Chiudiamo la rassegna dei paesi BRIC con il non-BRIC, cioe’ Hong Kong. Come mai lo hanno incluso nello studio IWSR? Perche’ e’ una porta per entrare in Cina e perche’ il consumo di vino a Hong Kong e’ in forte crescita, sia passata che futura. Diciamo pure che con il +10% annuo atteso di qui al 2015 e con la penetrazione del vino in crescita dal 3% del 1995 al 13% del 2009, questo e’ il piu’ interessante dei mercati emergenti del vino. Posto piccolo, consumo di livello molto elevato, possibilita’ di importare vino che poi viene spedito in Cina. Proprio cosi’: se a Hong Kong si fermano 2.8 milioni di casse di vino, altre 4.5 milioni (principalmente di vino rosso) viaggiano verso la grande nazione orientale. E noi italiani? Beh, praticamente non ci siamo: nei vini spumanti veniamo dopo i francesi, gli australiani, gli americani e gli spagnoli. Ma questo non sarebbe nemmeno un problema, dato che proprio il mercato degli spumanti e’ piccolo e atteso avere una crescita asfittica. Invece siamo colpevolmente fuori dal mercato del vino fermo, che quello invece sale del 10% annuo e sara’ di 4.4 milioni di casse nel 2005: oltre a tutti quelli che abbiamo detto prima siamo anche preceduti dai cileni.
Hong Kong
Il mercato del vino nei paesi BRIC – panoramica e tendenze
3 commentiLa federazione spagnola del vino (OEMV) ha commissionato a IWSR uno studio sul mercato del vino nei cosiddetti paesi BRIC (piu’ Hong Kong). Su questi paesi si concentra l’attenzione mondiale relativamente alla crescita: tutti stanno cercando di guadagnare un’esposizione a questi mercati, tutti cercano di capire quanto sara’ grande il mercato. Che paesi sono? B per Brasile, R per Russia, I per India, C per Cina. Per ora, come vedete da questo studio la sigla adatta al vino sarebbe piu’ RC che non Bric, dato che in Brasile il vino stenta a decollare, mentre in India ha ancora i motori spenti. Dedicheremo un post ciascuno a questi paesi nei prossimi mesi.
Il mercato del vino di Hong Kong – aggiornamento 2008
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Fonte: Calwine
Il mercato del vino di Hong Kong e’ passato nel giro di 5 anni da USD50m a oltre 350m di dollari e nei primi mesi del 2009 sta crescendo del 60% a valore e del 40% a volume e ci si aspetta possano superare i 400 milioni di dollari e 35 milioni di litri su tutto l’anno. Certamente gli abitanti di Hong Kong da soli non possono bersi tutto questo ben di dio. Che cosa e’ successo? E’ successo che Hong Kong ha tagliato a zero le accise sul vino (nel 2006 dall’80% al 40% e nel 2007 dal 40% a 0%) e in questo modo si e’ candidato a diventare una sorta di hub per l’esportazione del vino nella regione. Le sue capacita’ logistiche e organizzative lo rendono un porto ideale per poi spedire il vino in altri posti. Con le tasse a zero, questa opzione diventa percorribile. Non che questo taglio di tasse non abbia favorito i consumi interni: noi guardiamo oggi a dei numeri al netto di quello che e’ stato ri-esportato, cioe’ guardiamo al vino che rimane a Hong Kong. Per darvi un’idea dei 367 milioni di dollari di vino importati nel 2008, un valore di circa 89 milioni e’ stato rispedito, mentre circa 279milioni sono rimasti in loco. Si tratta quindi di un mercato in forte crescita. Come siamo messi noi italiani? Malissimo. Il nostro prodotto, che dovrebbe essere numero 2 dietro la Francia, e’ numero 5, ma come vedremo il problema emerge soprattutto quando si guardano i numeri…