Paesi BRIC e il vino: Cina – panoramica e tendenze

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Fonte: IWSR/OEMV
La Cina e’ un animale misterioso sotto tutti i punti di vista. Come abbiamo visto qualche giorno fa nel post generale sui paesi BRIC, il paese ha un consumo di vino pro-capite molto limitato, in impercettibile aumento e demograficamente ha una popolazione quasi stabile (o almeno loro cercano di mantenerla stabile). Quello che vedrete in questo post e’ secondo me molto interessante perche’ ridefinisce per molti versi l’idea di cosa sara’ la Cina per il mondo del vino (sicuramente ridefinisce la mia idea) nei prossimi anni. In breve, IWSR si aspetta quanto segue: (1) che la crescita dei volumi nel mercato tendera’ a smorzarsi, stiamo nell’ordine del 4%; (2) che la grande sfida e’ il prezzo-mix per i prossimi anni; (3) che i Cinesi bevono per il 90% il loro vino nel 2009, ma il 99% 10 anni fa, quindi che potrebbe esserci una forte crescita per i produttori esteri nel mercato; (4) che la Cina non sara’ mai un mercato di spumanti come la Russia (non gli piace), sebbene i dati degli ultimi anni mostrino una forte apertura all’estero (e’ cinese solo il 44% dello spumante bevuto in loco). Quindi? Quindi probabilmente il vino non sara’ mai la bevanda dei cinesi, perlomeno nel nostro orizzonte di vita: oggi il vino e’ il 7% circa delle bevande alcoliche cinesi, era il 6.6% nel 2005 e il 5.4% nel 2000, si puo’ ravvisare una sorta di stabilizzazione. Pero’ il mondo del vino cinese e’ per molti versi favorevole all’Italia, data la forte predilezione per i vini rossi (90% del totale). Come abbiamo pero’ visto qualche tempo fa, l’Italia e’ rimasta un po’ al palo nella corsa al grande West (cioe’ Est).



Torniamo sui numeri, che indicano un mercato di 4.2 miliardi di dollari fatto per la quasi totalita’ di vino fermo, il 90% rosso. Si tratta di 93 milioni di casse da 9 litri (8.4 milioni di ettolitri di vino imbottigliato quindi), di cui 83 sono cinesi e 10 vengono da fuori. Questi i dati del 2009. La crescita e’ stata tumultuosa fino ad ora, dato che nel 1995 il mercato era di 18 milioni di casse: su 14 anni viene fuori un tasso composto di crescita del 12-13% annuo. Invece, di qui al 2015 le attese sono per una crescita sempre interessante ma molto piu’ moderata: +4.1% annuo, fino a raggiungere 125 milioni di casse nel 2015.

La quota degli esteri sta crescendo in modo significativo: nel 1995 100mila casse, nel 2000 300mila, poi 1.2 milioni nel 2005 e finalmente 10.1 milioni nel 2009: la curva e’ chiaramente nella sua fase piu’ ripida. Su questi 10 milioni di casse 4.5 milioni sono francesi e 2.1 milioni sono australiani. Poi vengono i cileni e per quindi veniamo noi che siamo ben sotto i 2 milioni di casse. Traduciamo in linguaggio comprensibile: 180mila ettolitri di vino imbottigliato.

Per gli spumanti c’e’ una speranza piu’ significativa perche’ l’Italia e’ una forza in crescita (57mila casse nel 2009) in un mercato che pero’ e’ asfittico e secondo lo studio non sara’ mai degno di nota anche e soprattutto per questioni culturali (i cinesi non amano le bollicine a quanto pare e non hanno capacita’ di raffreddare le bottglie nei bar, vanificando quindi uno dei principali canali di distribuzione del prodotto).


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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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