Masi è certamente una delle aziende vinicole più riservate, perlomeno per quanto riguarda la possibilità di analizzare il suo andamento economico. Eppure, secondo alcuni articoli recentemente pubblicati sulla stampa, potrebbe essere in procinto di approdare in borsa, nel mercato dedicato alle piccole aziende (AIM). Sarebbe in realtà la seconda azienda vinicola italiana a provare questa esperienza, visto che negli ultimi giorni è stata ammessa Italian Wine Brands, attraverso un veicolo di quotazione che ha acquistato Giordano e Provinco. Ma torniamo a Masi, per analizzare i dati finio alla fine del 2013. Va detto che Masi è un’azienda vinicola molto profittevole sia in rapporto al fatturato che in rapporto al capitale investito. Questo è frutto di un attento bilanciamento nell’approvvigionamento di materie prime tra vigneti di proprieta e acquisti dall’esterno, ma anche di una segmentazione del prodotto ben fatta, dove la quota di vini DOC, IGT e da tavola è attentamente modulata. I numeri del 2013 e la tendenza degli ultimi anni mostra un percorso di crescita piuttosto lento, frutto di decisioni prudenti e una profittabilità un po’ altalenante, dovuta presumibilmente alle oscillazioni dei prezzi delle materie prime. Tuttavia, con un margine MOL del 25%, un ritorno sul capital del 15% e un rapporto debito MOL di 1.4 volte, Masi si pone ai vertici del panorama del settore del vino in Italia. Passiamo a un’analisi più puntuale dei dati.