Masi – risultati 2017

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Masi ha rimandato la pubblicazione dei dati 2017 per via del processo di transizione agli IFRS, i principi contabili internazionali. Per le aziende vinicole (e non solo per loro), questa transizione ha un impatto sulla valorizzazione di alcune poste di bilancio come il magazzino (dove si passa al criterio del costo medio ponderato) oppure l’avviamento delle acquisizioni (che non viene più ammortizzato ma è soggetto a una valutazione di congruità). Il gioco delle rettifiche che ha riguardato anche il 2016, abbassando i dati in modo significativo rispetto a quelli fatti con i principi italiani: secondo i principi italiani l’EBITDA del 2016 era 15.4 milioni, mentre nella versione IFRS è diventato 12.9 milioni. L’utile netto dichiarato, invece, subendo l’ammortamento dell’avviamento era stato 5.9 milioni. E’ diventato 6.3 nella nuova versione. Al di là delle questioni filosofiche (la stessa cosa espressa in modo diverso a seconda di come ci si regola) ha portato alla fine a dati di bilancio stabili nel 2017 (con utile netto in crescita grazie alle minori tasse), anche se questo traguardo è stato raggiunto con il contributo di Canevel. Altrimenti le vendite sarebbero calate del 3% e probabilmente anche gli utili avrebbero subito un calo. La partenza del 2018 è decisamente meglio, secondo gli amministratori. Canevel sta crescendo e il suo potenziale è rilevante, ci sono nuovi accordi in Russia e gli investimenti nell’ampliamento della cantina (Valgatara) consentiranno di processare internamente una quota maggiore della produzione, con un beneficio sui margini. Dall’altro lato, ci sarà invece un impatto cambi negativo, probabilmente nell’ordine del 4-5%. Per ora concentriamoci sui dati 2017.

  • Le vendite sono cresciute dell’1%, ma calate del 3% se non si considera il contributo di Canevel, solo parzialmente consolidata nel 2016. Il contributo dell’azienda spumantistica si fa sentire sull’Italia, +28% a 13 milioni, insieme alle iniziative rivolte ai consumatori nella tenuta di Lazise. Ciò compensa un andamento negativo tra il 3% e il 5% di tutte le altre aree: Europa a 26 milioni, America a 24 e resto del mondo soltanto a 2 milioni.
  • Nella nuova configurazione IFRS il margine lordo cresce dal 65% al 66%, ma ciò è compensato dall’incremento dei costi commerciali e promozionali, che si fanno sentire soprattutto sul competitivo mercato canadese. L’EBITDA dunque è stabile a 13 milioni e al 20% delle vendite. Masi ha goduto di circa 0.5 milioni di euro di maggiori contributi OCM per la promozione nel 2017 rispetto al 2016.
  • Scompare l’ammortamento dell’avviamento, il che porta gli ammortamenti a circa 3 milioni per un utile operativo di 10 milioni e un utile netto di 6 milioni, dopo tasse al 29%, rispetto al 34% dello scorso anno. In questo contesto, Masi ha deciso di incrementare il dividendo da 9 a 10 centesimi, per un esborso che passa da 2.9 a 3.2 milioni di euro. Una decisione che ha sostenuto il titolo in borsa e che resta ampiamente nelle possibilità finanziarie aziendali.
  • Infatti, a fine 2017 Masi aveva un indebitamento netto di 9 milioni, due in più del 2016. Ha investito 4 milioni (meno dei 7-8 degli anni scorsi), ma ha subito un esborso di circa 5 milioni in termini di capitale circolante, dovuto all’impatto combinato di rimanenze, crediti commerciali e altre poste. Il rapporto debito su EBITDA resta molto contenuto a 0.7x.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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