Foster’s – risultati primo semestre 2010-11

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Foster’s ha pubblicato i risultati per il semestre terminato a dicembre 2010 e ha annunciato che la separazione tra la divisione birra e quella vino (Treasury Wine estates) sara’ operativa da Giugno 2010. Questi risultati (oggi parliamo soltanto della divisione vino, che chiamiamo per brevita’ TWE) sono caratterizzati dalla debolezza della divisione birra e dal miglioramento (prima dell’impatto dei cambi) della divisione vino. Se leggiamo quello che scrivevamo un annetto fa (cioe’ che Foster’s voleva separarsi dalla divisione vino perche’ offuscava i buoni risultati della birra), viene da sorridere. Resta il grande motivo di fondo: due entita’ separate consentono agli investitori di scegliere dove investire.



Torniamo ai numeri. La divisione vino ha subito nel semestre un ulteriore impatto negativo sia sulle vendite (il 5.5%) che sugli utili (circa il 20% in meno a quanto avrebbe realizzato con i cambi stabili). Le vendite sono scese nel semestre Luglio-Dicembre 2010 dell’8% a 924 milioni di dollari australiani. Senza il rafforzamento del dollaro australiano sarebbero comunque scese del 3%. Cio’ a causa di un calo del 6% delle vendite in America (-12% includendo i cambi, di cui -4% per le tenute americane e -26% per il prodotto originato dall’Australia), essenzialmente dovuto al calo del 12% delle casse vendute, cui ha fatto da contraltare un miglioramento del prezzo. Le vendite sul mercato domestico sono invece scese del 3%, tutto dovuto ai volumi depressi dalla fine dell’accordo di distribuzione di Riccadonna della Campari (che si e’ fatta la sua filiale distributiva). In Europa invece TWE continua ad andare bene, con vendite prima dei cambi in crescita del 2%, equamente diviso tra volumi e valore per cassa. TWE ha poi cominciato a dare i numeri separati per l’Asia, che e’ ancora una piccola parte delle vendite (31 milioni su 923) ma cresce del 25% all’anno.

Parlavamo dei margini. Dunque, TWE e’ riuscita ad assorbire l’impatto del cambio. L’utile operativo e’ stato stabile a 100 milioni di dollari australiani. Se i cambi fossero stati stabili sarebbe salito di quasi il 20% a 119 milioni. Se facciamo un calcolo piu’ generale e guardiamo gli utili del 2008, cioe’ pre-crisi, TWE generava 243 milioni di dollari australiani. Il cambio ha impattato negativamente per 83 milioni nel 2009 e 19 milioni nel 2010, quindi 102 milioni in totale. Cio’ significa che oggi TWE sta generando circa 100 milioni di dollari australiani contro un livello a parita’ di cambi di circa 141 milioni pre-crisi. Siamo quindi circa il 25-30% sotto il livello del 2008, anche se i numeri suggerirebbero una realta’ molto meno incoraggiante.

Fatturati in calo e utili stabili significano margini in miglioramento. Tutto cio’ deriva da un miglioramento del prezzo mix del 3.4% contro un calo del costo di produzione del 2.1%. E’ quello che succede soprattutto nelle aree dove il prezzo-mix migliora: in Australia e Asia il margine sale dal 13% al 14%, in America addirittura dal 9% al 12.6%, forte di un incremento del 6% del prezzo-mix. Va peggio in Europa, dove TWE e’ passata da un margine del 6% al pareggio operativo (0%). Qui, pero’, si e’ concentrato un forte impatto negativo dei cambi (15 milioni, senza il quale gli utili sarebbero cresciuti), dato che in Europa si vende soprattutto il prodotto australiano.

Appuntamento a giugno quando seguiremo la quotazione di Treasury Wine Estates.


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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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