bevande alcoliche


Il consumo di vino e bevande alcoliche in Italia – aggiornamento ISTAT 2017

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La consueta indagine ISTAT sul consumo di bevante è stata pubblicata nel 2017 con un po’ di ritardo e senza commento, ma ha mantenuto la vecchia struttura. I dati sono decisamente migliori di quelli del 2016, per cominciare. L’anno scorso avevamo commentato una inversione negativa di tendenza sulla penetrazione di consumo di vino che coinvolgeva anche la “new wave” del consumo sporadico. Quest’anno i dati girano in senso positivo e più che compensano il calo del 2016. Sembrerebbe anzi di scorgere una inversione di tendenza rispetto al trend discendente visto fino al 2014. Nel 2017 secondo ISTAT sono 28.6 milioni i consumatori di vino in Italia, una quota del 52.6% della popolazione al di sopra degli 11 anni (54.33 milioni di persone). I dati prendono forza dal consumo di vino non abituale, che è oggi un’abitudine del 28% della popolazione italiana. Questa è anche un’abitudine che vede molto più allineati uomini e donne, e questo fa sì che sia proprio il sesso femminile a far segnare i dati più positivi in prospettiva temporale. E non soltanto nel segmento del vino. Passiamo ai dati.

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Settore vino contro settore bevande – dati Mediobanca 2016

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L’analisi del settore bevande e il confronto con il settore vino sono elaborazioni che fanno leva sul lavoro di Mediobanca Research, che ogni anno pubblica due analisi: un rapporto che mostra i dati cumulati delle 2500 maggiori aziende italiane per settore e, con la stessa metodologia, quello delle principali aziende vinicole, qui analizzato ogni anno in primavera. Oggi analizziamo l’andamento fino al 2016 del settore bevande (oltre 10 miliardi di vendite nel 2016) e al 2015 del settore vino (circa 6.5 miliardi). Il quadro mi sembra piuttosto chiaro: le aziende vinicole (soprattutto escludendo le cooperative) hanno mostrato progressi importanti negli ultimi 2-3 anni, che hanno consentito chiudere il gap con il settore bevande allargato, soprattutto in termini di ritorno sul capitale. Le aziende vinicole restano leggermente più indebitate (ma anche più profittevoli), data la maggiore intensità di capitale. Il primo grafico vi mostra invece l’aspetto più positivo, che è il dinamismo commercial del nostro settore vino, determinato anche dalla maggiore propensione all’export (oltre il 50% delle vendite contro il 39% del settore). Andiamo ad analizzare insieme qualche numero.
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Il consumo di vino in Italia – dati 2016 per regione e classi di età

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Proseguiamo l’analisi del consumo di alcolici e vino in Italia con l’approfondimento sulle aree geografiche e sulle fasce di età. Le conclusioni dei dati generali, che vedevano un calo della penetrazione del consumo di vino (e un incremento di quelle della birra e degli altri alcolici), oltre a un calo del consumo sporadico (sempre in crescita in passato), sembrano essere un po’ meno preoccupanti una volta approfonditi tra le fasce di età. Sarà una percezione, però il calo della penetrazione del consumo sembra essere più visibile tra gli ultra 55enni e meno preoccupante tra i giovani. Se escludiamo la fascia 25-34 anni notiamo che lo stesso vale largo circa per il consumo sporadico di vino, dove il leggero calo del 2016 sembra più legato a un dato quasi anomalo del 2015 rispetto agli andamenti storici. I dati regionali sono anch’essi piuttosto volatili. Secondo ISTAT nel 2016 aumenta in modo visibile la penetrazione del consumo di vino in Puglia, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Trento e Valle d’Aosta, mentre sono negativi i dati nelle tre regioni chiave del nord, Piemonte, Lombardia e Veneto, così come in Abruzzo, Calabria e Sardegna. Passiamo a commentare qualche numero insieme.

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Il consumo di vino e bevande alcoliche in Italia – aggiornamento ISTAT 2016

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E’ il momento di aggiornare le nostre tabelle sul consumo di vino e di alcolici in Italia, che ISTAT pubblica annualmente, esprimendo non le quantità ma bensì la penetrazione del consumo (cioè quanti rispetto alla popolazione), tagliando i dati per tipo di bevanda, zona di consumo e intensità del consumo (in realtà il rapporto è più orientato a monitorare l’eccesso di consumo, anche se poi i dati sono molto completi). Il momento non è dei migliori per il vino, a leggere i dati che noi mettiamo in prospettiva temporale, cioè confrontandoli con quelli degli anni passati. La penetrazione del consumo di vino cala seppur di poco al 51.7% della popolazione, ma lo fa in un contesto di crescita della penetrazione del consumo di alcolici (64.7%) dove si avvantaggiano la birra (47.8%) e le altre bevande alcoliche (43.2%). E questo è a sua volta frutto della tendenza sempre maggiore di consumare alcolici in modo sporadico e soprattutto fuori pasto. Non solo. I dati confrontati al passato mettono in luce che per la prima volta dopo anni non cresce nemmeno la percentuale della popolazione che consuma vino ogni tanto, fino allo scorso anno in costante crescita, mentre continua il calo strutturale del “bicchiere di vino a pasto”. Passiamo dunque a guardare qualche dato insieme, lasciando al prossimo articolo l’analisi più approfondita delle tendenze regionali e per classi di età.

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Settore vino contro settore bevande – dati Mediobanca 2015

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Torniamo oggi sul confronto tra il settore delle bevande italiano, come definito da Mediobanca nel suo rapporto sui dati delle principali 2060 società italiane (fino al 2015), e il settore del vino, con dati coerenti pubblicati sempre da Mediobanca nell’ambito dell’indagine sul settore vinicolo (fino al 2014, salvo che per le vendite. I grafici e le tabelle che trovate nel post vi mostrano molto chiaramente come il settore del vino mantenga un deciso primato di crescita nel medio termine rispetto al settore allargato delle bevande (ma non nel 2015), forte della sua maggiore propensione all’export. Se scendiamo nel dettaglio dei parametri reddituali e patrimoniali, trovate due linee: il vino senza le cooperative e il vino con le cooperative. Nel primo caso, i margini, il ritorno sul capitale e gli indicatori di indebitamento nel settore del vino non sono dissimili dal settore del bevande. Ma andiamo ad analizzare i dettagli.

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