Sicilia


Sicilia – produzione di vino e superfici vitate – aggiornamento 2007

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[English translation at the end of the document]
Con i dati ISTAT aggiornati al 2007 riprendiamo a guardare le regioni italiane con l’andamento produttivo e delle superfici. Oggi si parte con la Sicilia. Ho deciso di lasciare largo spazio ai grafici, che meglio rendono l’idea di cosa sta succedendo, con alcuni brevi commenti. La Sicilia e’ senza dubbio una delle regioni che hanno subito il forte calo produttivo nel 2007, passando da 7m/hl a 4.6m/hl, cioe’ circa un terzo al di sotto sia del 2006 che della media storica che si attesta a poco piu’ di 7m/hl.


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La produttivita' della viticoltura in Europa – dati EU 2003

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Inauguriamo una serie di post che cercano di affrontare l’argomento del reddito e della produttivita’ della viticoltura a livello europeo. I dati forniti dall’Unione Europea sono un pochino datati, ma sono comunque molto interessanti in quanto ci consentono di puntualizzare molti aspetti quali: (1) la convenienza di coltivare la vite rispetto alle altre colture, che sembra essersi vanificata; (2) la convenienza di coltivare vini di qualita’, che sembra evidente (anche se meno che in passato); (3) la grande differenza di reddito tra le diverse aree vinicole e tra i diversi paesi. E infine una sorpresa: lo studio dell’Unione Europea mette in evidenza il boom realizzato dalla Toscana, che ha ultimamente raggiunto e superato la Borgogna in termini di valore aggiunto per dipendente. Nelle prossime puntate, andiamo un po’ a fondo sulle differenze tra le varie nazioni e proviamo a fare qualche classifica tra le diverse regioni vinicole.

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We start a series of posts related to the income of wine farms using the macro data of European Union. These figures are a bit old (2003) but they are however interesting, allowing us to pinpoint the following issues: (1) wine farms income per employees seems have lost the premium it enjoyed in the past; (2) quality wines are still providing a premium to income, although this is less significant; (3) the gap between the income of different wine regions is huge. Finally a surprise: the study highlights the huge improvement of income of Tuscan wine farms, which in 2003 even reached (falling) Burgundy income per employee. In the next posts, we will highlight the difference between wine regions and we will try to make a more consistent ranking of the firms by different region.


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Andiamo nel dettaglio con i numeri specificando di cosa si tratta. Parliamo del rapporto tra valore aggiunto delle aziende vinicole (valore della produzione piu’ sussidi, meno costi di produzione e ammortamenti) e le cosiddette AWU, annual working units, che sono equivalente a un anno di lavoro di una persona. Piu’ alto questo numero, maggiore e’ il valore del prodotto che produce. Dal grafico precedente si evince chiaramente che la produzione di vino ha vissuto un periodo molto felice tra gli anni 90 e i primi anni 2000, quando e’ riuscita anche ad arrivare a superare di oltre 10000EUR la produttivita’ della media delle aziende agricole europee. Questo vantaggio si e’ andato assottigliando nei primi anni del 2000, complici delle vendemmie molto poco favorevoli, tanto che nel 2003 la produttivita’ per dipendente era perfettamente allineata poco sopra i 22000EUR.
The figures are ration between value added (production value, plus subsidies minus input costs and depreciation) and the so called AWU annual working units, which is the equivalent of 1 man working 1 year. Higher value added per employee means higher productivity. The graph shows you that wine production in Europe enjoyed a very nice period between 1990 and 2000, when it even reached a EUR10000 gap per employees vs. other farms. This advantage became less evident starting from 2000, also due to the less favourable vintages, and in 2003 for the first time the productivity was perfectly aligned with other coltures are just more than 22000EUR.

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Nel caso delle aziende focalizzate sulla viticoltura di qualita’ le cose sono andate un po’ diversamente. Come vedete dal secondo grafico, la loro produttivita’ si e’ mantenuta superiore, anche se il “premio” che aveva raggiunto i 5000EUR per dipendente verso il 1998-2000 si e’ andato assottigliando, finendo poco sotto i 3000EUR nel 2003. In termini percentuali, la produttivita’ delle aziende che producono solo vino di qualita’ e’ stata del 13% superiore nel 2002-2003 rispetto alla media, mentre questo “premio” in passato era anche stato nell’ordine del 25-30% in annate particolarmente favorevoli.
Moving to quality wine farms, you can see that they enjoyed a premium over the average farms, which reached 5000EUR in 1998-2000 before shrinking to 3000EUR in 2003, also due to quite poor vintages. In % terms, this means that a quality wine focused firm which used to have a 30% higher productivity moved to a 13% premium in 2002-2003.

