Il mercato del vino nei paesi BRIC – panoramica e tendenze

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La federazione spagnola del vino (OEMV) ha commissionato a IWSR uno studio sul mercato del vino nei cosiddetti paesi BRIC (piu’ Hong Kong). Su questi paesi si concentra l’attenzione mondiale relativamente alla crescita: tutti stanno cercando di guadagnare un’esposizione a questi mercati, tutti cercano di capire quanto sara’ grande il mercato. Che paesi sono? B per Brasile, R per Russia, I per India, C per Cina. Per ora, come vedete da questo studio la sigla adatta al vino sarebbe piu’ RC che non Bric, dato che in Brasile il vino stenta a decollare, mentre in India ha ancora i motori spenti. Dedicheremo un post ciascuno a questi paesi nei prossimi mesi.



Questioni culturali e gusti della popolazione sono alla base di forti differenze nello stile di consumo. Per esempio, ai Cinesi non piacciono le bollicine e quindi il mercato degli spumanti e’ gioco forza penalizzato. Da quello che possiamo vedere, pero’, l’insieme di questi mercati sara’ una quota sempre crescente del PIL e dei consumi mondiali di vino: IWSR stima che questa porzione di mondo, che e’ poi il 42% della popolazione mondiale, sta consumando circa l’8% del vino mondiale (2009) contro una quota del 5% nel 2002. Di qui al 2015, questa quota e’ destinata a diventare l’11%. Che cosa significa? 75 milioni di casse di vino fermo in piu’, da aggiungere al livello di circa 191 milioni stimato per il 2009.

La prospettiva e’ ottima anche per gli spumanti, nonostante i cinesi. IWSR stima che la quota di vini spumanti in questi paesi e’ il 13.5% del totale mondiale ed e’ destinata a diventare il 19% nel 2015. Quindi anche qui molta crescita: si parla di 11 milioni di casse da aggiungere alle 26 milioni stimate per il 2009.

I mercati sono molto diversi, come dicevamo. Lo studio indica in circa 7.6 miliardi di dollari il mercato russo, contro 4.2 miliardi per il mercato cinese, circa 1.8 per quello brasiliano e soltanto 200 milioni per quello indiano. E’ perlomeno curioso che i 6 milioni di abitanti di Hong Kong spendano 324 milioni di dollari per il vino contro i 178 milioni dei 700 milioni di indiani.

I mercati hanno anche un potenziale molto diverso: se il livello di consumo e’ gia’ ben sviluppato in Russia con un una spesa media per cassa di 89 dollari e un valore medio per abitante di 67 dollari annui per il mercato del vino (ontrade piu’ offtrade), lo stesso non si puo’ dire per gli altri, ad eccezione di Hong Kong.


In Cina per esempio, il potenziale sembra immenso, con un valore per cassa ancora basso di 45 dollari (ma dobbiamo tenere conto della penetrazione del prodotto locale) e soprattutto una spesa per abitante irrisoria, si parla di circa 4 dollari a testa all’anno. In India, abbiamo detto che il mercato non c’e’. La spesa media e’ 0.3 dollari, cioe’ niente, in compenso il valore per cassa e’ prossimo ai 200 dollari: il consumo e’ ancora una questione di elite.

Il Brasile e’ invece il grande punto di domanda, almeno per chi scrive, cioe’ io. Il mercato qui e’ a meta’ strada, nel senso che il consumo di 36 milioni di casse annuo si suddivide su 133 milioni di abitanti, il che implica una spesa di 13 dollari pro-capite e un valore per cassa di soltanto 50 dollari. Appuntamento alle prossimi giorni per i post sui singoli mercati.

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

3 Commenti su “Il mercato del vino nei paesi BRIC – panoramica e tendenze”

  • Michele

    Devo sottolineare che per la Cina i dati relativi al valore procapite e al consumo di vino procapite (che se non sbaglio sono presenti nel post dedicato alla Cina) lasciano il tempo che trovano dato che la struttura del mercato del vino in cina può essere considerata una realtà ad oasi, dove le oasi sono i grandi centri urbani (in cui si concentra il consumo di vino) e il deserto è rappresentato dalle comunità rurali. Per non valutare poi in maniera troppo approssimatica il mercato del vino in Cina è anche importante considerare la grandezza di queste oasi, shanghai conta più di 20 milioni di abitanti e i suoi consumi di vino (specialmente di vino importato) sono in continua crescita . L’Italia poi in questo paese dove il vino si sta posizionando sempre più come prodotto prestige imposta una strategia di mix d’esportazioni al quanto anomala privilegiando il vino sfuso e rimettendoci in termini sia di tariffe d’import sia d’immagine di paese produttore di vino.

    Non fatevi ingannare dai proclami positivi delle istituzioni italiane, il vino italiano in Cina sta via via scomparendo a meno che come Antinori ha fatto intendere non si inverta la tendenza.

  • Delphine

    Di fatto, l’oasi Cina è anche molto acclamata dalle grande maison francese che vedono cosi il modo di rilanciare un mercato maturo in cui il consumatore domestico riduce sempre più il consumo quotidiano. Le campagne governomentale anti-alcol non sono per aiutare in più questa ripresa. Credo che nei BRIC, l’India sia un mercato altre tanto di interesse sia per la cultura che per lo sviluppo economico.

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