
Chiudiamo la rassegna dei bilanci 2014 con la più grande delle aziende italiane, GIV. Il bilancio 2014 non ha portato incrementi di fatturato ma segna dei progressi nei margini e, in modo più marcato, nella generazione di cassa, con un debito sceso a 111 milioni di euro. In termini assoluti, gli utili restano al di sotto delle altre aziende italiane con forte esposizione ai mercati esteri; va detto che GIV resta fortemente legata a rapporti commerciali con i propri azionisti (approvvigionamento di uve e vini); è quindi difficile giudicare appieno la qualità dei profitti, dato che una parte di questi potrebbero essere “trasformati” in condizioni commerciali più favorevoli per gli azionisti.
Nel 2014 si è completato un piano di business e uno nuovo è stato proposto al consiglio di amministrazione. Purtroppo la relazione degli amministratori nulla dice delle ambizioni economico finanziarie, salvo prevedere “lo sviluppo delle nostre marche strategiche con l’obiettivo di farne crescere la visibilità e notorietà con una positiva ricaduta in termini di fatturato e marginalità”. E’ comunque importante sottolineare che GIV oltre al nuovo piano ha anche implementato un importante ricambio manageriale, che ha riguardato la figura dell’amministratore delegato e del direttore generale. Andiamo a leggere i numeri insieme.

- Le vendite sono stabili a 349 milioni di euro, con un calo del fatturato italiano del 5% a 90 milioni (soprattutto legato al canale della grande distribuzione, non compensato dai progressi nel segmento Ho.Re.Ca.). Le vendite estere, +2.3% a 258 milioni di euro compensano, attestandosi al 74% del totale, il massimo storico.
- Come anticipavamo, i margini sono in leggero progresso, dal 5.9% al 6.3% a livello di MOL (prima delle svalutazioni crediti) e dal 2.6% al 2.8% a livello operativo. GIV tocca quindi 22 milioni di MOL, tornando sopra i livelli del 2010. Il peso dei costi delle materie prime si attesta al 58.2% del fatturato, in linea con l’anno scorso.
- Oneri finanziari dimezzati grazie al calo del costo del debito e imposte un po’ sopra lo scorso anno (53% contro 49%), determinano un incremento dell’utile da 2.4 a 3.3 milioni. Di questo, circa 2.6 milioni di euro sono stati distribuiti agli azionisti.
- La parte finanziaria è quella che ha dato maggiori soddisfazioni. Il capitale circolante è calato di 5 milioni di euro, sostanzialmente grazie alla riduzione delle dilazioni ai clienti. Il cash flow si è attestato a circa 15 milioni di euro. La posizione finanziaria netta scende da 122 milioni di euro a 111, con un rapporto di 0.8x rispetto al patrimonio netto (0.9x nel 2013) e di 5.1x rispetto al MOL (5.9x). Quest’ultimo indicatore resta elevato ma il piano 2015-17 dovrebbe portare a migliori risultati reddituali…
- Chiudiamo con il ritorno sul capitale investito, sceso leggermente nel 2014 a 256 milioni. Siamo intorno al 4% prima delle tasse, con un progresso rispetto al 3% degli anni precedenti.


