Fonte: ISTAT, rapporto sull’uso e abuso di alcolici in Italia

Torniamo sul tema dei consumi di vino con un’analisi, che sta diventando sempre più ricca, delle principali tendenze al consumo di vino. Nell’ambito di un generalizzato calo del consumo, esistono apparentemente delle isole felici (o meno infelici) come per esempio Bolzano, dove la penetrazione del consumo quasi quasi aumenta, e fasce di età come quella dei ventenni dove la compressione del consumo sembra essere meno spinta. Lo stesso può dirsi per le grandi città (meno afflitte dal fenomeno del calo di consumo) rispetto ai piccoli centri. Sono dati che “tagliando” la popolazione in modo così netto restano volatili, ma alcune tendenze di lungo termine possono essere colte. Due numeri prima di obbligarvi a cliccare per continuare a leggere. Le regioni del Nord viaggiano intorno al 53-55% di bevitori sulla popolazione, contro il 44-47% delle regioni del sud. Quindi siamo intorno a 10 punti di penetrazione. Secondo, la curva di penetrazione del consumo per età si sta “schiacciando”: oggi sopra i 25 anni la penetrazione varia tra il 52% e il 60%, il minimo storico: fino al 2012 i dati mostravano un “gap” tra chi beveva meno di oltre 10 punti. Ma andiamo ai dati di dettaglio.

- Nel 2014 le regioni con la massima penetrazione del consumo di vino sono la Valle d’Aosta, l’Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia, tutte al 58%, seguite dal Trentino Alto Adige al 55% e poi la maggior parte delle regioni del Nord e del centro con percentuali sopra il 50%.
- Sono in meno a bere vino (ma non necessariamente meno di prima) in Sicilia, Puglia, Basilicata e Sardegna, che come vedete dalla tabella sono sotto il 47%.
- Se volessimo provare a tirare delle tendenze di lungo termine, potremmo dire che le regioni dove (basso o alto il valore che sia) la propensione al consumo non sta scendendo sono la Lombardia, il Trentino Alto Adige e forse la Le prime due sono abbastanza chiaramente delle zone particolarmente ricche e con un andamento economico migliore della media.
- Se andassimo a fare i medesimi discorsi sulle fasce di età, troveremmo dei dati interessanti. Tra il 2007 e il 2014, le fasce con il maggior calo di consumo sono quelle dei giovani con meno di 20 anni (politiche per ridurre l’abuso di alcol tra i giovani?). Curiosamente la fascia di età “migliore” in tendenza è quella dei 20-24 anni, dove il dato del 40.4% non si discosta così tanto dal passato, in cui il picco fu intorno al 43%. Sono parimenti praticamente stabili i dati sulla penetrazione di consumo dei 65-74enni, intorno al 58% nel 2014 contro un livello di massimo storico del 62%, dato che però sembra essere in deterioramento nei mesi recenti.
- La quota dei forti bevitori sta ormai scomparendo al 2.4% del totale nel 2014: essendo il dato fatto di livelli dell’1-2% tra i giovani e del 4.5-5% delle persone anziane c’è da ipotizzare che tra qualche anno saranno quasi scomparsi.
- Crescono invece i bevitori sporadici, in tutte le fasce di età, come potete apprezzare dal grafico.




Ciao Marco
molto interessante la tua analisi, ti confermo che molte tendenze coincidono anche con i consumi dei nostri vini, sia per aree che per segmentazione di età.
Saluti
Marco Tondi