Il 2011 si è chiuso con un rallentamento per l’export il vino italiano. I dati di dicembre ci propongono un calo dei volumi (che non si vedeva da molto tempo) e un incremento del valore delle esportazioni che cresce ancora, ma soltanto del 4% rispetto a dicembre 2010. Detto questo, il clima economico nell’unione europea non è stato dei migliori e, se si guardano i dati francesi, per esempio, ci sono indicazioni peggiori. Oggi però il post è “riassuntivo” e ci da la possibilità di fornire i tre grandi numeri dell’export italiano 2011: 23.8 milioni di ettolitri a 183 euro, uguale 4,367 milioni di euro. Si tratta del record storico, sia per i volumi che per il valore. Vediamo in dettaglio come ci si è arrivati, ma prima una considerazione di fondo: l’export è ancora fortemente focalizzato sul “vecchio mondo”, con USA e Germania che contano per oltre 900 milioni di euro ciascuno. Se ciò rappresenta un vantaggio (posizione radicata, buona conoscenza del mercato e, nel 2012, presumibilmente un effetto positivo dal dollaro), in prospettiva potrebbe essere un problema, dato che la crescita (come stiamo cominciando a vedere) si genera nei mercati emergenti, dove invece di essere il leader l’Italia appare molto spesso come un comprimario.
- Il vino imbottigliato è quello che paradossalmente sta andando meglio di tutti in questo fine anno. Nel 2011 è cresciuto del 7% a volume (13.4m/hl) e del 10% a valore a 3.4 miliardi di euro. È l’unico comparto dove nel fine anno sia i volumi che i valori sono cresciuti. Il protagonista assoluto del 2011 sono gli USA, che hanno incrementato le importazioni del 13% a 826 milioni,, “allontanandosi” ulteriormente dalla Germania, cresciuta invece soltanto del 5%. Sembra invece in buona ripresa il mercato inglese, che finalmente è cresciuto del 20% a dicembre, chiudendo l’anno con un +9%.
- Per il vino sfuso il rallentamento dei volumi è iniziato a giugno, fino ad acuirsi a dicembre con un -28%. Alla fine nel 2011 sono stati esportati 8.2m/hl, l’11% in più del 2010, ma certamente a giugno la crescita era sul piede del 28% e il volume annuo aveva toccato 8.6m/hl. La Germania in questo caso è il mercato di riferimento, ma il secondo mercato è ora diventato l’Ungheria. Esistono poi come vedete 5 mercati più o meno allineati che importanto 20-22m euro di vino sfuso all’anno. Di nuovo, anche la crescita a valore si attenua: alla fine siamo a +18.5% (391m di euro).
- Infine, un cenno agli spumanti, ai quali dedichiamo il prossimo post. Qui il panorama è variegato ma un dato molto chiaro c’è: gli Stati Uniti hanno sorpassato la Germania come primo mercato di esportazione per gli spumanti italiani, così come lo sono per i vini imbottigilati. Gli USA sono cresciuti nell’anno del 36% contro “soltanto” il 16% dei vini tedeschi. Dietro di loro, Regno Unito e Russia, per le quali avrei scommesso in un sorpasso a fine anno, che in realtà non c’è stato. Ma questi dati li guardiamo meglio mercoledì.
Ciao Marco,
Bene i dati che mi sento di “ratificare” usando le medesime fonti. Una domanda: con riferimento agli Spumanti, ricordo che avevi iniziato a segmentare per codice nomenclatura individuando Asti (l’unico tracciato come denominazione), le DOC e DOCG ed i generici. Sarebbe possibile vedere il dato di chiusura anno con questo interessantissimo split? Grazie ancora per i tuoi preziosi post!
Massimo
Ciao Massimo, mi sembra che la programmazione del blog con le esportazioni di spumante abbia placato la tua sete! Ci vediamo al Vinitaly la prossima settimana.
Marco
Grazie Bacca! Pad. 4 stand (nuovo) B7! A presto.