L’andamento degli indici Liv-ex e il confronto con i mercati azionari – aggiornamento 2013

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Fonte: Liv-ex

Sono ormai 2 o 3 anni che non guardo gli indici Liv-ex, una specie di indice che riassume il prezzo dei grandi vini commerciati con base a Londra. Beh, i dati sembrano lusinghieri, anche se vanno letti con un po’ di precauzioni e un paio di avvertimenti. Il rendimento dei portafogli fatti di principali 50 Bordeaux, dei principali 100 vini “commerciabili” del mondo (secondo questo mercante, tra questi soltanto 1 è italiano, il Sassicaia, e la maggior parte sono Bordolesi) e di una selezione speciale di bordeaux di verse annate è invariabilmente stato di circa il 10% annuo dal 2002 a questa parte. Quindi, in buona sostanza, 100 euro investiti a dicembre 2001 sarebbero diventati tra 270 e 300 euro a fine 2012. Un andamento, questo, largamente superiore a quello delle borse valori mondiali (e manco a dire della borsa italiana, dove mediamente si perdono soldi). Quali sono i se e i ma: (1) l’indice ha avuto un buon rendimento ma è stato molto volatile nel tempo (anche rispetto alle borse), quindi conta molto il “timing” dell’investimento; (2) quando confrontate questi rendimenti con quelli delle Borse valori, ricordatevi che qui non vengono pagati dividendi (circa il 3% annuo); (3) Resta un mercato, presumibilmente, poco liquido, cioè nel quale è difficile investire… andiamo sui numeri.

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  • Dunque, gli anni d’oro per i Fine Wines, nei tre indici che vi riporto sono senz’altro stati in biennio 2006-2007 e poi il 2010, con un rimbalzo iniziato nel 2009.  Proprio questi due periodi, visivamente, sono quelli dove si è consumato il divario con il rendimento delle borse valori.
  • A questo periodo è seguito un paio di anni di ritracciamento, con un calo del 10-15% nel 2011 e del 9-10% ulteriore nel 2012. Soprattuto il 2012 è un anno in forte controtendenza con i ritorni positive delel borse mondiali.
  • I tre indici hanno avuto rendimenti abbastanza simili, ma una volatilità diversa. L’indice più stabile è quello fatto con il maggior numero di componenti, soprattutto diversificati come annate, il Fine Wine Investable index, seguito dall’indice dei 100 vini che beneficia di una base più larga del 50. La volatilità è comunque molto elevata, oltre due volte il rendimento composto, il che significa che mediamente si può guadagnare il triplo o perdere circa il 20%.
  • Da questi dati sembra certamente porsi un tema di calo dei prezzi per il Bordeaux “di nuove annate”, rispetto agli indici storici e rispetto a un indice allargato: il Liv-ex 50 ha perso il 17% nel 2011 contro il 15% dell’indice 100 e il 9.6% rispetto al 9%.
  • Nonostante questo il Liv-ex 50 resta comunque quello che ha avuto un rendimento minore.
  • Vini o Borse? Beh, guardando i numeri è evidente che l’investimento nel vino ha avuto un rendimento superiore, anche riaggiungendo il 3% di dividendi: le borse passerebbero dal 3% annuo al 6% annuo contro il 9-10% del vino. E’ però evidente che questa “sovraperformance” è maturata in periodi molto specifici dove i prezzi sono letteralmente esplosi, come una bolla speculativa. Per questo, forse, l’incremento di questi indici potrebbe essere stato estemporaneo. Il mio tema di investimento è semplice: cercate di guadagnare soldi in borsa e spendeteli in vino. Investire in vino resta, per la maggior parte degli investitori, troppo difficile, anche se la consolazione di berseli può essere una scappatoia dalle delusioni di averli pagati troppo cari!

 

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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