
Il mercato danese del vino, che ben si esprime con le importazioni data la mancanza di produzione locale, è rimasto stabile nel 2015. Le importazioni di 565 milioni di euro sono state dell’1% superiori al 2014 e sono cresciute al ritmo del 3% negli ultimi 5 anni, mentre si sta manifestando un calo dei volumi importati. Nel 2015 il volume acquistato dai danesi è sceso del 4% a 1.87 milioni di ettolitri, dopo un calo corrispondente del 2014. I cambi non hanno avuto un impatto importante: la corona danese è rimasta stabile negli ultimi 10 anni rispetto all’euro. I leader di mercato sono chiaramente Italia e Francia; non solo questo però, analizzando approfonditamente i dati si nota come negli ultimi anni il mercato danese sia tornato sui vini europei rispetto a quelli del nuovo mondo.
[Nota: Il 2015 è stato un anno in calo per l’Italia in Danimarca, secondo i dati di UN Comtrade. Questa conclusione, però, non corrisponde con la nostra evidenza (le esportazioni verso la Danimarca pubblicate da ISTAT sono stabili nel 2015 rispetto al 2014). In questo post, per mantenere un approccio organico, useremo i dati di import, con la consapevolezza che talvolta la tempistica delle registrazioni non corrisponde (il dato 2014 di UN Comtrade è più elevato di quello ISTAT, come potrebbero non corrispondere le dichiarazioni doganali che possono essere inclusive di dazi.]
Andiamo a leggere qualche dato insieme.

- Le importazioni vino in Danimarca sono cresciute di un marginale 1% nel 2015 a 4.2 miliardi di corone danesi o 565 milioni di euro, per un volume di 1.87 milioni di ettolitri. L’import a volume sembra aver raggiunto un picco nel 2013 a 2.1 milioni di ettolitri, picco già toccato nel lontano 2006.
- A guidare il mercato come dicevamo sono Italia e Francia. L’import dal nostro paese è di 143 milioni di euro secondo Comtrade, coerentemente da quanto riportato da ISTAT. I conti non tornano per il 2014, quando Comtrade ci accreditava di 154 milioni di euro mentre per ISTAT il dato era molto simile al 2015. Poco importa, l’Italia resta leader nel mercato con un valore circa il 10% superiore a quello francese grazie alla leadership dei vini imbottigliati e nonostante i vini spumanti fatichino a fare breccia nel mercato locale. Il nostro esport è infatti fatto di 120 milioni di vino imbottigliato (numeri 1 in assoluto), 13 milioni di vino sfuso (numeri 2 dopo il Sud Africa) e solo 9 milioni di spumanti contro i 34 milioni della Francia.
- La Francia è appunto caratterizzata da questo dato molto elevato sugli spumanti, in crescita del 21% nel 2015 (contro il nostro -3%), mentre sono la metà dell’Italia nei vini sfusi e il 30% in meno sui vini imbottigliati.
- Dopo i leader viene il Cile con 50 milioni di euro, ma un valore stabile negli ultimi 5 anni contro il 2-4% di crescita di Italia e Francia rispettivamente, poi la Spagna a 44 milioni (2015 difficile ma ultimi 5 anni molto buoni).
- Come vi anticipavo se prendete Cile, Sud Africa, USA e Australia, arrivate nel 2015 al 22% del mercato contro un totale di quasi il 30% toccato nel corso del 2008. Il mercato danese si è quindi “rigirato” verso i vini europei dopo aver accolto quelli del Nuovo Mondo!





