Cile – esportazioni di vino 2012

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Fonte: Vinos de Chile

Le esportazioni di vino cilene hanno superato nel 2012 il massimo storico sia in volume che in valore (espresso in dollari americani). Il Cile è diventato proprio lo scorso anno il quarto esportatore mondiale di vino per volume, dietro i tre grandi paesi europei e scalzando l’Australia, mentre resta il numero 5 dietro l’Australia per quanto riguarda le esportazioni a valore. Come accade per l’Australia, lo scenario valutario cui si è trovato di fronte il Cile non è stato facile: la valuta locale si è costantemente rafforzata nel corso degli ultimi anni contro quasi tutte le valute dei principali paesi importatori del suo prodotto: per questo motivo, guardando a questi dati nel lungo termine è molto facile accorgersi del fatto che i Cileni hanno dovuto esportare molto prodotto (+43% in 5 anni) per ottenere un incremento nel medesimo periodo del 23% circa delle esportazioni. Ma come sono andate nel 2012 le esportazioni? Beh, il valore del vino esportato è cresciuto del 6% espresso in dollari americani, con un incremento del 13% del volume: si tratta rispettivamente di 1.8 miliardi di dollari e 7.5 milioni di ettolitri. Non sono però tutte rose e fiori. Anche il vino cileno comincia a essere un prodotto maturo in molti mercati e il trend storico di incremento del prodotto in bottiglia rispetto a quello sfuso si è brutalmente interrotto, seguendo un trend comune a altre nazioni. Andiamo nel dettaglio.

 

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  • L’incremento di volumi del 13% va annoverato completamente al vino sfuso, che cresce del 44% a 2.8 milioni di ettolitri (+47% a 292 milioni di dollari in volume). E’ una inversione di tendenza, dopo che il prodotto sfuso era sceso negli anni precedenti dal 40% circa del 2009 al 29% del 2011. Siamo al 37% dei volumi nel 2012. Va però specificato che come per l’Australia le scelte logistiche dei principali operatori (Concha y Toro in testa) circa dove imbottigliare sono argomenti sensibili a tale proposito, soprattutto data la forte concentrazione in capo a 2-3 grandi esportatori.
  • Il vino imbottigliato resta invece stabile a 4.4 milioni di ettolitri in volume e circa 1.4 miliardi di dollari in valore. La partita, come per l’Italia, si gioca qui, dato che rappresenta l’80% del totale.
  • Se guardiamo al breakdown geografico, con gli USA e il Regno Unito che rappresentano il 14% ciascuno e lo incrociamo con l’andamento per mercato (che trovate nel terzo grafico del post) dove vedete che questi due mercati sono stati negativi nel 2012, avete fatto bingo. Infatti per la prima volta, 3 dei 5 principali mercati del vino cileno imbottigliato (a valore) sono stati negativi: UK -5%, USA -7% e Olanda -2%.
  • A tenere su la baracca c’è un’ondata di nuovi mercati in Oriente, con l’Asia che come continente cresce del 15-16% e la conferma della forza del prodotto cileno nel suo continente, l’America Latina, dove nonostante crescenti difficoltà con i cambi (il Real Braziliano per esempio è andato a pezzi nel 2012…) il prodotto cresce ancora del 9-10%. Il vecchio mondo, l’Europa, e il Nord America sono invece in calo del 5%.
  • Infine, vi faccio notare che è apparsa nelle statistiche la Russia, tra i primi 10 mercati, scalzando presumibilmente la Germania…

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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