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Proseguiamo l’analisi del consumo di alcolici e vino in Italia con l’approfondimento sulle aree geografiche e sulle fasce di età. Le conclusioni dei dati generali, che vedevano un calo della penetrazione del consumo di vino (e un incremento di quelle della birra e degli altri alcolici), oltre a un calo del consumo sporadico (sempre in crescita in passato), sembrano essere un po’ meno preoccupanti una volta approfonditi tra le fasce di età. Sarà una percezione, però il calo della penetrazione del consumo sembra essere più visibile tra gli ultra 55enni e meno preoccupante tra i giovani. Se escludiamo la fascia 25-34 anni notiamo che lo stesso vale largo circa per il consumo sporadico di vino, dove il leggero calo del 2016 sembra più legato a un dato quasi anomalo del 2015 rispetto agli andamenti storici. I dati regionali sono anch’essi piuttosto volatili. Secondo ISTAT nel 2016 aumenta in modo visibile la penetrazione del consumo di vino in Puglia, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Trento e Valle d’Aosta, mentre sono negativi i dati nelle tre regioni chiave del nord, Piemonte, Lombardia e Veneto, così come in Abruzzo, Calabria e Sardegna. Passiamo a commentare qualche numero insieme.
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- Da un punto di vista anagrafico, la penetrazione del consumo di vino raggiunge il picco a cavallo dei 45-64 anni. Nella rilevazione del 2016 è la fascia 60-64 anni quella con il valore più elevato, 61.7%, mentre storicamente è quasi sempre stata la fascia precedente 55-59 anni ad avere i dati più elevati.
- Nel caso invece del consumo moderato giornaliero, sono sempre gli ultra65enni a mostrare i dati più elevati, circa il 30%. Questa categoria di consumatori resta comunque in calo strutturale per tutte le fasce di età e meno del 15% delle persone sotto i 44 anni bevono vino a ogni pasto.
- Il consumo sporadico di vino vede invece il suo picco di penetrazione tra i giovani, tra 25 e 34 anni, con dei dati piuttosto coerenti con le evidenze storiche intorno al 35%, mentre sono circa il 10-11% i giovani di 16-17 anni che ogni tanto bevono vino.
- Passando ai dati regionali, i dati sono piuttosto volatili. Nel 2016 come anticipavamo leggiamo dati molto positivi per regioni come la Puglia, che torna sopra il 50% in termini di penetrazione di consumo, come pure lo stesso succede per il Lazio. Le regioni dove sembra esserci un trend di crescita dei consumi nel corso degli anni sono certamente la provincia di Bolzano, il Friuli Venezia Giulia, unica regione dove la penetrazione del consumo tocca il 60%, tra l’altro con una delle più basse incidenze di forti bevitori e una delle maggiori quote di bevitori sporadici (il 33% circa). Seppure su valori un più bassi vanno notati i trend stabili di regioni come Lombardia, Abruzzo ma anche Sicilia.
- Nel taglio per tipologia di insediamento urbano i dati mostrano un incremento nelle aree metropolitane di due punti e un calo corrispondente nelle periferie. A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare i dati sono migliori nel 2016 nei piccoli comuni che non nelle grandi città.
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