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Terzo punto, il boom della Toscana. Qui vedete la produttivita’ della Borgogna, che in annate favorevoli ha raggiunto livelli stratosferici di quasi 60000EUR per dipendente, cioe’ oltre il doppio del livello del settore. Poi vedete quella della Toscana, che merita un’analisi attenta: si e’ mossa da da meno di 15000EUR nei primi anni 90 a un livello di 35-40000EUR a partire dal 1995: nel 2003 e’ addirittura arrivata a superare di poco il livello della Borgogna.
Third point, Tuscany boom. Now, here you see Burgundy and Tuscany. The first had fantastic years with nearly 60000EUR per employee of value added. Then you see Tuscany, which enjoyed a fantastic rerating starting from 1995 when it moved from 15000EUR to the 33000-40000EUR range of today. In 2003, it even managed to exceed slightly the level of Burgundy.

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Infine, guardiamo a qualche altra regione. Per l’Italia lo studio cita la Sicilia, ma ci sono anche i dati del Languedoc. Questi ultimi due grafici ci servono per sottolineare la differenza abissale tra il valore della produzione vinicola delle regioni che si sono focalizzate sulla qualita’ rispetto alle altre: la Sicilia ha superato i 15000EUR per addetto solo nel 2000, 6 anni dopo la Toscana, e non e’ da quel momento riuscita a colmare il gap, nonostante il grafico mostri un lento miglioramento. In termini relativi, la Toscana e’ partita da un premio del 100% (cioe’ da una produttivita’ doppia) dei primi anni 90 per passare intorno al 150-200% nelle ultime annate. Se vi proponessi il grafico della Borgogna contro la Languedoc, riproporrei dei grafici piuttosto simili: questi studi mostrano ancora una volta che la focalizzazione sulla qualita’ premia in modo molto significativo, piu’ che compensando l’impatto dell’eventuale perdita dei volumi.
Finally, gap between different regions. For Italy the study mentions Sicily, but there could be also data to compare Burgundy with Languedoc. The two graphs are useful to highlight the big difference of productivity between quality oriented regions: Sicily exceeded the 15000EUR mark in 2000, 6 years after Tuscany and it has not been able to fill the gap. In relative terms, Tuscany moved from a premium of 100% (ie double productivity) to a level of 150-200% in the latest years. Should I propose you a graph of Burgundy vs. Languedoc, I would show you quite similar trends: these figures show that the focus on quality is generating a productivity premium which most of times largely exceeds the negative impact of producing lower quantities.

Carlo Pellegrino – analisi di bilancio 2006

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Fonte: bilancio 2006 fornito gentilmente dalla societa’
Carlo Pellegrino e’ il leader nella produzione di Marsala (e secondo marchio dopo Florio) e leader nella produzione di Passito di Pantelleria con una quota di mercato del 27% e 52% rispettivamente. Nel 2006 l’azienda ha venduto 7.14m bottiglie e ha realizzato un fatturato di 17.3m. I margini e la qualita’ degli indicatori di bilancio e’ particolarmente buona, rispecchiando la posizione di leadership dell’azienda nella sua nicchia di mercato. In termini di volumi di vendita, come vedete, i vini bianchi e rossi fermi sono la maggioranza con 2.85m di bottiglie, seguiti dai 2.2m di bottiglie di Marsala e 2.1m di bottiglie equamente divise tra Pantelleria DOC e vini dolci IGT di Sicilia.

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Carlo Pellegrino is the leader in Marsala (and n.2 brand after Florio) with 27% market share and leader for Pantelleria DOC sweet wines, with 52%. In 2006, the company sold 7.14m bottles, generating 17.3m sales. The margins and the quality of its financial ratios are extremely good, as a result of the leading position that the company has in its market niches, in our view. Sales volumes are however dominated by firm wines with 2.85m bottles, followed by 2.2m bottles of Marsala and 2.1m evenly split between Pantelleria DOC and Sicily sweet wines (IGT).

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Sicilia – superfici vitate e produzione – aggiornamento 2005, fonte ISTAT

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Sicilia= Trapani+Palermo+Agrigento. Non me ne vogliano i viticoltori delle altre provincie ma e’ chiaro che quantitativamente queste tre province, e Trapani in particolare, fanno l’87% delle superfici totali e percentuali simili delle produzioni.

Sicily means Trapani, Palermo and Agrigento. Other provinces are really meaningless, as they represent together roughly 13% of production and surfaces.

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Inquadriamo la Sicilia nel panorama italiano:
– 110,000 ettari in produzione, circa il 16% della superficie italiana e la prima regione italiana (seconda la Puglia con 104,000 ha);
– tra il 13% e il 15% del vino italiano con 6-7m hl dopo la Puglia e poco davanti al Veneto.
– rese per ettaro tra il 10% e il 30% al di sotto della media italiana.

Sicily has these main features within the Italian wine sector:

  • 110k hectars in production, which is 16% of total Italian vineyard, being the n.1 in Italy (n.2 Apulia);
  • between 13% and 15% of Italian wine production (6-7m hl yearly), after Apulia and before Veneto.
  • yields per hectar 10-30% below the average for Italy.

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