Le opinioni del vino: le abitudini di acquisto – seconda puntata

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In questo post ci occupiamo invece delle altre domande del sondaggio e cioe’: (1) le tendenze negli acquisti di vino, (2) capire come funzionano alcune persone che interagiscono nella decisione di acquisto e (3) quale tipo di consulenza e’ richiesta dagli acquirenti. Non sono uscite particolari novita’ dal sondaggio rispetto a quello che ci si potrebbe immaginare. Forse, per quello che mi sarei aspettato, i propositi di aumentare i consumi di vini esteri mi sembra un messaggio nuovo. Di piu’ la grande fiducia che sembra esserci nei confronti dei produttori potrebbe essere un segnale per spingere verso una comunicazione piu’ spinta i protagonisti della produzione del vino.

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This is the second post of the Opinioni del vino survey, in which we asked about (1) the trends in next wine purchases for certain products, (2) the trust towards certain persons interacting with the purchase and (3= what kind of information clients would like to know. The answers were quite in line with what I expected, but there were also a couple of surprises: foreign wines is I think the most important one. The second significant message is that the wine producer is on the top of the ranking of “trust”.


La domanda su alcuni temi in divenire ha dato alcune risposte piuttosto sorprendenti. In primo luogo, il 65% di chi ha risposto ha detto che berra’ piu’ vini esteri nel futuro. Un secondo tema che sta crescendo e’ quello dei vini rosati (il 45% ne berra’ di piu’, il 27% di meno). Ugualmente, sembra esserci un po’ piu’ di sensibilita’ verso il tema dell’alcol, con il 45% che ritiene di fare piu’ attenzione nel futuro e considerare vini a grado alcolico piu’ contenuto. La risposta sui vini novelli invece sembra un plebiscito (il 57% dice che ne berra’ di meno), ma in realta’ ho un po’ paura che su questo tema ci scontriamo con la particolarita’ del nostro campione, fatto di gente che presumbilmente beve bene (ricordate la soglia di 5EUR per il vino del giorno?).
Question was what of these kind of wines you will buy more in the future. 65% of answers were signaling that more purchases of foreign wines might happen. A second theme which is growing is the one of “rosee” wines (45% will drink more and just 27% less). More or less the same result was achieved on the theme of alcohol with 45% of answers saying that they will pay more attention to low alcohol wines. The answer of carbonic-maceration wines (the Italian Beaujolais) was just that 57% of you will drink less in the future. On this subject I feel that the features of our sample had an influence (probably people who drinks well, given the 5EUR price to be paid for the daily bottle).

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Abbiamo poi chiesto conto della fiducia rispetto a una serie di figure professionali “implicate” nel processo decisionale di acquisto del vino. Escono vincitori i produttori di vino, in cui pare che i clienti abbiamo una fiducia piuttosto alta, cosi’ come un giudizio lusinghiero e’ stato dato al passaparola (opinione degli amici) e al personale delle enoteche. Escono invece sconfitti sia le guide (dove troviamo una certa neutralita’ tra il “poco”/”per niente” e il “abbastanza”/”molto”) che i camerieri dei ristoranti, di cui a quanto pare non si fida praticamente nessuno.
We asked how much wine choices are influenced by your counterparts. The most voted one is wine producers, in which it seems that clients are trusting. Similarly a good result was achieved by the “friends’ opinions” and, somewhat surprising to me, the sommelier in the wine shop. The wine guides are once again having a very poor feedback (balanced positive and negative answers), while restaurant waiters are the ones who are not trusted by anybody.

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Quello che trovate nel primo grafico e’ una sorta di punteggio, dove abbiamo pesato le risposte. Nel secondo grafico invece trovate il punteggio delle due categorie agli antipodi. Come vedete, il 43% ritiene di fidarsi “molto” del produttore, suddiviso tra un 32% dei consumatori e un 50% dei professionisti. Il 41% invece non si fida del cameriere al ristorante: anche in questo caso, il giudizio piu’ estremo e’ quello dei professionisti dove il “per niente” raggiunge il 60% delle risposte.
What you find in the second graph is a sort of ranking, where we weighted answers. In the third graph you can see the % of answers for the top and bottom, the proucers and the waiters. As you can see, 43% of answers is that there is a lot of trust in the producer, broken down as 32% of consumers and 50% of professionals. 41% of people does not trust the waiter. Also in this case, the answer of wine experts is more extreme, as 60% of them answers “no trust”.

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Terza e ultima domanda, quali informazioni. Posto che questo argomento era gia’ stato toccato qualche mese fa, vale la pena ribadire che i consumatori non vogliono sapere abbinamenti o temperature di servizio, quanto piuttosto sapere di che prodotto si tratta, quindi le sue caratteristiche ed eventualmente le indicazioni sul metodo di produzione. Dell’abbinamento non sembra importare quasi nulla a nessuno.
Final question. The subject was somewhat already touched when we talked about the bottle lable. Consumer are not interested in the wine-food pairing or at what temperature the wine should be served. They want to know what they are going to drink, what are the specificities of the wine and possibly, to know about how the wine was produced.

Infine, come al solito questo e’ il link con tutte le risposte al sondaggio, se voleste fare ulteriori e piu’ approfondite analisi. As usual, I provide you with a file with all the answers, should you be interested in doing more detailed analysis.

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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