Nel 2014 Santa Margherita ha raggiunto la soglia di 110 milioni di fatturato (+8%), ha aumentato gli investimenti (in particolare nella controllata Ca del Bosco, posseduta al 60%) e di oltre il 15% la distribuzione di dividendo agli azionisti. Un anno soddisfacente, che mette nelle condizioni il management di promuovere un nuovo ambizioso piano, anche considerando possibili acquisizioni per arricchire il portafoglio . Intanto, restiamo sui numeri 2014, che beneficiano della ripresa nel mercato italiano, forse il miglior anno degli ultimi dieci, mentre all’estero il gruppo mantiene un ritmo di crescita vicino alla doppia cifra. Andiamo insieme ad analizzare i numeri più importanti.
- Le vendite crescono dell’8% a 110 milioni di euro con un andamento più simile tra Italia ed estero rispetto agli anni precedenti. Le vendite italiane, infatti, con un +6% a circa 40 milioni registrano il miglior risultato degli ultimi anni (io ho segnato un +6% nel 2006), mentre le vendite estere sfiorano 70 milioni, con una crescita dell’8%.
- La capogruppo Santa Margherita che raggruppa l’omonimo marchio e alcune piccole tenute ha registrato una crescita del 10% circa, totalmente guidata dai volumi, mentre Ca del Bosco ha una crescita del 9% contro volumi a +6%. Le due grandi anime del gruppo hanno anche una propensione diversa all’export: le vendite Santa Margherita oltrepassano i confini italiani nell’80% dei casi, mentre i metodo classico Ca del Bosco restano prettamente italiani (84% dei volumi), per quanto le vendite estere crescano del 13% (contro +5% per l’Italia).
- I margini del gruppo sono in leggera diminuzione a livello consolidato a causa di un leggero aggravio dei costi per le materie prime e i servizi, mentre il costo del personale cresce a un ritmo simile a quello delle vendite. Il MOL di 29 milioni (dopo gli accantonamenti) registra un margine del 26.5%, circa un punto meno dell’anno precedente, e una crescita del 4%. Con ammortamenti stabili e oneri finanziari in calo (anche grazie agli utili su cambi), la differenza viene assorbita. L’utile netto passa da 13 a 14.4 milioni, con un incremento del 9% circa e un ritmo allineato alla media degli ultimi 5 anni.
- Per quanto riguarda i margini delle controllate, Santa Margherita migliora i profitti nel 2014, con un margine del 27% circa (contro il 25% del 2013), mentre Ca del Bosco che nel 2013 aveva sfiorato un margine del 36% ha visto un calo del margine al 34% circa.
- Il debito cresce leggermente, da 47 a 50 milioni, dopo la distribuzione di 11 milioni di dividendi. Il rapporto debito su MOL resta molto basso, a 1.7 volte. Nel 2014 gli investimenti della capogruppo sono stati esclusivamente relativi all’ordinaria amministrazione (1.5 milioni, come nel 2013) mentre Ca del Bosco ha investito 6.3 milioni (contro 2.5 nel 2013) per l’acquisizione di un fondo agricolo e nuove strutture, presumibilmente per supportare la crescita.
- A fronte del buon andamento, dopo alcuni anni di dividendi stabili, gli azionisti hanno decise di incrementare da 11 a 12.5 milioni la loro remunerazione. Si mantiene quindi una alta propensione ai dividendi, che rappresentano circa il 90% dell’utile netto.
- Con un capitale investito di 121 milioni, il ritorno sul capitale è rimasto stabile intorno al 20%, il livello più elevato nel panorama delle grandi aziende vinicole italiane.