Il consumo di vino nelle regioni italiane – dati ISTAT 2012

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Come promesso torno sull’argomento dei consumi di vino in Italia affrontando l’argomento dal punto di vista regionale. L’analisi che segue non solo cerca di identificare le regioni dove il modello di consumo non si è ancora adeguato alla moda del “consumo sporadico”, ma mette anche in luce quanto, ad oggi, il vino sta diventando un prodotto la cui penetrazione è fortemente correlata alla ricchezza delle persone: la correlazione che vedete nell’ultimo grafico vi indica chiaramente che le regioni più ricche sono quelle dove più persone sono consumatori di vino. Il centro Nord, cioè Marche, Emilia Romagna e Toscana sembrano essere le aree dove il consumo pesante di vino (qui identificato con “oltre 50cl di consumo giornaliero”) è ancora più marcato che nel resto d’Italia: il rischio di calo dei consumi sembra più importante. Invece, le regioni del Nord Est, prima tra tutti il Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, ma anche in parte il Veneto, sono quelle dove il “mercato” si è già spostato sul modello di consumo sporadico e allontanato da quello giornaliero rilevante. Vediamo insieme qualche numero.

 

 

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  • La regione con la penetrazione di consumo di vino più elevata è sorprendendemente la Liguria, dove ISTAT stima che il 59% della popolazione consuma vino. Storicamente, questo primato è passato dalle Marche, all’Emilia Romagna e alla Valle d’Aosta. Dove invece si beve di meno è al sud, con meno del 50% della popolazione consumatrice in praticamente tutte le regioni.
  • Se guardiamo i dati in modo dinamico le cose cambiano leggermente. La Sicilia è infatti insieme al Veneto l’unica regione dove la penetrazione del consumo di vino non sembra essere scesa negli ultimi anni, mentre abbastanza sorprendentemente il Piemonte e la Puglia, che sono grandi produttori di vino, sono in fondo alla classifica delle regioni per variazione della penetrazione di consumo di vino.
  • Nelle regioni del sud, oltre ad avere una bassa penetrazione di consumo hanno anche una bassa penetrazione del consumo “sporadico”, che è quello previsto essere in crescita nel futuro. In quest’altra classifica primeggia chiaramente il Nord Est, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto, dove potete notare come un terzo dei consumatori di vino è già un consumatore sporadico. In tal senso si potrebbe presumere che il “riadattamente al nuovo modello di consumi” si faccia sentire di meno che in altre regioni.
  • Non mi dilungo troppo nelle analisi, ma vorrei anche farvi notare i dati della prima tabella in fondo, dove si nota un’altra cosa interessante: mentre il consumo di vino nel 2007 aveva la medesima penetrazione nei piccoli centri e nelle grandi città (e forse addirittura di più nei piccoli centri) oggi i  piccoli centri sono quelli dove il consumo sta calando mentre i grandi centro mantengono una penetrazione sopra il 50%… un ulteriore segnale del cambiamento del modello diconsumo.
  • Infine, un’analisi della correlazione tra il consumo di vino e il PIL procapite, dove potete notare una certa correlazione positiva. Le regioni ricche sono quelle dove più persone bevono vino. Non è una sorpresa ma sono piuttosto convinto che se confrontassimo il consumo di pane con il PIL procapite avremmo dei risultati un po’ meno univoci…
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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