dati ISTAT


Piemonte – produzione di vino e superfici vitate – aggiornamento 2010

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Riprendono i compiti delle vacanze, che per I numeri del vino sono l’aggiornamento regionale della produzione di vino e delle superfici vitate. Cominciamo dal Piemonte. Procediamo come in passato per punti, lasciando una serie di grafici a “spiegare” in dettagli tutto quanto. Parto subito con il dire che questi numeri hanno diversi punti interrogativi e apparenti incongruenze, pur essendo le statistiche ufficiali dell’ISTAT. Se consideriamo che siamo secondo al mondo per la produzione di vino dopo la Francia, stiamo veramente messi male: il Piemonte ha tutti i dati stimati relativamente alla produzione 2010.
• Secondo ISTAT, la superficie in produzione in Piemonte e’ crollata da 52700 ettari a 48400 ettari, un calo dell’8%, per la maggior parte concentrato nelle province di Asti (da 18100 a 14800 ettari) e Alessandria (900 ettari persi a 13920). La superficie cala leggermente in provincia di Cuneo ma si mantiene sopra i 16000 ettari.
• Nonostante questo, il Piemonte ha recuperato la soglia di 3 milioni di ettolitri di produzione nel 2010 (+5%), che non toccava dal 2006. La provincia di Asti ha prodotto 1.1m/hl, +5%, Cuneo e’ cresciuta del 4% a 0.9m/hl, Alessandria del 5% a 839mila ettolitri.
• Invece ISTAT stima una produzione di uva in calo da 4m/quintali a 3.6m/quintali, da cui deriva la resa per ettaro che potete ammirare (sob!) nella tabella. Purtroppo, far uscire 3 milioni di ettolitri da 3.6m/quintali di uva e’ un esercizio non semplice, come potrebbero spiegare bene i viticoltori che leggono questo post.
• Sia la proporzione di vini bianchi e vini rossi 37.5%/62.5% che quella tra vini DOC e vini da tavola 83.1%/16.9% sono esattamente le medesime dell’anno scorso. Nella mia carriera mai ho visto due coincidenze cosi’ abbaglianti. Comunque, questi sono i dati e questi commentiamo: i vini rossi calano e i vini bianchi crescono, quest’anno per un fatto di produzione e non di peso ma questo e’ il trend piemontese.
• Infine, i dati ISTAT relativamente al valore aggiunto della produzione viticola e di vino nella regione. Come vedete, i dati (prime due righe Piemonte, seconde due righe Italia) sono in deciso miglioramento nel 2010 (+5% contro +2% per la viticoltura e -4% per il vino a livello nazionale). Stiamo parlando di circa 355 milioni di euro di produzione di uva ai prezzi di base e 315 milioni di valore aggiunto del vino (cioe’ per quello che capisco, al netto del valore delle uve).



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Valore della produzione vitivinicola e di vino – aggiornamento ISTAT 2010

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Affrontiamo oggi l’argomento del valore aggiunto dell’agricoltura italiana e della viticoltura/vino in particolare. L’argomento l’avevamo iniziato ad affrontare gia’ lo scorso anno e lo riprendiamo oggi con i dati 2010 pubblicati da ISTAT. Quali le conclusioni principali dello studio: (1) nel 2010 il valore aggiunto della produzione viticola italiana e’ rimbalzato dell’1.9% rispetto allo scorso anno. Si tratta di poca cosa considerata l’ecatombe del 2009 (dato rivisto -12%); (2) questo dato e’ in realta’ molto disomogeneo, in quanto si compone di una crescita del 10-11% nel Sud, di un ulteriore calo del 7% nel centro Italia e di una sostanziale stabilita’ al Nord (-1%); (3) nel complesso la produzione viticola italiana resta circa il 25% sotto il picco precedente (4 miliardi di euro toccato nel 2004, mentre ora secondo Istat stiamo a 3 miliardi, sempre a prezzi correnti). Di nuovo questo dato si compone di un Nord Italia che e’ il 17% sotto il picco, il sud il 30% sotto e il centro Italia il 36% piu’ in basso.



