
Le esportazioni di vino francese hanno continuato la decelerazione già vista nel primo semestre, chiudendo il 2016 sul livello del 2015. A determinare questo ulteriore rallentamento (da +0.6% nel primo semestre a -0.3% a fine anno) è stato soprattutto lo Champagne, che fino a qualche mese fa viaggiava su ritmi vicini al +10% e ha vissuto un fine d’anno particolarmente negativo, soprattutto nei tre mesi critici di settembre-ottobre-novembre, nei quali si concentra il 35-40% dell’export del prodotto. Nel segmento dei vini fermi non ci sono invece grandi novità; le esportazioni continuano a crescere al ritmo dell’1% circa, con un andamento leggermente negativo per i vini di Bordeaux (ma decisamente meno di quanto commentavamo a fine giugno) e un tono sempre positivo per i vini di Borgogna. Da un punto di vista geografico, la Francia cresce del 5% in USA, ma cala del 3% in Germania e del 10% nel Regno Unito. Di sicuro possiamo dire che la distanza tra le esportazioni francesi e quelle italiane, che avevano segnato un netto divaricamento lo scorso anno (per l’ottima annata dei vini francesi) è destinato nel 2016 a richiudersi leggermente, sostanzialmente grazie alla forte crescita dei nostri vini spumanti. Passiamo ad analizzare i dati.

- Le esportazioni francesi sono calate dello 0.3% a 8249 milioni di euro secondo i dati preliminari rilasciati sul sito Disar. La leggera correzione è legata a un calo dell’1% dei volumi (strutturalmente in calo dal 2013 a questa parte) parzialmente compensato da un effetto prezzo-mix dello 0.8%, molto inferiore al +9% del 2015.
- Come anticipavamo la novità è la debolezza dello Champagne, calato del 2.5% a 2.62 miliardi di euro dopo due anni eccezionali (+8% e +12% nel 2014 e 2015), che è facilmente collegabile al Regno Unito e alla svalutazione della sterlina, essendo quello il principale mercato all’esportazione del prodotto.
- Proprio con il Regno Unito la Francia ha perso oltre 100 milioni di esportazioni (a fine 2016 1082 milioni) nel giro di un anno. Ma non è stato solo il Regno Unito a dare segnali negativi. Sono in calo la Germania (-3%, 704 milioni), il Giappone (465 milioni, -2%) e il Belgio (512 milioni, -7%). Tra i mercati recensiti dal rapporto (non c’è la Cina) solo gli USA tra i grandi segnano una crescita, +5% a 1.4 miliardi di euro.
- Passando agli altri prodotti di punta, il Bordeaux si è quasi stabilizzato (-2,5%) dopo il forte calo del primo semestre, a 1.8 miliardi di euro mentre continua la crescita dei vini di Borgogna, +4.4% a 782 milioni di euro, sempre fortemente guidata da un effetto prezzo-mix.
- Il resto dei vini francesi segna un +2% a 3.1 miliardi di euro, con un andamento molto positivo per i vini varietali (+14%, 244 milioni di euro), di nuovo guidato essenzialmente da un effetto prezzo-mix (+3% a 2.97 euro al litro), essendo i volumi in leggero calo a 10.33 milioni di ettolitri.
- Concludo segnalandovi un paio di grafici interessanti che mettono a confronto l’andamento mensile di Italia e Francia contro il mese dell’anno precedente che fanno vedere in modo molto evidente come le strade si siano “divaricate” a partire dall’estate.