
L’argomento per il weekend è quello dei risultati di Vranken Pommery dei primi 6 mesi dell’anno. Sono interessanti perché sottolineano come le grandi aziende della Champagne stiano continuando a fare fatica. Abbiamo qualche settimana fa sentito messaggi sul calo delle consegne nei primi mesi del 2012, questi numeri sul semestre mettono in luce la stasi delle vendite e degli utili, in un periodo comunque “scarico” per il settore. Le indicazioni sull’anno recitano un vago: “considerato lo scenario economico incerto in Francia, in Europa e nel mondo, e tenuto conto della stagionalità delle vendite, i risultati del primo semestre non possono essere presi come base per l’anno. Ad ogni modo, considerate le indicazioni dei direttori delle vendite, si prevede di realizzare nel 2012 un incremento delle vendite e dei margini”. Per ora le cose non vanno in questa maniera… vediamo insieme.

- Il fatturato scende dell’1% a 125.5 milioni, con un +1% in Francia, che rappresenta il primo mercato e un -5% all’estero. La forte esposizione del gruppo al mercato francese non è un buon biglietto da visita per supportare le indicazioni sul fine anno…
- Se poi escludiamo i vini rosati del sud francese, che stanno crescendo del 10% annuo, le vendite di Champagne sono anche andate peggio.
- Il risultato operativo rettificato è stato di 8.5 milioni di euro (contro quello dichiarato di 7.4), sostanzialmente stabile sullo scorso anno. Gli ammortamenti sono fermi, il costo del personale scende del 3%, mentre si riduce ancora il margine sulle vendite (in termini di costo del venduto), passando dal 32.7% del primo semestre 2011 al 31.6% di quest’anno. Qui potremmo aprire un discorso sul fatto che le materie prime crescono e che le maison di Champagne per la maggior parte sono compratori di materia prima… ci fermiamo qui. Vale però la pena di notare come i margini dell’attività non abbiano nemmeno nel primo semestre 2012 dato alcun segno di rimbalzo.
- La seconda considerazione importante è sulla struttura finanziaria. È vero che nel 2012 le scorte sono cresciute dello stesso ammontare del debito, ma nell’arco degli ultimi 3-4 anni ciò non è confermato, anzi: da giugno 2008 a giugno 2012 il debito è salito di 106 milioni, il magazzino soltanto di 62. Ciò significa che l’azienda, che comunque paga un dividendo non ha generato molta cassa oltre a quella distribuita.
- Vedremo se gli altri operatori della Champagne sapranno fare meglio…

