Brazile – importazioni di vino 2012

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L’anno scorso avevamo introdotto il discorso sul Brasile: grande mercato, forte presenza italiana anche nel segmento delle bevande (Campari), per non parlare di pneumatici e automobili, ma poca propensione al consumo di vino e problemi a portare “di là” il vino che deve forzatamente essere prodotto e imbottigliato nel luogo d’origine (almeno quello di qualità, che a noi interessa). Con il 2012 e i dati che vengono prodotti da UVIBRA, aggiungiamo un capitolo alla storia: non solo il Brazile non è probabilmente fatto per il vino, ma non è probabilmente fatto per il vino italiano, visto che nel 2012 siamo il peggior esportatore tra i grandi in termini di crescita (cioè siamo scesi). L’unica consolazione è che siamo stati superati al quarto posto dal Portogallo, che almeno condivide la loro lingua, e che il calo del 12% in dollari è in realtà inferiore alla svalutazione del cambio del 15%, indicando quindi che “in valuta local” l’import di vini italiani non è calato.

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  • Le importazioni di vino fermo in Brasile sono cresciute del 2% a volume a 0.7 milioni di ettolitri, con un valore stabile poco sopra i 260 milioni di dollari, mentre diventano circa 0.8 milioni di ettolitri aggiungendo un piccolo contributo dei vini spumanti. In termini di valore, vino fermo e spumante totalizzano 300 milioni di dollari, per un incremento del 2%. A tutto ciò va considerata la svalutazione del 15% del Real brasiliano, che porta il valore dell’import in valuta locale a una crescita del 17%.
  • Come dicevamo l’Italia va peggio dei concorrenti. Nei vini fermi siamo passati dal terzo al quarto posto, superati dal Portogallo. Vediamo i dettagli.
  • I primi due sono Cile e Argentina. Il Cile cresce del 10% a 94 milioni di dollari, incrementando la quota di mercato dal 29% al 31%, essenzialmente grazie alla spinta dei volumi (+14%). Prossimità, assenza di dazi doganali e aggressività commerciale sono probabilmente gli ingredienti. L’Argentina invece cala dal 21% al 20% delle esportazioni, essenzialmente a causa dei minori volumi.
  • I francesi sono in crescita del 3% grazie agli spumanti, dove sono i leader indiscussi del mercato con 23 milioni di export rispetto a un totale importato in Brazile di 38 (dello Champagne non si fa volentieri a meno, a quanto pare, nonostante i dazi), quando invece nei vini sono calati del 6%. Dopo la Francia viene il Portogallo, che “tiene” con 36 milioni di dollari di export.
  • L’Italia come dicevamo è secondo questa fonte (lo dico perchè import Brasile e export Italia non quadrano mai perfettamente, c’è un 5-10% di differenza), a 36 milioni di dollari (39 secondo ISTAT), con un calo del 12% sull’anno precedente e una quota di mercato passata dal 14% al 12%. Di questi, circa 5 milioni sono nei vini spumanti, dove siamo rimasti stabili e 31 milioni nei vini fermi, dove siamo calati del 13% a fronte di un calo corrispondente dei volumi, da 120mila a 105mila ettolitri.

Commento redatto il 16 Aprile 2013.

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

2 Commenti su “Brazile – importazioni di vino 2012”

  • Raffaele Pagano

    Ho partecipato recentemente ad un forum sul mercato brasiliano ed i dati, in termini previsionale erano a dir poco entusiasmanti. Questo post, invece cristallizza una situazione a tinte scure. Bisogna capire cosa è venuto meno, a cosa è dovuto quel 12% di differenza e soprattutto quali sono le barriere all’ingresso che fanno da ostacolo al posizionamento, eppure come diceva Lei, Campari è attiva da qualche anno, ed in più in Italia sviluppa un progetto Vini. Insomma, ci sono i margini per una crescita?

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