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Aggiorno oggi le serie dei dati sul valore aggiunto della produzione di vino e di uva da vino che l’ISTAT pubblica ogni anno. Questa statistica è il “PIL” dell’industria del vino al livello della produzione, quindi escludendo il valore che viene poi aggiunto da chi imbottiglia, etichetta e commercializza i prodotti. Ero fermo al 2013, dato che ISTAT non produce più tabelle complete ma ci obbliga a spulciare il suo database per ottenere questi dati, che qui sono relativi al 2015 ma che sono anche stati ricalcolati (il 2013 del post di due anni fa non corrisponde al 2013 di questo post, per intenderci). Detto questo, il “numerone” di ISTAT per il valore della produzione di vino è pari a circa 3.5 miliardi di euro, +8% sul 2014, ma sotto il massimo storico toccato nel 2013 con 3.7 miliardi, mentre il valore aggiunto della produzione di uva da vino assomma a 1.3 miliardi di euro, anch’esso in recupero sul 2015 (+10%) ma leggermente sotto il massimo storico, sempre toccato nel 2013. Ne risulta un valore totale di 4.7 miliardi di euro, il secondo più elevato della storia dopo quello di 5 miliardi di euro del 2013. Chi vince? Nel lungo termine le regioni vincenti sono sicuramente il Veneto (+7.4% nel decennio 2005-2015), il Trentino Alto Adige (+6.5%), la Sardegna (+6.1%) e la Lombardia (+5.2%), tutte largamente sopra la crescita composta del decennio a livello italiano del 3.3% (a valori correnti, quindi comprensivi di inflazione). Tre di queste quattro regioni si caratterizzano per importanti quote di prodotto spumante. Ma andiamo a leggere qualche dato insieme.
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- Il valore aggiunto ai prezzi di base dell’industria vinicola italiana è stato nel 2015 di 4.7 miliardi di euro, di cui 3.5 sono relativi al vino e 1.25 miliardi sono da riferire all’uva da vino. La crescita del 2015 è stata del 9% circa, mentre su un arco di 10 anni è stata del 3.3% annuo, di cui +3.8% annuo per il valore aggiunto della produzione di vino e +2% annuo per l’uva da vino.
- La parte preponderante è al nord, che copre circa il 53% del valore totale, e del Nord Est in particolare con 1.7 miliardi di euro, cioè il 37%.
- La regione più importante è il Veneto con un valore aggiunto di 900 milioni di euro, +7.4% annuo su 10 anni e +14% nel 2015. La seconda regione più significativa da questo punto di vista è la Toscana con 539 milioni di euro e una crescita sui 10 anni del 2.4% annuo, in parte causata dal pessimo andamento del 2015 (-9%). La terza regione italiana è diventata la Puglia, con 500 milioni di euro, anche se intorno a questi valori ci sono anche altre regioni come il Piemonte (481) e l’Emilia Romagna (485) che di anno in anno oscillano su valori simili.
- Oltre alla forte crescita del Veneto, va sottolineata quella del Trentino Alto Adige, della Sardegna, della Lombardia e dell’Emilia Romagna, tutte al 5% annuo o meglio. Tra le regioni dove il valore aggiunto dell’industria non è cresciuto dal 2005 a questa parte va certamente sottolineato l’Abruzzo (-2% annuo), ma anche Piemonte (-0.6%) e Marche (-0.5%).
- Vi lascio ai grafici!
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