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Il 2016 chiude con un secondo colpo di coda dei vini fermi e porta le esportazioni italiane al loro massimo storico di 5582 milioni di euro, per una crescita del 4.4% sullo scorso anno. Il mese si caratterizza per due cose: un calo marginale ma comunque “nuovo” dei vini spumanti dell’1% (in un mese peraltro non critico), non accadeva da ottobre 2015, con un secco -21% del Regno Unito nel solo mese di dicembre. Secondo: una ripresa molto visibile delle esportazioni di vini sfusi, che da agosto a questa parte hanno dato segnali di risveglio (come hanno anche ripreso vigore le esportazioni di vino fermo). Terzo: un temporaneo stop alla crescita delle esportazioni in Cina, dopo molti mesi positivi, che fa restare il paese sotto la soglia di 100 milioni di euro, a meno di ricomprendere anche le categorie minori rispetto a quelle che normalmente includiamo (cioè imbottigliati, sfusi e spumanti). Le conclusioni già fatte nei mesi precedenti non cambiano nella sostanza: è stato un anno molto positivo per l’Italia e la crescita delle esportazioni di oltre il 4% non è secondo quasi a nessuno (alla Nuova Zelanda si…). Però, dalle considerazioni di sopra il 2017 si apre con qualche punto di domanda sulla sostenibilità di tale andamento, molto legata agli spumanti e, all’interno della categoria, ad alcuni spumanti. Passiamo ai dati.