
Quest’anno giungo con largo anticipo sull’aggiornamento del post relativo alla Nuova Zelanda (fonte: NZ Wine Institute), che però mi sembra particolarmente attuale per via del drastico calo della produzione (27% in meno rispetto al 2014) che si è verificato nella vendemmia 2015, tornata su livelli in linea con gli anni precedenti. Gli impatti più importanti sul settore vinicolo locale derivano però dagli shock valutari. Così come è capitato per i vicini australiani, i dollari della Nuova Zelanda hanno preso a calare contro il dollaro. In questo momento, bastano 0.65 dollari americani per comprare un dollaro americano, mentre un anno fa erano necessari 0.80-0.85 dollari (ma lo stesso valeva anche nei due anni precedenti). Approfittando di questa svalutazione, i neozelandesi hanno tagliato i prezzi in valuta estera per smerciare più vino: infatti le esportazioni sono continuate a crescere in volume del 12%, raggiungendo 2 milioni di ettolitri, ma il loro valore è cresciuto soltanto del 7%. A rigor di logica ci si sarebbe dovuti aspettare un balzo ben più significativo, se i prezzi in valuta locale (dei paesi dove esportano cioè USA/Canada, Australia e Regno Unito) fosse rimasto stabile. Dall’altra parte, i nostri lontani concorrenti, visto il crescente prezzo dei vini esteri hanno ripreso a bere maggiormente vino locale. In tutto questo contesto l’associazione non è così preoccupata per la scarsa vendemmia, avendo le aziende ancora molte scorte del vino 2014, anche se dai nostri calcoli ci sembra difficile andare oltre con i volumi il livello chiuso a giugno 2015!
Ma andiamo a leggere qualche numero in dettaglio.

- La produzione cala del 27% a 2.35 milioni di ettolitri, che sono coltivati su una superficie che ha raggiunto i 35800 ettari, in crescita dell’1% circa rispetto allo scorso anno, un ritmo ormai piuttosto costante da qualche anno a questa parte. Secondo l’associazione continuerà dato che sono stati approvati impianti per 700 ettari nei prossimi 2 anni.
- Quello che sta cambiando è la struttura del settore. Per la prima volta da molti anni a questa parte il numero dei produttori cala, il che porta a 53 il numero di ettari medi vitati. Ci sono ormai 17 cantine che producono più di 4 milioni di litri di vino all’anno.
- L’andamento del mercato locale è stato molto ondivago. Nel 2015, secondo l’associazione le vendite locali sono cresciute del 24% in volume (!), ma il dato si confronta con un 2013 e 2014 particolarmente depressi, talchè facendo un calcolo su 5 anni esce un +2% annuo. Siccome trattasi di volumi possiamo dire sia un buon dato. Quello che invece non sta capitando in NZ è un incremento dei consumi pro-capite, che invece resta intorno a 21 litri. Quindi, il maggior consumo è derivato essenzialmente dalla dinamica demografica.
- Infine le esportazioni, che toccano i 2.1 milioni per la prima volta nella storia sono a +12%. Diciamo che essendo la produzione media degli ultimi 5 anni intorno a 2.5 milioni di ettolitri e che i locali mediamente si bevono 0.6 milioni ettolitri, di cui 0.3-0.4 di vino domestico, siamo quasi arrivati al dunque: il balzo delle esportazioni è in via di esaurimento…



