Nuova Zelanda – produzione, superfici e settore vino – aggiornamento 2010

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E’ stato appena pubblicato il rapporto annuale sull’industria del vino della Nuova Zelanda, dove sono prodotte una serie di statistiche aggiornate al 2010 e, soprattutto, e’ riportato un interessante resoconto del presidente della locale associazione dei produttori, Stuart Smith. Una lettura molto interessante che trovate qui. Nel 2010 il mondo del vino neozelandese ha reagito alla crisi, e lo ha fatto intorno a due obiettivi: quello di massimizzare la qualita’ e quello di percorrere la strada della sostenibilita’. Piu’ che orientamento, bisognerebbe parlare di ossessione sulla qualita’. Vi faccio un semplice esempio. Le esportazioni sono cresciute del 26% a 1.4 milioni di ettolitri e hanno superato il miliardo di dollari locali (+5%). Ovviamente merito del vino sfuso. Invece tutto il commento e’ sulla perdita del 10% del prezzo di vendita del vino imbottigliato o sulla situazione competitiva del Sauvignon, che rappresenta l’82% delle esportazioni (1.16m di ettolitri) e che e’ il vero valore del settore vinicolo locale. Ecco, lo dice molto chiaramente all’inizio. E’ necessario ristabilire l’equilibrio: l’equilibrio tra domanda e offerta e’ un valore da preservare per poter continuare a fare soldi.



Che cosa hanno fatto? Hanno deciso che a fronte del continuo incremento degli ettari piantati, frutto di decisioni passate, avrebbero ridotto le rese (vallo a dire alla Confagricoltura di ridurre le rese). Cosi’ nel 2010, sebbene le superfici vitate siano cresciute da 32mila a 33400 ettari (+4.5%), la produzione e’ calata del 7-8% da 2.05m a 1.9m di ettolitri. La resa e’ quindi scesa da 89q/ha a 80q/ha, dopo aver toccato anche un massimo vicino a 100q/ha nel 2008, un valore “italiano”.


L’equilibrio e’ stato mantenuto ma a discapito dei prezzi. Se guardate la tabella potete vedere che le vendite domestiche si sono assestate a 0.6m di ettolitri, mentre le esportazioni sono cresciute a 1.4 milioni (+26% abbiamo detto). Cioe’ circa 2 milioni di ettolitri in totale che, considerato un import di 0.3-0.4 milioni di ettolitri ha lasciato un piccolo surplus di circa 0.2-0.3m/hl.

I prezzi sono stati pero’ fortemente sotto pressione. Le esportazioni sono salite solo del 5% a valore a 1.04miliardi di dollari locali, quindi il prezzo mix e’ sceso del 17% da 8.8 a 7.3 dollari al litro. Come ha commentato il presidente, il 10% e’ calo del prezzo del vino imbottigliato, quello che veramente importa, il 6% e’ dovuto al fatto che si sono esportati piu’ vini sfusi. Sicuramente questa spinta ha portato la Nuova Zelanda a essere veramente schiava delle sue esportazioni: ormai il 75% del prodotto viene spedito fuori dai confini del paese.

Le aziende vinicole del paese sicuramente sono sotto pressione. La dimensione media delle aziende non cresce piu’ ed e’ “stampata” a 50 ettari pro-capite, i prezzi delle uve sono ulteriormente crollati nel 2010, passando da 163 a 129 dollari per quintale. Ormai il picco di 216 dollari del 2008 e’ lontano. Il valore della produzione di uva ai prezzi di origine e’ dunque passato da 4.6 miliardi di dollari a 3.4 miliardi, in calo del 26%, dopo essere scese del 25% anche nel 2009. I problemi ci sono e sono pesanti ma qui sanno benissimo come fare e sono solidali nel cercare di metterle in pratica. Nel frattempo noi ci trastulliamo con i nostri consorzi, cooperative, confederazioni di agricoltori e compagnia bella.

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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