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Produzione vino in Italia nel 2010 – fonte: ISTAT

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ISTAT ha finalmente pubblicato i dati 2010 sulla produzione di vino in Italia. Pur trattandosi di stime almeno per una parte della produzione, come abbiamo gia’ detto piu’ volte, questa e’ l’unica fonte univoca e “definitiva” che abbiamo scelto per rispondere alla domanda: quanto vino si produce in Italia? Bene, nel 2010 se ne e’ prodotto per 46.7 milioni di ettolitri, il 3% in piu’ del 2009 e esattamente in linea con la media degli ultimi 5 anni. In verita’ si tratta di 44.7m/hl di vino e 2m/hl di mosto (proveniente principalmente da Sicilia, Puglia ed Emilia Romagna). Le tendenze degli anni scorsi si confermano, sia guardando le produzioni che le superfici vitate: il settore sembra godere di buona salute al Nord, e’ in deciso declino nel Centro Italia (nonostante le superfici vitate non stiano calando come in altre zone) e, a dispetto di un deciso calo delle superfici, nel Meridione si registra una “buona annata” dal punto di vista delle quantita’. La produzione di 46.7m/hl con 64.3m/t di uva raccolta indica una resa per ettaro di 98q/ha, un livello piuttosto elevato, anche se parzialmente attribuibile al graduale e crescente peso del Nord Italia, dove le rese per ettaro si mantengono sopra i 120 quintali, e la perdita di peso del centro Italia, dove si registrano da qualche anno rese inferiori a 80 quintali.



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Il consumo di bevande alcoliche in Italia – aggiornamento 2010

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ISTAT ha pubblicato i dati sul consumo di alcol in Italia, da cui traiamo un quadro relativo all’andamento e all’intensita’ del consumo di vino. Come sempre, mettiamo in fila i numeri degli ultimi anni. Che cosa ne deriva: (1) a livello generale la penetrazione di consumo di vino sta diminuendo in Italia e nel 2010 e’ scesa al 53.3% della popolazione, punto piu’ basso mai registrato da questo studio; (2) a differenza di quanto capitava negli ultimi anni, lo stesso non capita alla birra (stabile al 45.9%) e ai superalcolici (in crescita al 40%); (3) i consumatori “giornalieri” sono il 24% della popolazione e il 45% dei bevitori, con una tendenza costantemente calante (curiosamente piu’ tra gli uomini che tra le donne): non solo ci sono meno bevitori ma il loro modello di consumo sta cambiando verso dei cali di volume; (4) dal punto di vista geografico i consumi di vino in Italia sono decisamente trainati dal Nord Ovest (Piemonte e Lombardia), che nel 2010 ha superato il Nord Est come % di bevitori di vino; (5) i bevitori sono in calo nel Centro Italia e nel Sud Italia principalmente. Da ultimo sottolineerei un aspetto a favore del vino: il consumo abituale di alcolici in Italia e’ ancora oggi il vino: il 24% della popolazione beve vino tutti i giorni, soltanto il 4% beve birra e l’1% beve altri alcolici.



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Consumi di vino a valore delle famiglie in Italia – dati 2009 ISTAT

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I dati prodotti da ISTAT sui consumi delle famiglie italiane nel 2009 confermano quanto la crisi abbia colpito anche il mondo del vino: (1) i consumi di vino hanno visto sia un calo sia della penetrazione (cioe’ quante famiglie comperano vino sul totale ma questa non e’ una novita’), sia una riduzione della spesa media per famiglia acquirente, che invece negli ultimi anni era cresciuta anche se soltanto di poco. (2) Il vino e’ andato male quanto l’acqua (considerazione blasfema per me, ma tant’e’), mentre la birra si e’ comportata meglio. Comprensibile: in tempi di crisi si beve l’acqua del rubinetto e si “tiene” la birra (che difatti ha invertito la tendenza calante della penetrazione) che ha un costo piu’ limitato del vino, generalmente. (3) Il vino e’ andato molto peggio di quanto non abbia fatto la spesa generale delle famiglie. Se si combina il calo della spesa con il calo di penetrazione, si arriva a -6.5% contro un -1.7% della spesa totale delle famiglie e un -5% del settore bevande. (4) Siamo di fronte a una tendenza secolare, dove nuovi modelli di consumo (in crescita) restano piu’ che compensati dai vecchi modelli di consumo (in declino, soprattutto in corrispondenza delle dinamiche demografiche).


Passiamo ai numeri. Le famiglie italiane che comperano vino sono state nel 2009 il 39.1% del totale, in calo di 1.2 punti percentuali sul 2008 e su un ritmo di 3 punti percentuali in 4 anni. “Decennalizzando” significa 7.5%. E’ matematica ma questo numero moltiplicato le 24 milioni di famiglie censite fa 1.8 milioni di famiglie che abbandonano il prodotto vino su un orizzonte di 10 anni.



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