CAVIT – risultati e analisi di bilancio 2011-12

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Nell’esercizio terminato a maggio 2012 CAVIT ha mantenuto ricavi stabili ma ha migliorato sensibilmente la sua struttura finanziaria, riducendo il debito come era già successo negli ultimi 2 anni. Tale strategia corrisponde a una precisa volontà dell’azienda di affrontare i “tempi duri” con un debito inferiore, anche in relazione all’aumento del suo costo. Come è stato ottenuto questo calo del debito? In parte grazie al miglioramento dei margini di profitto, in parte grazie a un temporaneo calo degli investimenti e, infine, in parte grazie all’aumento dei debiti verso i soci per la nuova campagna. Dal punto di vista operativo, CAVIT continua a investire pesantemente sul marchio, soprattutto nel mercato americano, per mantenere le posizioni acquisite. Infatti, come vedremo, il peso degli acquisti di materie prime (vino) sul fatturato è in costante diminuzione.

Stranamente, CAVIT è andata meglio in Italia che non all’estero (avrei scommesso il contrario). Non solo, i dati dei primi mesi del nuovo esercizio confermano questa tendenza, con un saldo comunque in terreno negativo, ma di questo ne parleremo tra un anno. Vediamo i principali dati finanziari.

  • Il fatturato cresce dell’1% a 153 milioni di euro, ritornando ai livelli pre-crisi ma non al livello record del 2007, prima di perdere il contratto di produzione americano. I vini fermi sono stabili a 136 milioni, mentre gli spumanti crescono del 14% a 14 milioni, su un percorso di ininterrotta crescita da ormai 7 anni a questa parte. Dal punto di vista geografico, le vendite in Italia crescono del 5% a 36 milioni, mentre quest’anno le vendite estere sono stabili a 117 milioni.
  • Sebbene sia una cooperativa, CAVIT ha realizzato nel 2012 un po’ di utili, con un MOL di 5.4 milioni e un utile operativo di 1.4 milioni. La struttura dei costi continua a cambiare con uno spostamento dai costi di acquisto della materia prima ai costi accessori. Nel 2012, le materie prime sono state il 73% delle vendite, il livello più basso della storia del gruppo.
  • L’utile netto sale da 1.3 a 3.4 milioni di euro anche grazie a dei proventi non ricorrenti di circa 2 milioni di euro.
  • Dal punto di vista finanziario, il debito finanziario è in ulteriore calo, da 19 a 13 milioni di euro. Tale miglioramento è riconducibile a: (1) un miglioramento della generazione di cassa dalla gestione da 5 a 7 milioni di euro, dovuto a 2 milioni di euro di proventi non ricorrenti; (2) un impatto negativo dal capitale circolante di 6 milioni di euro, dovuto all’incremento dei crediti verso clienti (difficoltà di incasso?); (3) un brusco calo degli investimenti a 2 milioni di euro, ben al di sotto del livello storico tra 6 e 11 milioni (ma ben presto torneranno a crescere, visti i nuovi progetti); (4) un incremento dei debiti verso soci da 30 a 34 milioni, la cui differenza è andata interamente a ribattersi sulla posizione finanziaria netta.
  • I rapporti di indebitamento sono così scesi a un livello molto sano. Il rapporto con il patrimonio è a 0.3, il debito/MOL è sceso a 2.5 volte, un livello molto tranquillo, anche considerato il picco storico che la cooperativa ha raggiunto in passato (8 volte).
  • Gli investimenti dovrebbero riprendere dal 2012/13, dato che il gruppo ha approvato un piano per 12.6 milioni di euro di investimenti su 5 anni, di cui 8 milioni nei primi 2 anni. Obiettivi? Potenziamento nell’area vini frizzanti e metodo classico.

 

 

Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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