2020


Utili, margini e ritorno sul capitale delle principali aziende vinicole – aggiornamento 2020

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Proseguiamo l’analisi dei bilanci 2020 delle aziende vinicole italiane con il focus sul capitale investito, sui margini e sul ritorno sul capitale. I dati di quest’anno sono più difficili da analizzare per via della discontinuità del Covid, che ha abbassato del 14% circa l’utile operativo cumulato di queste aziende rispetto al 2019 (a fronte di un calo delle vendite del 5% e per un margine quindi sceso dall’8% al 7%), ma anche per via di una discontinuità contabile. Mi riferisco alla rivalutazione dei marchi e degli attivi che il fisco italiano ha consentito nel 2020 a fronte del pagamento di una tassa del 3% sul valore rivalutato (che quindi fa crescere il capitale investito in modo artificiale). Su questo valore sarà poi consentito un risparmio fiscale spalmato su 18 anni pari all’aliquota fiscale (24%). Un vero e proprio regalo (ingiustificato a parere di chi scrive e scandaloso se andate a leggervi il modo in cui si è “intrufolato” nella legge finanziaria 2020) che ora il Governo Draghi sta cercando di correggere (allungando il periodo di rientro da 18 a 50 anni, ma ormail il danno è fatto). Tornando ai nostri numeri, Antinori ovviamente continua a posizionarsi ai vertici del ranking dei margini, davanti a Frescobaldi, Santa Margherita e Botter e resta anche l’azienda con il maggior capitale investito (spinto nel 2020 dalla rivalutazione di cui dicevamo). In termini di ritorno sul capitale, sono le aziende con relatiamente meno capitale e meno integrazione verticale, esposte agli spumanti, che “vincono” e quindi parliamo di Enoitalia, Santa Margherita, Villa Sandi, Mionetto e via dicendo.

Nel resto del post trovate matrici di posizionamento, ranking e anche il grafico animato che mi sono ricordato di aggiornare. Vi ricordo che nella sezione Solonumeri si è aperta una sezione dedicata ai dati finanziari. Buona consultazione.

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Le importazioni mondiali di vini spumanti – aggiornamento 2020

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Le importazioni di spumante nel mondo sono calate del 13% circa nel 2020 se espresse in dollari e del 15% se espresse in euro. Nel 2020 a causa del covid, la performance dei tre principali mercati e stata negativa per ben oltre il 10%. Il principale mercato restano gli USA che con 1.1 miliardi di euro e un calo dell’11%. Gli USA continuano a rappresentare poco oltre il 20% delle importazioni mondiali di spumante. Il secondo e il terzo mercato, quindi il Regno Unito e il Giappone, sono calati invece del 14% e del 24% rispettivamente. Nella lista che trovate all’interno del post sia in dollari che in euro ci sono poche eccezioni positive tra i principali mercati va menzionato il caso della Russia che si è mantenuta stabile a poco meno di 200 milioni di euro e la Svezia, che invece è cresciuta del 5%. Cali meno marcati si sono poi registrati per mercati come la Svizzera (-6%) e il Canada (-7%). Il combinato di Cina e Hong Kong ha segnato 127 milioni di importazioni di spumante contro 131 milioni registrati nel 2019 e 128 milioni nel 2018, confermandosi quindi un mercato stabile ma non in crescita per i vini spumanti. Nel corso del 2020 l’importo diretto in Cina è calato del 16% mentre è cresciuto del 14% quello relativo a Hong Kong.

Vi lascio con i grafici (compreso quello animato all’interno) e le tabelle, che trovate anche in formato testo all’interno della sezione Solonumeri.

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Le esportazioni mondiali di vini spumanti – aggiornamento 2020

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Secondo la nostra analisi sui dati di UN Comtrade, i flussi di commercio estero di spumanti nel mondo sono calati da 7.3 miliardi di dollari del 2019 a 6.3 miliardi di dollari nel 2020, -13%. Il calo diventa poi -15% se parametrato in euro, vista la leggera svalutazione della valuta americana. Il calcolo è molto più complicato sui volumi, a causa della presenza di dati molto volatili. Diciamo che se prendessimo soltanto i volumi esportati dei principali paesi produttori (Francia, Spagna, Italia, Germania e Australia), arriveremmo a un calo dell’8% da 8.7 milioni di ettolitri a 8.0 milioni di ettolitri. Come è sempre capitato in tutte le crisi mondiali, la Francia è il paese che ha subito il maggior calo, passando da 3.4 a 2.8 miliardi di euro di export, -19%. Italia e Spagna sono state decisamente meno impattate, con un calo del 7% e dell’11% rispettivamente, per un valore di 1.47 miliardi e 400 milioni di euro rispettivamente. Dopo questi tre paesi, come potete apprezzare dalla lista, cominciamo con i “trader” come Singapore e quindi perdiamo di rilevanza. I dati di volume sono generalmente migliori di quelli a valore per Italia e Spagna, con cali del 2-3% sul 2019, mentre sono peggiori per la Francia, -22% a 1.7 milioni di ettolitri. Ovviamente l’Italia mantiene una leadership piuttosto marcata sui volumi, che hanno superato secondo UN Comtrade 4m/hl (i volumi di Istat sono leggermente diversi ma comunque coerenti con questi).

Bene, vi lascio alle tabelle e ai grafici, mentre nel prossimo post affrontiamo l’argomento al contrario, cioè le importazioni per paese 2020 (tabella già aggiornata in Solonumeri, a proposito).

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Russia – importazioni di vino 2020

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Con molto ritardo sono state pubblicate le statistiche sul commercio estero russo, che aggiorniamo oggi per quanto riguarda l’import di vino. Nel 2020 la Russia ha importato molto meno vino della norma, ma non ha speso molto di meno. In due parole è questo il riassunto dei dati che trovate all’interno del post e che potete anche consultare in formato scaricabile nella sezione Solonumeri.

Nel dettaglio, le importazioni sono calate del 14% in volume a 5.6 milioni di ettolitri, con l’Italia che ha ripreso la leadership (1.6m/hl, -40%) rispetto alla Spagna che nel 2019 l’aveva superata (2020: 1.0m/hl, -57%) appaiata alla Georgia, mentre il valore delle esportazioni si è mantenuto vicino al miliardo di euro, 958 milioni per la precisione, con un calo soltanto dell’8%. Se poi mettiamo nel conto la svalutazione del rublo del 14%, questo -8% diventa +5% per un valore di 79 miliardi di rubli. L’Italia guadagna ulteriormente quote di mercato, con un calo soltanto del 2% a 297 milioni di euro, rispetto al -4% della Francia (164 milioni) e, nuova terza forza nel mercato russo, alla Georgia che invece cresce del 18% a 147 miloni presumibilmente grazie alla prossimità geografica in un anno così complicato. Nel segment dei vini in bottiglia, la Georgia è addirittura il numero due del mercato dietro l’Italia. Nel segmento degli spumanti, storicamente importante per la Russia, il 2020 è stato un anno stabile con importazioni di 193 milioni di euro. Sono anche circa stabili i dati italiani (116 milioni, circa il 60% del totale) e francesi (54 milioni, -2%).

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