Nuova Zelanda – esportazioni di vino 2016

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Fonte: elaborazione de inumeridelvino.it su dati UN Comtrade data

Non so se ci sono degli animali veloci in Nuova Zelanda, ma certamente le esportazioni di vino da questo paese agli antipodi dell’Italia continuano a crescere e quest’anno mi obbligano a cambiare la colonna tra i maggiori esportatori mondiali, dall’ottavo al settimo posto, superando (quasi certamente) la Germania e sfondando per la prima volta quota 1 miliardi di euro, che corrispondono a 1.6 miliardi di dollari neozelandesi. Data la sostanziale stabilità dei tassi di cambio tra Euro, dollaro e dollaro locale, da qualunque lato la si guardi la crescita è stata del 5% circa nel 2016 e il “ritmo quinquennale” per così dire di poco meno dell’8% in valuta locale e di quasi il 10% in Euro. Non ci sono però solo buone notizie. Accanto all’andamento positivo in mercati come quello USA (ormai di gran lunga il principale), c’è lo stop nel Regno Unito (dove mi sa che va bene solo il vino italiano grazie agli spumanti) e scorrendo la classifica comincia ad apparire qualche segno meno. Certamente si sta verificando un “impoverimento” della qualità delle esportazioni, data la crescita importante dei prodotti sfusi (+15/16%) rispetto agli imbottigliati (+3%), che ha portato la categoria a superare il 20% delle esportazioni totali, come vedete nel prossimo grafico. Andiamo a leggere qualche numero insieme.

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  • Le esportazioni totali della Nuova Zelanda crescono del 5% a 1.616 miliardi di dollari, o 1017 milioni di euro.
  • Il volume esportato è in crescita del 7% a 2.3 milioni di ettolitri, il che implica una media di circa 700 dollari neozelandesi per ettolitro esportato, cioè circa 440 euro, un valore molto elevato per quanto in leggero calo rispetto al 2015 a causa della crescita delle esportazioni di vino sfuso, +15% a 324 milioni di dollari neozelandesi, rispetto al +3% (1.28 miliardi di dollari) del vino imbottigliato. La Nuova Zelanda resta un player marginale nel segmento degli spumanti.
  • In termini di mercati, gli USA crescono del 13% in valore a 490 milioni di dollari con un incremento dei volumi del 9% a 660mila ettolitri, con una progressione impressionante che già dal 2012 ha consentito di superare il mercato storico per i vini neozelandesi, il Regno Unito.
  • Nel Regno Unito la chiusura è stabile a 381 milioni di dollari, con volumi in crescita dell’11% a 663 mila ettolitri. Anche il terzo mercato, la vicina Australia cresce meno della media a +4% nell’anno.
  • Il prodotto neozelandese invece cresce molto in Canada, sull’onda degli USA, dove raggiunge quota 100 milioni di dollari (+10%) e, seppur con valori assoluti molto più marginali, in Irlanda (23 milioni, +19%) e Francia (20 milioni, +22%) dove pare un vero e proprio fenomeno “strutturale”.
  • Come dicevamo sopra, non tutti i segni sono “più”. I segni meno sono in Olanda, dopo anni di forte crescita e curiosamente in Cina, Hong Kong e Singapore, dove per qualche motivo il vino neozelandese non riesce a sfondare come in altri mercati. Un forte ritracciamento è anche visibile in Giappone, dove le esportazioni sono crollate di quasi il 30% nel corso del 2016.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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