Se qualche giorno fa abbiamo osservato il boom dei prezzi dei grandi vini, con questo post cerchiamo di mettere a fuoco le cause e chi sono i 100 grandi nomi nel mirino degli investitori. Dunque, il Liv-ex fa una specie di statistica dove considera 5 fattori: (1) il peso totale del marchio sugli scambi del loro “mercato”; (2) il punteggio medio assegnato dalle guide; (3) il prezzo per cassa (sterline); (4) l’andamento dei prezzi rispetto allo scorso anno; (5) il valore stimato del marchio come numero di casse prodotte per valore per cassa da loro registrato. Da questo calcolone esce una classifica che, guarda un po’, e’ la stessa che fece Napoleone nel 1855. Difatti nel loro studio appare Napoleone sulla copertina. In 155 anni non abbiamo scoperto niente…
Prima di commentare i numeri e la (bassa) posizione dei nostri marchi, e’ il caso di elencare le ragioni che Liv-ex porta per spiegare il boom dei prezzi (+13% sui 100 nomi in media ma +38% sui primi 10 marchi) e le spiegazioni sul trend delle varie categorie: (1) i prezzi dei grandi marchi sono guidati dalla domanda asiatica; (2) per la prima volta da 5 anni che fanno la classifica i 5 premier cru di Bordeaux sono ai primi 5 posti; (3) e’ tutta colpa dei cinesi se esplode la domanda dei marchi facilmente riconoscibili ad elevati volumi della sponda sinistra di Bordeaux; (4) siccome non ci sono abbastanza grand cru si stanno adesso concentrando sui secondi vini; (5) lo Champagne va male perche’ la sua domanda e’ essenzialmente “occidentale” e poco “orientale”; (6) lo Chateneuf-du-Pape va particolarmente bene.
Questo post l’ho tenuto espressamente con i numeri e no grafici perche’ e’ bello leggerlo e consultare la statistica. Colore shocking a causa di vecchio excel… perdonerete… Ho spaccato la tabella per esigenze di spazio e dimensione dell’attachment.
I primi 10 in classifica sono francesi, di cui 9 Bordeaux e il Domaine de la Romanee Conti al 6 posto. Il vino piu’ caro e’ pero’ il n.7, cioe’ Petrus con 18859 sterline per cassa, seguito proprio da DRC con 16253. Il prezzo medio per cassa dei 100 marchi principali e’ di 2218 sterline, cioe’ mal contati 217 euro per bottiglia. I primi 5 Bordeaux, tutti i 5 premier cru, sono crescuiti tra il 24% (Haut Brion) e l’80% (Lafite Rothschild) nel 2010.
Molto interessante la moltiplica tra prezzo e volumi (presunti immagino). Il maggior marchio nel vino del mondo sarebbe Lafite Rothschild a 165 milioni di sterline, seguito dal Dom Pérignon Vintage (152 milioni, ma al 40esimo posto della classifica) e da Mouton Rothschild (116 milioni, terzo anche nella classifica del Liv-ex). Il solo altro marchio a superare i 100 milioni e’ DRC (106 milioni). I punteggi medi e il peso sugli scambi sono meno significativi per i nostri scopi, sappiate che il Liv-ex e’ un mercato concentratissimo, dato che i primi 10 nomi fanno il 70% degli scambi.
Dunque, i marchi italiani dove sono? Sassicaia n.21 (dal 39esimo posto), valore del marchio 15 milioni di sterline, prezzi in crescita del 16%. Masseto n.31 dal 19esimo posto del 2009, valore 8 milioni prezzi -6%. Poi Ornellaia che crolla dal n.12 al n.32, Gaja stabile al 64esimo posto e Solaia dal 34esimo al 65esimo posto. Totale: 0.8% degli scambi del Liv-ex, 1831 euro medi per cassa (picco del Masseto a 3600 sterline), valore dei marchi “-aia” tra 10 e 15 milioni di sterline, poi Masseto 8 milioni e Gaja 2.6 milioni (ma qui bisognerebbe capire come sono fatti questi numeri…).
bel post, complimenti…
e complimenti per il sito. gli do una sbirciatina ogni mattina
una precisazione:
per avere un idea più completa dello strapotere del Médoc, credo si dovrebbero accorpare i valori dei primi vini di ciascuna azienda, con quello delle seconde etichette:
Lo strapotere del duo lafite (lafite + carruades + duhart milon + rieussec + l’evangile)e latour (latour + les forts de latour) sarebbe apprezzabile nella sua totalità.
mentre i marchi francesi della baronessa, figli di mouton (petit mouton, armailhac) hanno probabilmente pagato in termini di minor crescita il peso del loro “fratellino sfigato” mouton-cadet (da questo punto di vista, l’aver inserito il nome mouton ad un vinello del genere è stato sicuramente penalizzante)
Ciao Nicolas, lo so bene di che cosa parli. Anche io avevo avuto la tentazione di far “collassare” i numeri due dentro i numeri uno, ma poi la classifica si sarebbe sfigurata, siccome io non ho in mano l’algoritmo con cui l’hanno fatta.
Hai perfettamente ragione sul dominio dei Bordeaux…
bacca