Prezzi, costi e margini del vino – aggiornamento settembre 2009

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Fonte: ISMEA
Gli indicatori di performance del settore del vino italiano hanno confermato molte delle tendenze gia’ viste nel secondo trimestre, con un chiaro cambio di tendenza sui margini di profitto. L’indice di fiducia continua a essere negativo, ma in modo sempre meno spiccato rispetto al trimestre precedente, i prezzi del vino all’origine sono ancora in calo (anche se si vede qualche segnale di stabilizzazione). I margini invece cambiano direzione, pur restando su livelli molto elevati, a causa della combinazione di prezzi di vendita in forte deterioramento (soprattutto a partire da giugno, secondo I dati di vendita al dettaglio che abbiamo appena pubblicato).


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Prezzi del vino all’origine. Secondo ISMEA l’indice dei prezzi del vino DOC-DOCG all’origine segna un calo del 13% da dicembre 2008 e del 26% rispetto a Settembre 2008. Per I vini da tavola, ISMEA calcola un calo molto simile, del 13% da inizio anno e un calo meno spiccato da settembre 2008 (-14%). In entrambi I casi si intravedono dei segni di stabilizzazione: tra settembre e giugno i prezzi sarebbero calati del 5% per I vini da tavola e del 3% per I vini DOC-DOCG.

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I prezzi dei mezzi di produzione invece sono in fase di stabilizzazione dopo aver toccato un picco proprio a settembre 2008, un anno fa. Questo significa che il risparmio di costi delle aziende vinicole si e’ fondamentalmente concentrato nei prezzi delle uve e dei vini, con un risparmio di circa il 20% durante I primi 9 mesi del 2009.

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Passiamo quindi a un quadro di insieme che ci porta alle considerazioni finali sui margini. I costi del vino sono passati da 111 a 89, mentre I prezzi di vendita sono crollati da 131 a 112. Il margine “lordo” tra il costo e il prezzo del vino e’ quindi paradossalmente migliorato leggermente, dato che l’industria non sembra aver passato completamente nei prezzi di vendita I minori costi di acquisto. Il problema sono pero’ I costi dei mezzi di produzione, nel senso che questi si sono comportati come uno zoccolo duro.


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Ne consegue un quadro finale dove il margine della filiera vino e’ sceso da un valore indice di 137 a giugno a un valore di 130. Guardando il grafico in prospettiva, sembra una inversione di tendenza rispetto al fantastico andamento che si era registrato a partire da inizio 2008. Va pero’ ricordato che si tratta di valore indice, cioe’ di valori relativi. Se accoppiamo questi numeri indice con degli andamenti di fatturato che sono certamente negativi a causa della crisi, arriviamo a un quadro dove probabilmente gli utili non sono cresciuti. E si riapre il famoso dilemma: meglio vendere di piu’ a margini bassi o vendere meno a margini alti?

Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

2 Commenti su “Prezzi, costi e margini del vino – aggiornamento settembre 2009”

  • gianpaolo

    risposta: dipende dall’ammontare dei profitti che l’azienda deve fare per poter andare avanti, legati a spese fisse, costo del capitale, ecc. Se per fare maggiori profitti in termini quantitativi devi vendere di piu’, anche a margini minori, quello devi fare, c’e’ poco spazio.

  • bacca

    Hai ragione Gianpaolo. Pero’ io ho la sensazione che molte aziende medio piccole non abbiano bene in chiaro quali sono i loro margini di manovra. Ossia, tu produci soltanto quando ti conviene, cioe’ quando il tuo prezzo di vendita supera i costi variabili. Sotto quel punto e’ meglio che lasci stare. Io sono certo (e ne abbiamo discusso in passato parlando di contabilita’ industriale) che tu abbia ben chiaro in mente questo concetto, ma quanti sono organizzati? Forse mi sto creando un nuovo mestiere…

    bacca

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