Constellation Brands ha pubblicato i risultati 2010 che proseguono sulla falsalinea di quanto riportato nel terzo quarto dell’anno. Gli aspetti chiave sono: (1) rifocalizzazione dei marchi e della strategia distributiva USA; (2) taglio costi aggressivo fuori dagli USA; (3) riduzione del debito e riacquisto di azioni. Il quarto trimestre e’ stato buono cosi’ come era stato annunciato. Non solo le vendite USA sono aumentate del 10% a pari perimetro, ma l’azienda ha anche goduto di un impatto positivo dalle tasse. Alla fine l’utile per azione e’ stato superiore alla fascia 1.8-1.85 dollari annunciata a Gennaio, avendo raggiunto 1.91$. Quali sono le attese e la strategia di CB per il 2011: (1) l’utile e’ atteso stabile a 1.9-2$ per azione, quindi perlomeno stabile; (2) l’azienda ha pianificato un ulteriore riacquisto di azioni proprie per 500m$, che praticamente si mangera’ la maggior parte dei 600-650m$ di generazione di cassa attesa nell’anno (in crescita rispetto ai 530m$ generati nel 2010); (3) continuare la riduzione del debito, che e’ sceso di 600m$ nel 2010, con il debito/MOL sceso a 3.2x. Nel 2011 (anno fiscale 2012), Constellation sara’ impattata dal confronto negativo derivante dagli acquisti obbligati dei distributori americani che non si ripeteranno nel 2010. La generazione di cassa e’ prevista aumentare ancora, probabilmente grazie al capitale circoltante.
USA
Il successo del vino italiano in USA – PDF dal Corriere Vinicolo
nessun commentoUltimo estratto dal mega-numero del Corriere Vinicolo specificamente fatta per il Vinitaly 2011.
Si approfondisce il mercato USA. Ha superato come dice il Wine Institute la Francia? Non e’ certo, ma e’ altrettanto certo che se non l’ha fatto lo fara’ presto. Il prodotto italiano si addice bene a questo mercato: qualita’ giusta al prezzo giusto, radici italiane di molti bevitori locali e strutture distributive elevate.
Ecco il testo integrale dell’articolo.
Esportazioni di vino americano – aggiornamento 2010
nessun commentoIl Wine Institute ha messo online i dati delle esportazioni americane di vino 2010, che vedono il vino a stelle e strisce toccare un nuovo record: gli introiti dei produttori di vino dalle vendite estere hanno raggiunto USD1.1 miliardi, con un incremento del 25% rispetto all’anno di crisi, il 2009. L’incremento e’ tutto da legare al miglioramento del prezzo mix, dato che in termini di volume l’export e’ rimasto all’incirca stabile a 4.25 milioni di ettolitri (+2%). Da cio’ ne deriva un prezzo-mix in forte miglioramento, da circa 2.18 dollari al litro a 2.69, un livello mai raggiunto prima dal prodotto americano.
Cause e conseguenze dell’incremento di alcol nel vino americano – studio AARES conference
3 commentiIl documento da cui questo post e’ tratto e’ caricato qui.
Vi segnalo e vi allego questo rapporto sulla tendenza all’aumento del contenuto di alcol nei vini americani negli ultimi 30 anni. E’ un rapporto interessante perche’ dimostra un significativo incremento del contenuto di alcol nel vino e lo rapporta sia alla tendenza del mercato (che negli anni ha richiesto vini piu’ morbidi e maturi) ma anche all’aumento delle temperature dell’area californiana negli ultimi anni. Non si raggiungono considerazioni eclatanti ma si prova una tendenza molto consolidata e che probabilmente, nei prossimi 10-15 anni, potrebbe diventare una specie di handicap per il prodotto vino, a fronte di una tendenza “salutistica” che ovviamente classifica l’alcol tra le cose negative e da evitare. Con una considerazione molto interessante: viste le differenze nell’incremento di alcol tra vini premium (di piu’) e vini base (di meno) o tra vini bianchi (di piu’) e rossi (di meno), sembra di poter dire che il contenuto di alcol sia totalmente gestito dal produttore, che quindi potrebbe anche reagire e compensare il cambiamento climatico con tecniche produttive adeguate.
Indagine Wine Market Council sui consumatori americani di vino
nessun commentoIl Wine Market Council propone come ogni anno una slideshow sul consumatore americano. Quest’anno lo studio approfondisce due aspetti: il passaggio dal consumatore saltuario a quello abituale e l’utilizzo dei nuovi media (internet e sue applicazioni) nella fase di reperimento delle informazioni ma anche di acquisto. Quali sono le conclusioni del rapporto: (1) che il consumo di vino in USA continua a crescere per il passaggio di consumatori da una frequenza saltuaria al consumo abituale di vino; (2) che questa tendenza e’ visibile in tutte le fasce dei consumatori, anche se il progresso piu’ significativo e’ quello della fascia di eta’ tra i 30 e i 45 anni (Generation X); (3) che i giovani si stanno orientando su nuovi vitigni, come il Malbec e lo Syrah/Shiraz, mentre il gradimento di alcuni prodotti come il Pinot Grigio non sembra crescere tra i giovani rispetto agli anziani; (4) che i nuovi media hanno un’influenza crescente (ci avreste scommesso), anche se dobbiamo considerare la particolarita’ del mercato americano; (5) che i prodotti del nuovo mondo incontrano sempre di piu’ le preferenze dei consumatori, a differenza di quelli del vecchio mondo, soprattutto francesi, tedeschi e portoghesi.