Concha y Toro – risultati primo semestre 2020

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I numeri del primo semestre 2020 annunciati a fine luglio da Concha y Toro sono stati fragorosamente positivi, soprattutto letti alla luce della crisi che stiamo attraversando. Questo ci consente di fare una considerazione generale: non si è bevuto meno vino, si è bevuto in modo diverso e comperando in altri posti. Chi è nel posto giusto va a finire che ci guadagna. E Concha y Toro ha buoni vini ma è soprattutto esposta alle vendite al dettaglio più che alla mescita nei ristoranti. Questo, oltre all’eccellente esecuzione della strategia di focalizzazione su alcuni prodotti (Casillero del Diablo e una serie di altri che abbiamo qui nominato in passato) e mercati (fondamentalmente tutta l’America, la Cina il Giappone e i paesi nordici europei) ha fatto esplodere gli utili: le vendite in valuta locale sono cresciute del 16%, anche grazie al cambio, ma i margini sono esplosi, guadagnando circa 5 punti percentuali e consentendo un +53% nel margine operativo lordo e un +50% dell’utile netto. Il debito non scende molto (-5%) ma il forte progresso della redditività consente un deciso calo del rapporto debito/EBITDA. E a luglio le cose sembrano essere ancora andate bene, anche se non così come nel primo semestre. Passiamo ai dati.


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  • Il fatturato cresce del 16% a 344 miliardi di peso, grazie al forte incremento delle esportazioni (+18% a 228 miliardi) e al business locale USA (+29% a 63 miliardi), che vi riespongo dopo la riclassificazione fatta dall’azienda. L’attività locale in Cile è stabile mentre quella Argentina-su-Argentina è veramente marginale, anche se in calo del 3%.
  • L’unico mercato fortemente negativo è la Cina, -75% a causa del COVID, mentre in UK le vendite sono a +59%, in USA a +24%, in Brasile e Messico +25/30%. Insomma dati molto positivi, quasi da non credere pensando alla crisi COVID. Il marchio Casillero del Diablo Riserva fa +36% in valore.
  • I margini esplodono. A livello industriale, cambi, costo delle materie prime ma soprattutto miglioramento del mix portano il margine industriale dal 35% al 40%. A livello commerciale i costi aumentano di più ma praticamente il progresso viene quasi completamente mantenuto, con un utile operativo che passa dal 9.9% al 14.6% per un progresso in valore assoluto del 53%. L’utile netto va di conseguenza.
  • A livello finanziario il debito scende a 276 miliardi di peso, da 291 di giugno 2019 e 287 di dicembre 2019. Si tratta di un progresso limitato, nonostante gli investimenti siano scesi a 35 miliardi (58 nel 2019), ma il rapporto debito/EBITDA “crolla” beneficiando del forte progresso dell’EBITDA.
  • Poco si dice sul futuro, salvo che resta incerto ma che, come dicevamo sopra, le cose a luglio andavano ancora bene…
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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