produzione di vino


Nuova Zelanda – produzione e consumo di vino – aggiornamento 2017

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Fonte: New Zealand Winegrowers Incorporated

Il nome che vedete qui sopra, la fonte dei dati del post, è il risultato della fusione di tutti gli enti che in Nuova Zelanda si occupavano di vino. Ne hanno fatto uno solo, e giustamente si vantano di essere gli unici. Vero che il paese è piccolo e “nuovo” ma avere un unico organo di rappresentanza è un grande vantaggio: maggiore potere di influenzare le decisioni politiche locali sul settore, maggiori risorse per il supporto delle iniziative di promozione e via dicendo. Insomma, basta fare il vino buono. Bisognerebbe prenderne esempio.

Passando all’argomento all’ordine del giorno, i dati 2016/17 del vino neozelandese sono piuttosto positivi in un anno di leggero calo della produzione (-10% a 2.8 milioni di ettolitri, ma da livelli record del 2016.) Le superfici continuano a crescere con moderazione, ma soprattutto con focalizzazione su 4-5 vitigni chiave (e sul Sauvignon Blanc in particolare, ormai il 60% della superficie), le esportazioni continuano a crescere, purtroppo non seguite dal mercato locale che invece cala anche nel 2017. Mettendo insieme il valore delle uve salito del 4% nel 2015/16 e la produzione 2016/17 arriviamo a un leggero calo del valore prodotto (-5%), ma siamo su livelli comunque doppi rispetto cinque anni fa. Passiamo a guardare qualche dato insieme.

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La produzione di vino in Italia nel 2017 – stima ISMEA/UIV

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Fonte: ISMEA/UIV
Anche se normalmente non pubblico le stime di produzione fino a che non sono molto stabili, penso che la vendemmia 2017 sia talmente particolare da richiedere una maggiore visibilità. UIV e ISMEA hanno stilato la loro stima ufficiale con una produzione di vino e mosti attesa a solamente 40 milioni di ettolitri. Voltandoci indietro, ci troveremmo di fronte alla produzione più bassa di sempre. Le implicazioni sono ovvie: con un consumo interno stimato leggermente sopra il 20 milioni di ettolitri e un livello di esportazione all’incirca simile, la bilancia del vino è in deficit, considerando anche che una parte dei 40 milioni di ettolitri diventa mosto (probabilmente il 5%, e non necessariamente vino). Dire oggi cosa succederà è difficile però è chiaro che: 1) i prezzi del vino saliranno in modo significativo, mettendo pressione ai margini degli imbottigliatori; 2) non vince nessuno perché se i prezzi sono più alti c’è meno vino, quindi anche chi è molto integrato nella fase agricola avrà problemi a mantenere le vendite; 3) sarà una vendemmia e una produzione più costosa e nonostante questo è difficile che la qualità del vino sia paragonabile alle annate normali; 4) le esportazioni in volume caleranno, probabilmente parzialmente compensate dall’aumento dei prezzi, dato che l’annata è pessima anche in Spagna, Francia e, a leggere i dati di Concha y Toro, anche in Sudamerica. Quindi meno vino, più caro.

All’interno della vendemmia 2017, che ISMEA/Assoenologi ha battezzato con delle fasce di calo tra il 10-15% (estremo NordEst e Campania) e oltre il 30% (centro Italia e isole), vanno fatte alcune considerazioni relative al confronto storico. Ovvero, stiamo confrontando l’annata peggiore di sempre con l’annata migliore degli ultimi 10 anni. Quindi è chiaro che dire “vendemmia in calo del 26% rispetto al 2015” faccia un bel titolo del giornale che spinge il lettore a soffermarsi sull’articolo. Con un occhio un po’ più bilanciato, potremmo dire che si tratta di una pessima vendemmia, del 13% al di sotto della media storica 2006-2016 che è stata di 45.8 milioni di ettolitri. E all’interno di questa analisi più di lungo termine, il Nord Italia è soltanto l’8% sotto media grazie al Nord Est, mentre possiamo dire che la situazione è veramente difficile in centro Italia dove la produzione è del 30% inferiore alla media storica. Passiamo a un’analisi più dettagliata nel resto del post.

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Sardegna – produzione di vino 2016 – dati ISTAT

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I grafici che riproducono la produzione vinicola sarda sono tra i più belli perché mostrano una tendenza armonica nella produzione di vino, che proprio nel 2016 tocca quota 0.8 milioni di ettolitri, il livello più elevato dal 2007 a questa parte. L’andamento è meno positivo di quello italiano (+1% contro +6%), ma ciò sconta un 2015 comparativamente migliore. Se guardiamo ai dati decennali l’annata è il 17% sopra media, praticamente lo stesso livello del resto del paese. Basse rese per ettaro su una superficie vitata leggermente in crescita (dopo tre anni di apparente calo), alta concentrazione della produzione nei vini DOC (68% del totale, come negli ultimi due anni), produzione bilanciata tra vini bianchi e vini rossi, questi ultimi leggermente sopra le medie storiche. Di nuovo, bei numeri che andiamo ad analizzare nel resto del post. Continua a leggere »

Puglia – produzione di vino 2016 – dati ISTAT

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I dati di produzione della Puglia per il 2016 sono straordinariamente positivi. Basta guardare i grafici per notare l’evidente progressione della produzione, che da un livello di 5-6 milioni di ettolitri che sembrava essere diventato lo “standard” nel 2011-14 si è portata a 9.6 milioni di ettolitri (compresi i mosti) nell’ultima vendemmia. Ora, i grafici dicono anche un’altra cosa: che questo forte incremento di produzione non si è verificato nei vini di qualità, ma si è bensì scaricato soprattutto sui vini comuni, mentre la produzione di vini DOC secondo ISTAT è largamente inferiore ai livelli raggiunti negli anni che sembravano “standard” (apparentemente soprattutto nel segmento dei vini bianchi), con un calo del loro peso dal 20% raggiunto qualche anno fa a soltanto l’8% del 2016. Per darvi un’idea delle proporzioni, la Puglia rappresenta il 14% della produzione italiana di vino, ma soltanto il 3% della produzione DOC (il 25% della produzione di vini comuni). Passiamo all’analisi dei dati.

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Calabria, Molise e Basilicata – produzione di vino – aggiornamento 2016

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Benvenuti al “jumbo-post” sulla produzione vinicola di Basilicata, Molise e Calabria, tre regioni che messe insieme producono nel 2016 poco meno di 800mila ettolitri di vino. La regione più rilevante e anche con i dati più positivi è sicuramente la Calabria (428mila ettolitri di vino), che vanta una crescita della produzione del 6% nell’anno e un livello del 7% superiore a quello strutturale dell’ultimo decennio. I 250mila ettolitri del Molise sono invece dell’8% superiori al livello 2015 ma sono largamente inferiori a quanto si è visto in passato. Infine, la Basilicata, dove da tre anni a questa parte ISTAT accredita una produzione molto inferiore ai livelli storici (pre 2014), di meno di 100mila ettolitri. Se confermati (confermate voi produttori???), per la Basilicata si tratta del peggiore volume produttivo mai riportato. Passiamo a una breve analisi dei dati.

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