Marche – produzione di vini DOC e DOCG – aggiornamento 2008

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Con questo post sulla produzione di vino DOC nelle Marche facciamo un passo avanti (forse). Cerchiamo cioe’ di completare un po’ i dati di Federdoc con delle stime sui dati DOC mancanti fatti attraverso l’andamento degli altri prodotti. Un lavoro piu’ sensato richiederebbe di telefonare ai consorzi per farsi dare i dati, ma il tempo (e i soldi del telefono) mancano. Quindi facciamo di necessita’ virtu, come si dice.



Nelle Marche secondo Federdoc si sono prodotti 437mila ettolitri di vino DOC. Peccato che il dato esclude la produzione di Colli Pesaresi e Bianchello del Metauro. Giustamente Federdoc sostiene di essere l’unica fonte di questi dati; puo’ darsi, pero’ quando i dati sono cosi’ marcatamente fuorvianti (queste due DOC insieme hanno prodotto 30mila ettolitri nel 2007), sarebbe forse meglio evitare di fare le somme e di confrontare il 2008 con un 2007 costruito su una base completamente differente. Fatto sta che se stimiamo la crescita a parita’ di DOC arriviamo a un +10% e non al +2% che sta scritto nei documenti. Fine della parentesi.

La principale DOC della regione, il Verdicchio dei Castelli di Jesi raggiunge la massima produzione degli ultimi 4 anni a quasi 200mila ettolitri. Rappresenta quindi circa il 42% della produzione di qualita’ della regione e, stimiamo, circa il 35% delle superfici (vedere torta allegata). Tra le altre DOC si conferma come principale DOC rossa il Rosso Piceno che con 110mila ettolitri (+13%) si riprende dopo il calo dell’anno precedente, mentre tra gli altri prodotti, il Falerio dei Colli Ascolani e Offida si confermano la terza e la quarta DOC con rispettivamente 27mila e 22mila ettolitri prodotti.

Per cercare di escludere la variabilita’ della produzione, vi mostro la crescita delle superfici denunciate (ovviamente soltanto quelle riportate da Federdoc, senza fare stime), tra il 2005 e il 2008. Offida si conferma come l’anno scorso la DOC in maggiore espansione con superfici piu’ che raddoppiate, mentre Conero fa +68% e “I Terreni di San Severino” +30%.


Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

1 Commento su “Marche – produzione di vini DOC e DOCG – aggiornamento 2008”

  • Quinto Fausti

    E’ arrivata la vendemmia con un ritardo di 8-15 giorni secondo le qualità. Tutto il lavoro di un anno ,la qualità del prodotto raccolto ,è condizionato dalle condizioni meteorologiche dell’ultimo mese che sono indipendenti dalla nostra volontà.Gli enologi analizzano le uve noi guardiamo il meteo a 15 giorni per cercare di capire quanto è meglio portare il prodotto in cantina con un continuo tormento quotidiano. Tutto questo per ribadire quanto è difficile e rischioso il nostro lavoro che poi continua in cantina.
    Ora parliamo ancora delle Marche soprattutto del Piceno.
    Quasi tutte le aziende storiche negli ultimi venti anni hanno iniziato quel processo di riconversione della produzione da grandi masse anonime ai vini doc di qualità imbottigliati.
    Le istituzioni , favoriscono ancora gli investimenti fissi (vigneti e cantine ) senza favorire il marketing,la giusta comunicazione mentre affoghiamo in un mare di vino. Le cantine sociali che dovevano trasferire il valore aggiunto di tutta la filiera al produttore, lo bastonano ogni anno con liquidazioni ridicole che non recuperano neanche le spese di gestione.
    Analizzando 20 anni di politiche agricole di aiuti a questo territorio, sempre rivolti agli investimenti in vigneti e cantine ,ci ritroviamo nel 2010 con un eccesso di produzione con uve a prezzi 15/25 € mentre nel 1998 erano a 40/50€ , nonostante la vendemmia verde e l’estirpazione dei vigneti.
    E’ mancata da parte di tutti, dai produttori alle istituzioni ,una efficace strategia di comunicazione perseguita con continuità per affermare i propri prodotti .Il mercato del vino è diventato uno dei settori più competitivi dove migliaia di aziende sono in concorrenza su tutti i mercati del mondo.
    La qualità nel nostro territorio è molto cresciuta , non riusciamo a comunicarla perché siamo piccoli ,non siamo bravi,ma anche perché i grandi opinionisti del vino e i giornalisti enogastronomici preferiscono tenerci in purgatorio a scontare non so quale peccato .

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