Fonte: Deutsches Weininstitut
Riprendiamo come di consueto a inizio anno i dati molto interessanti del Deutsches Weininstitut per dare un quadro del mercato del vino tedesco aggiornati al 2011. I grandi trend secolari stanno proseguendo, con qualche novità, come per esempio la crescita del consumo dei vini rosati provenienti dall’estero e la forte crescita, nell’ambito dei consumi di alcolici in senso lato, delle bevande a base di spiriti (probabilmente si parla di simil-Spritz), e certamente, nell’ambito del vino, della nuova giovinezza dei vini spumanti, che in Germania hanno una lunga tradizione. I consumi in valore assoluto restano stabili intorno ai 20 milioni di ettolitri (mentre regrediscono per la birra), ma il mercato si arricchisce in valore: secondo l’istituto il valore al dettaglio del mercato tedesco è di oltre 8 miliardi di euro, sempre più sbilanciato nel segmento offtrade. Andiamo nel dettaglio dei dati.
- I tedeschi consumano circa 137 litri annui di prodotti alcolici, di cui 107 sono birra (quasi stabili nel 2011, ma lungo un chiaro sentiero discendente). Il vino viene dato 20.2 litri annui pro-capite (leggermente meno del 2010 ma da dopo il 2000 si ballonzola tra i 20 e i 21 litri), mentre gli spumanti sono tornati sopra 4 litri pro capite per la prima volta dai brindisi del nuovo millennio.
- Che cosa bevono: la statistica è interessante (sono le ultime figure in fondo al post). Innanzitutto sembra esserci un ritorno al consumo estero (11.7 litri pro capite da 11.6 dello scorso anno) rispetto a quello dei prodotti locali (da 8.9 a 8.5 litri pro-capite), il valore più basso dal 2000.
- Secondariamente, i consumi si stanno specializzando di nuovo in Germania sui vini bianchi, che tornano sopra il 50% del totale dopo essere scesi per qualche anno, a tutto svantaggio dei vini rossi e, nel 2011, anche dei vini rosati. I consumi esteri mostrano come dicevo sopra un forte incremento dei vini rosati, ora all’11% del consumo totale (dal 9%). La curva mostra anche chiaramente che i vini bianchi tengono in proporzione più dei vini rossi.
- Se mettiamo insieme il consumo dei due prodotti notiamo come il mercato si stia muovendo verso i consumi di vini bianchi e di vini rosati. In altre parole, si potrebbe ben dire che il nemico dei vini italiani è sempre di più il prodotto locale.
- Passiamo alle vendite al dettaglio. Qui ci sono due statistiche. La prima quella che mostra gli acquisti in crescita dei privati nella distribuzione, a 3.5 miliardi. La seconda quella che prende in considerazione il valore del mercato più in senso lato, a 8.4 miliardi di euro, in forte crescita sui 7.6 miliardi di euro del 2010. Una crescita tutta legata ai prezzi e al mix e non ai volumi che addirittura scendono leggermente a 19.7 milioni di ettolitri. Nelle due tabelle potete notare come il mercato a valore si stia spostando verso l’off trade, e all’interno di questo nella grande distribuzione. Le proporzioni indicano che il 47% delle vendite è nel 2011 concentrato nei supermercati, dal 46% del 2010, mentre le enoteche salgono dal 16% al 18%, la vendita diretta scende dal 22% al 21% e il consumo fuori casa da 17% al 15% del mercato.