Masi – risultati primo semestre 2015

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Prima di addentrarci nei (buoni) numeri semestrali di Masi, vi passo il link al quale potete scaricare liberamente il mio rapporto di ricerca su Masi, azione della quale mi sto occupando nella mia attività professionale di analista finanziario. E’ stato pubblicato in data 10 agosto e dopo un paio di mesi viene divulgato da Borsa Italiana. Di nuovo, questo è il link. Nel rapporto potete trovare un’analisi dettagliata e, per chi si chiedesse che cosa faccio per campare, un “assaggio” del mio lavoro!

Il semestre di Masi è stato particolarmente positivo, aiutato dai cambi, che finalmente hanno contribuito in modo positivo, ma anche da un mix di prodotto/mercato molto favorevole, che ha consentito un recupero dei margini, in linea con quanto già successo nella seconda parte del 2014. Anche se nella seconda parte dell’anno un balzo simile non è più fattibile, le attese relative al 2015 che sono state la base della quotazione in borsa dell’azienda, sembrano essere pienamente supportate. Detto questo, l’azienda ha molti spazi di miglioramento: le vendite in Europa ancora latitano e anche il mercato italiano negli ultimi 6 mesi non ha dato le soddisfazioni dello scorso anno.

A proposito, le azioni, nonostante il forte calo delle borse durante il periodo estivo (Grecia, Cina e compagnia) si sono comportate in modo egregio, mantenendo un valore allineato a quello che gli investitori hanno pagato a fine giugno per entrare a far parte della compagine azionaria.

Passiamo ai numeri.

 

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  • Il fatturato semestrale cresce del 4.7% a 27.5 milioni di euro. Il supporto dei cambi è stato del 2.5% circa, da cui risulta una crescita organica del 2-2.5% circa. Le vendite italiane sono calate del 4.6% a 2.8 milioni (non abbiamo dati 2013 per capire se il confronto era improbo!), mentre in Europa (per l’azienda tipicamente Nord Europa) il fatturato sfiora i 13 milioni, in calo dell’1%. A far crescere Masi sono dunque i mercati extraeuropei, con America a +14%, 11 milioni di euro, che per l’azienda significa soprattutto Canada e il resto del mondo, dove il fatturato cresce del 24%, ma resta su livelli molto limitati (<1m di euro).
  • Dal punto di vista del mix prodotto, a trainare le vendite sono i vini top (>25 euro), +11% e i vini premium (10-25 euro), +6%, che sono poi le categorie (soprattutto la seconda) dove i margini sono più consistenti, mentre i vini classici (5-10 euro, i DOC base diciamo), sono in calo dell’1%.
  • I margini sono stati in deciso miglioramento. Il MOL passa dal 17% al 27% del fatturato, soltanto in parte grazie a uno spostamento delle spese di marketing (0.5 milioni) al secondo semestre. Il MOL in termini assoluti cresce dunque del 67% a 7.5 milioni, con un EBIT che più che raddoppia a 5 milioni e un utile netto di 3 milioni (contro 1 del primo semestre 2014).
  • La struttura finanziaria, come vedete dal grafico, migliora in modo significativo grazie alla quotazione, che ha portato nelle casse del gruppo 20 milioni di euro. Si chiude quindi con 2.7 milioni di cassa netta, dopo investimenti per 4 milioni (nuovo centro produttivo e shop a Lazise). Diciamo che l’azienda è pronta per la campagna acquisti, una delle promesse che il dott. Boscaini ha più volte espresso in fase di quotazione.
  • Le prospettive per la seconda parte dell’anno restano positive, secondo gli amministratori. Anche se, aggiungiamo noi, c’è da considerare che i cambi sono in peggioramento (quindi effetto zero nel secondo semestre…) e il miglioramento dei margini anche derivante dalla rivalutazione del magazzino è irripetibile. Come dicevamo sopra, le stime tengono. Appuntamento a Novembre con le vendite del terzo trimestre.

 

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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