Gruppo Italiano Vini – risultati 2011

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GIV ha continuato sulla via della crescita dimensionale nel 2011, acquisendo il marchio Cavicchioli, dopo aver nel 2010 preso la distribuzione di Carpenè Malvolti. Il fatturato si mostra dunque in forte crescita, del 14%, a 375 milioni sia per l’acquisizione (24 milioni) che per la dinamica organica delle vendite. Quello che però va sottolineato in questi risultati è che il gruppo GIV non riesce a trasformare il maggior fatturato in utili in crescita. Il Margine operativo lordo veleggia intorno ai 20 milioni di euro (o 23-24 a seconda di come lo si voglia calcolare) dal 2006 (quando il gruppo fatturava 265 milioni di euro) a oggi che ne fattura oltre 100 milioni in più, consolidando Coltiva, Carpene Malvolti e ora Cavicchioli. Da ultimo, il gruppo ha convertito il 50% di Bolla, che era nelle mani di un ente pubblico, in capitale proprio (azioni privilegiate, per essere precisi). Andiamo nel dettaglio dei numeri.

 

  • Le vendite aumentano del 14% a 375 milioni. Come abbiamo segnalato, ci sono due impatti: una coda della distribuzione di Carpenè Malvolti e l’acquisizione di Cavicchioli (24 milioni). Questo giustifica in parte l’incremento delle vendite, del 25% in Italia a 127 milioni e del 6% all’estero a 241 milioni. Il gruppo resta fortemente orientato sull’export, che il 64% delle vendite (69% nel 2010).
  • Tra le statistiche di vendita, vale la pena menzionare i forti volumi realizzati dal gruppo, pari a 105 milioni di bottiglie, in crescita del 10% circa rispetto ai 95 milioni del 2010. Se le statistiche del bilancio sono confrontabili con quello passato, i marchi sono scesi da 20 a 18 e le cantine da 15 a 14.
  • Il margine operativo lordo è sceso dell’8% a 19 milioni, con un margine del 5% (6% dello scorso anno). A tale andamento hanno contribuito: (1) una relativa stabilità dei costi delle materie prime, al 58% delle vendite e dei servizi esterni, al 21%; (2) una buona efficienza sul personale, che è sceso dal 13% al 12% delle vendite; (3) un incremento piuttosto marcato degli altri costi, da 23% al 25% del fatturato.
  • Con ammortamenti stabili, l’utile operativo scende del 13% a 8 milioni, mentre il gruppo recupera con minori oneri finanziari (da perdite a utili su cambi) per chiudere con un utile prima delle imposte di 7 milioni (4 milioni nel 2010) e un utile netto di 4 milioni (1.6 milioni nel 2010).
  • La struttura del capitale beneficia dello spostamento della quota del 50% di Bolla da interessi di terzi a patrimonio proprio, mentre il debito resta stabile a 126 milioni di euro. Ciò significa che il capitale investito è salito da 264 a 269 milioni di euro, con un capitale immobilizzato di circa 200 milioni e un capitale circolante (in leggera crescita) di 125 milioni.
  • Il ritorno sul capitale investito è nell’ordine del 3%, quello per gli azionisti all’incirca il medesimo. Un livello piuttosto basso dato il livello di assoluto valore dei marchi detenuti e la forte integrazione verticale del gruppo. GIV è chiaramente il leader italiano del settore vinicolo dal punto di vista delle vendite, ma non ancora dal punto di vista della profittabilità e degli utili.

 

 

 

 

Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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