dati ISTAT


Abruzzo – produzione di vino e superfici vitate 2019 – dati ISTAT

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La produzione di vino in Abruzzo nel 2019 è stata in linea con la media storica (+3%) e del 7% inferiore a quella del 2018. Entrambi i dati, come abbiamo visto qualche giorno fa per la Campania, sono peggiori della media italiana, che vede un calo leggermente più marcato (-9%) ma un livello del 9% superiore a quello del 2009-2018. Nel complesso, sono più resilienti i vini bianchi dei rossi e i vini di bassa qualità (vini da tavola) rispetto ai vini DOC. L’Abruzzo mantiene una forte connotazione nelle DOC rosse (principalmente Montepulciano d’Abruzzo, il 41% della produzione di vini rossi è DOC), mentre nel segmento dei bianchi il Trebbiano fa più fatica a imporsi (solo il 14% dei bianchi è classificato DOC). Passiamo ai dati.

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Campania – produzione di vino e superfici vitate 2019 – dati ISTAT

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Torniamo sui dati ISTAT di produzione regionale di vino dopo qualche settimana dedicata ad altri argomenti con i dati della Campania. La Campania “conta” per il 3% del vino italiano e rimane una regione con una scarsa esposizione verso i vini di qualità. Trovo questa una prima curiosità, vista la rilevanza di alcune DOC dal punto di vista qualitativo, soprattutto quelle bianche a mio gusto personale. E qui veniamo alla seconda curiosità, che è il fatto che la Campania produce ancora più vino rosso che bianco, anche se un leggero spostamento verso i bianchi si sta verificando nel tempo. Venendo ai dati 2019 che qui brevemente analizziamo, la vendemmia è stata in leggera crescita rispetto al 2018 (+2%), rispetto al calo nazionale (-9%). Ciò però deriva da un andamento molto difforme nel 2018, quando a fronte di un record produttivo per l’Italia intera la Campania aveva registrato un volume piuttosto mediocre, in termini relativi. Questo per dire che gli 1.4 milioni di ettolitri prodotti nel 2019 sono comunque circa l’8% sotto la media storica, mentre per l’Italia tutta il 2019 è stato un anno sopra media (+9%). Passiamo ad analizzare qualche dato insieme.

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Esportazioni di vino italiano – aggiornamento maggio 2020

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Dopo due mesi di resistenza, le esportazioni di vino hanno ceduto di schianto nel mese di maggio, segnando un calo del 24%, il che porta il saldo dei primi 5 mesi dell’anno a -4%. La curva sembra essere spostata di un paio di mesi in avanti rispetto a quella delle esportazioni totali, che hanno toccato il loro minimo (in termini di variazione rispetto allo stesso mese dell’anno scorso) ad aprile (-42%), cui sono seguiti un maggio a -30% e un giugno a -12%. Non è facile dire se maggio sia stato il punto di minimo per il vino, ma sicuramente non è difficile ipotizzare che anche giugno e probabilmente luglio saranno dei mesi negativi. Agosto non conta, e con settembre arriviamo alla stagione critica per gli spumanti (che per ora vanno leggermente peggio dei vini fermi in bottiglia): a quel punto sarà critico quanto il virus circolerà ancora tra noi. Per quanto riguarda questi dati, ci sono poche differenze, chi più chi meno cala. Il saldo a fine maggio mette in luce la “resistenza” di alcuni mercati come il Canada e i paesi scandinavi. Passiamo ai dati.

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Esportazioni di vino italiano – aggiornamento aprile 2020

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Le esportazioni sono un osservato speciale di questi tempi. Oggi commentiamo i dati di aprile, il momento peggiore per l’Italia nel lock down, probabilmente spostato di un mese avanti per altri mercati. Il dato di aprile è -7% per il vino, -1% per l’alimentare (ISTAT ha rivisto pesantemente i dati anche dei mesi precedenti…) e -46% per il totale dell’export nazionale. Possiamo dunque dire che le cose non stanno andando così male. Va però considerato che i dati di maggio saranno molto peggio per l’alimentare (-12% il dato preliminare) contro un ammorbidimento del calo delle esportazioni totali (-30% circa) e quindi bisognerebbe aspettarsi un peggioramento anche per il dato relativo al vino in maggio. Ma per ora restiamo su questi dati: i primi 4 mesi dell’anno chiudono a 2 miliardi di euro, +1.8%, con volumi in crescita del 3.4% a 6.9 milioni di ettolitri. Il dato è supportato dalla crescita di quasi il 6% per i due mercati chiave, USA e Germania. Ci sarebbe da immaginarsi un peggioramento soprattutto del mercato americano di qui in avanti. I dati negativi vengono dal Regno Unito, dalla Svizzera e dalla Francia.  Peggiorano i dati del vino in bottiglia, che comunque tiene un +2%, peggiorano anche gli spumanti, che chiudono i 4 mesi con un dato stabile. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

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l consumo di vino in Italia – dati 2019 per regione e classi di età

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I giovani si riaffacciano al vino. Sembra essere questo il messaggio, anche per il 2019, del rapporto ISTAT sul consumo di vino in Italia. Nel 2019 la porzione dei 18-19enni che ha almeno una volta bevuto vino è cresciuta al suo massimo storico, il 37% della coorte, mentre è scesa la penetrazione dei 16-17enni, dal 19% al 17% (ma su una serie storica molto più volatile). Siamo sul massimo storico anche per i 20-24enni (49%) mentre tengono le posizioni del 2018 tutte le altre categorie. Il post contiene anche il “taglio” regionale dei dati, dove si rileva il forte progresso della penetrazione di consumo nelle isole (Sicilia e Sardegna) e dati molto positivi anche per Piemonte e Lombardia, tra le regioni importanti. La regione italiana dove ci sono più bevitori in rapporto alla popolazione? L’Emilia-Romagna, con il 61%, mentre resta in fondo alla lista (pur migliorando) la Sicilia con il 45%. Passiamo a una breve analisi dei dati.

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