CAVIT – risultati e analisi di bilancio 2012-13

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Con Cavit cominciamo al solito la stagione dei bilanci 2013, essendo la prima azienda a chiuderlo a Maggio. L’annata per Cavit è andata discretamente bene, nel senso che con un fatturato ormai inchiodato da anni a poco più di 150 milioni, ha continuato nel sentiero di riduzione del debito. E’ probabilmente la grande cooperativa italiana meno indebitata e forte di questa struttura finanziaria ha deciso di fare un passo fuori dai confini, con un’acquisizione in Germania della più grande vecchia tedesca di produzione di spumanti metodo classico, la Kessler Sekt, con 1 milioni di bottiglie all’attivo. Gli effetti dell’acquisizione li vedremo il prossimo anno, ma certamente la quota di spumanti sull’attività di Cavit, oggi ancora sotto il 10%, con una esposizione soprattutto in Italia, è destinta a crescere. Certamente i soci della cooperativa, che già finanziano Cavit con circa 37 milioni di euro di crediti commerciali, sarà destinata a crescere, dato che la cooperativa non ha una significativa capacità di generazione di cassa indipendente. Passiamo all’analisi dei numeri.

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  • Le vendite sono rimaste stabili a 153 milioni, con una decisa riduzione in Italia (-7%), che oggi rappresenta soltanto il 22% del fatturato. Ciò è stato totalmente compensato dall’incremento delle vendite estere, +2% a 119 milioni di euro. Le vendite di vino sono rimaste stabili a 136 milioni mentre quelle di spumante, nonostante l’esposizione all’Italia, sono cresciute del 5%.
  • Dalla relazione degli amministratori abbiamo qualche dettaglio in più. In USA Cavit ci dice che il mercato per il vino italiano è difficile a causa della competizione del prodotto locale, che si sta anche facendo sentire sul Pinot Grigio italiano, cresciuto solo dell’1% nell’anno (contro +9% del consumo totale del vino), pur continuando a rappresentare l’80% delle importazioni. Cresce invece del 16% il Moscato.
  • Sotto le vendite migliorano leggermente in margini (3.8% MOL su fatturato, 1% utile operativo su fatturato), restando chiaramente su livelli “da cooperativa”, tali da consentire di finanziare gli investimenti necessari. L’utile netto finale di 4 milioni è come lo scorso anno più guidato da proventi straordinari e diversi che non dall’attività operativa.
  • La struttura finanziaria migliora ulteriormente, con un debito netto in discesa a 7 milioni, da 13 dello scorso anno. La generazione di cassa dell’attività è stata di 8 milioni di euro circa (di cui 2 non ricorrenti), poi sono stati spesi 6 milioni in investimenti. La discesa del debito si spiega con un miglioramento del capitale circolante (che ha assorbito circa 60 milioni contro 63 dello scorso anno), anche grazie all’articolo 62, e dall’incremento del debito verso i soci, passato da 34 a 37 miloni di euro.
  • Sta di fatto che la cooperativa è riuscita a fare questo passo importante in Germania, uno dei mercati più importanti al mondo per gli spumanti (22% dei consumi totali). Secondo gli amministratori, il marchio Kessler ha un alto potenziale per la credibilità maturata nel mercato tedesco. Purtroppo non sono disponibili molti dettagli dell’azienda…
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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