguarda gli italiani, esce dalla classifica Gaja che sempre era stato presente (dal 2010 a questa parte almeno), Roberto Voerzio, Tua Rita, Solaia, mentre entrano due cantine, Bruno Giacosa (al n.40) e la Fattoria le Macchiole (al n. 90). Andiamo a vedere i dati.

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Cottin Freres – risultati 2012

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Ogni tanto mi capita di cominciare un post come quello di oggi e domandarmi se riuscirò a scrivere qualcosa che attirerà l’attenzione del lettore. Nel caso del produttore di cui analizziamo il bilancio oggi, Cottin Freres, la preoccupazione è doppia, dato che è piccolo e il bilancio dice poco. Non che questa azienda non abbia sorpreso i suoi azionisti. Ha venduto la terra distribuendo un megadividendo nel 2011, ma da quel giorno il titolo ha perso valore in borsa. I risultati del 2012 (a settembre 2012) mettono in luce una forte strategia di diversificazione internazionale, in un paese però, il Giappone, che sta dando diversi grattacapi agli esportatori, a causa delle pesante svalutazione dello yen (parliamo del 30% nel trimestre in corso). Ed ecco lo spunto per dirvi qualcosa di interessante.

Questi numeri ancora non sono impattati da questa evenienza ma nel 2013 probabilmente commenteremo un numero differente e il calo del prezzo delle azioni lo preannunciano: infatti le vendite nei 9 mesi a giugno 2013 mostrano un calo del 5% a 24 milioni di euro, causa minori vendite di Beaujolais in Giappone.

Ma non solo. Un’inchiesta in corso dal 2010 ha fatto esplodere uno scandalo che ha costretto l’azienda a ristrutturare il debito, causa rapporti con le banche e ha ridotto la possibilità di finanziarsi con in fornitori (da cui incremento del capitale circolante e del debito). Risultato finale: il CEO ha chiaramente scritto che potrebbe essere auspicabile e necessario che l’azienda sia venduta per continuare nel suo sviluppo: “De plus COTTIN FRÈRES étudie la possibilité de s’adosser à un industriel du vin français ou étranger pour pérenniser son développement.”

Passiamo ai dati 2012.

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La classifica dei grandi marchi di vino nel mondo – aggiornamento 2012

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Come già anticipato da qualche rivista online, la classifica che Liv-ex compila in collaborazione con The Drink Business sui marchi del vino di qualità ha visto una crescente presenza di vini italiani. In realtà non sono soltanto i vini italiani a cantare vittoria: il vincitore come categoria è sicuramente la Borgogna, che sta attraendo l’attenzione dei collezionisti asiatici alla ricerca di alternative meno costose dei grandi Bordeaux. Su tutti, però, si impone una considerazione chiave: il mondo dei “fine wines” mondiali non è più dominato come negli anni scorsi dai Bordeaux, che sono il vero “sconfitto” di questo ranking. Come vedremo in un secondo post, la presenza di Bordeaux in classifica è scesa da 62 vini a 54 vini tra il 2010 e il 2012, quando i vini italiani, su cui ci concentriamo oggi, sono passati da 5 a 9. A proposito, mi sono dimenticato il vincitore: DRC, che lo scorso anno era al numero 5 e due anni fa era al numero 6. Ma andiamo a vedere la classifica più in dettaglio.

 

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