GIV – risultati prelimari 2010 e strategia

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GIV ha presentato i dati preliminari 2010 alla stampa e l’acquisizione di Cavicchioli qualche giorno fa. Dopo una serie di operazioni straordinarie, partite con l’operazione Bolla (acquista da Brown Forman), la riorganizzazione con l’inclusione della divisione Coltiva e piu’ recentemente l’accordo per la distribuzione in Italia di Carpene’ Malvolti e l’acquisto del ramo d’azienda commerciale di Cavicchioli, e’ tempo di concentrarsi sullo sfruttamento del potenziale dei marchi soprattutto sul mercato estero. GIV e’ ancora poco esposto ai nuovi mercati come Cina e Russia (le vendite fuori dai paesi “sviluppati” sono soltanto il 5% del totale), che sono nel mirino della divisione commerciale. Intanto, nel 2010 i risultati sono migliorati e il debito e’ cominciato a scendere. E’ un buon segno: GIV si e’ liberata dello status di cooperativa e deve oggi trovare al suo interno le risorse per svilupparsi. Con un margine MOL sulle vendite ancora inferiore al 10% (7.4% nel 2010) sembra esserci spazio per un significativo miglioramento.



Trovate una serie di dati anche descrittivi del gruppo. Nel 2010 le bottiglie sono state 90 milioni, nel 2011 dovrebbero salire soltanto con Cavicchioli verso i 108-110 milioni, oltre a un piccolo apporto di Carpene’. Gli ettari sono 1340 dai 1220 di 6 anni fa, mentre le cantine sono cresciute da 14 a 15 e i dipendenti da 349 a 868.

Le vendite 2010 sono state di 328 milioni, in crescita dell’8%, con un peso dell’Italia del 31%, sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno. La crescita delle vendite a parita’ di perimetro di consolidamento e’ stata del 4% circa. Il fatturato e’ destinato a crescere ancora: senza considerare alcuna crescita organica, nel 2011 GIV beneficera’ di ulteriori 3-4 milioni relativi alla distribuzione di Carpene’ Malvolti, oltre al consolidamento di 25milioni di vendite di Cavicchioli. Il punto di partenza per valutare se nel 2011 ci sara’ crescita e’ quindi intorno a 355 milioni. Le vendite sono concentrate in Italia (31%) e USA (28%), con la Francia che gioca come terzo mercato (15%, dove pero’ GIV vende anche altri prodotti).

II margini sono finalmente in crescita, anche se considerato un gruppo di questo tipo (e con questi marchi) e’ immaginabile che ci sia uno spazio molto rilevante per migliorare. Il MOL passa da 18 a 24 milioni nel 2010 e il margine dal 6% al 7.4%, secondo il comunicato (io avevo pubblicato qui un 2010 inferiore, a circa 14 milioni, correggo immediatamente).

Dal punto di vista finanziario, dopo l’operazione Cavicchioli, il gruppo sembra essere meno orientato a nuove acquisizioni. Il debito intanto e’ diminuito da 146 a 123 milioni (non abbiamo ancora i dettagli), un buon risultato considerato che dovrebbe includere Cavicchioli e l’acquisizione delle minoranze di GIV Sud. I parametri finanziari stanno migliorando e ormai il debito rispetto al patrimonio netto e’ sceso a 0.8 volte dal picco di 1.4 del 2006-07. Invece resta molto alto il rapporto tra debito e MOL a 5 volte, anche se in forte miglioramento dalle 8 volte del 2009. In questo caso (e in genere) questo tipo di rapporto e’ molto piu’ soggetto all’andamento dei profitti che non a quello del debito. Nel 2011, con tutta la carne al fuoco che ha GIV ci potrebbero essere significativi miglioramenti.


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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

1 Commento su “GIV – risultati prelimari 2010 e strategia”

  • Michele

    Il Payback del debito (indebitamento su mol) è molto preoccupante dato che un’impresa si considera in area di stabilità con valori intorno al 3,5 e dato che l’Italia sta attraversando una crisi che potrebbe portare pressione sulle imprese che presentano un eccessivo indebitamento rispetto ai margini operativi. Mi sfugge poi cosa ha determinato la diminuzione delle attività, considerando che sembrano inclusi i dati relativi all’acquisizione di cavicchioli (sperando che parte dei ricavi non siano dovuti a dismissioni di impieghi piuttosto che a vendite reali). Ma forse per chiarire il dubbio potrebbe essere sufficiente vedere il bilancio o anche una semplice suddivisione delle poste dell’attivo. Purtroppo per il 2011 io sono più pessimista, la chiave di volta per GIV come per le altre imprese italiane per fare il salto sia in termini di qualità d’impresa che in termini di dimensione è a mio parere rappresentato dalla Cina. La Cina entro il 2014 sarà il sesto mercato per consumo di vino e nessuna impresa italiana sembra aver realmente disegnato una strategia organica per entrare in questo mercato.

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