Spumanti


Esportazioni di vino italiano – aggiornamento febbraio 2020

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I dati di febbraio sono meno peggio di quanto ci si potesse aspettare, anche se va ricordato che ha avuto un giorno in più dell’anno scorso (anno bisesto e decisamente funesto…). Chiude quindi con un valore sostanzialmente allineato a quello dello scorso anno, con un incremento dei vini in bottiglia e un calo che comincia a essere evidente delle esportazioni di spumante, pur in un periodo non significativo e pur essendo dovuto al crollo delle spedizioni nel Regno Unito. Ovviamente parlare di questi dati oggi è come parlare di un passato che non c’è più, quindi non è possibile estrapolare dei trend chiari: il mese di Marzo (quando vi ricordo che le esportazioni italiane totali sono scese del 17% anno su anno) sarà il primo test di che cosa succede al vino italiano. Ma ne parleremo sul blog il 14 giugno prossimo. Per ora concentriamo su questi numeri.

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Svezia – importazioni di vino 2019

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Dati dettagliati e scaricabili disponibili nella sezione Solonumeri (altri paesi).

Il commento sulle importazioni di vino in Svezia è facilmente sovrapponibile a quello degli altri mercati nordici: un ottimo mercato, con una crescita strutturale importante (in questo caso circa il 6% annuo nel quinquennio 2014-19 in valuta locale), guidata dal mix (infatti i volumi importati calano leggermente) e dove dopo un periodo in cui i prodotti italiani hanno primeggiato, sta tornando con forza il vino francese. Infatti, nel 2019 in Svezia le importazioni dalla Francia crescono del 4% in euro contro il +1% di quelle dall’Italia. I due mercati erano pari nel 2014 a 147 milioni di euro e ora sono distanziati di oltre 30 milioni: 195 contro 163 milioni. Restiamo ovviamente punto di riferimento nel mercato, con una quota del 23.6%, ma il nostro vino fermo sta facendo fatica. Invece, i vini spumanti pur con una battuta d’arresto di quest’anno hanno avuto uno sviluppo piuttosto interessante. Ma concentriamoci sulla Svezia.

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Champagne – dati di mercato ed esportazioni 2019

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Il mercato dello Champagne nel 2019 ha registrato una crescita del 4% a valore, sfondando quota 5 miliardi di euro, nonostante i volumi siano arretrati dell’1%, poco sotto 300 milioni di bottiglie. Il bilancio finale è dunque positivo, sicuramente meglio del 2018 (valore stabile, volumi calati del 4%). Ci sono alcune “cattive” analogie con il passato, come il calo strutturale del mercato francese, ma anche e soprattutto delle “buone” differenze: i vigneron indipendenti una volta tanto non sottoperformano il mercato, il mercato americano accelera ulteriormente e rappresenta il vero traino del prodotto francese, il mercato inglese si stabilizza in volume e riprende a crescere in valore, il mercato italiano somiglia a quello americano. Unica differenza: noi stiamo recuperando i livelli del passato, gli americani sono sui loro massimi storici. Passiamo ai numeri.

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Esportazioni di vino italiano – aggiornamento gennaio 2020

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Commentare dei dati così positivi come quelli di export di vino in gennaio nel contesto in cui ci troviamo non è facile. La partenza del 2020 è stata particolarmente buona e supportata da un fortissimo (non ricorrente quasi di certo) incremento delle spedizioni nel mercato americano, che ha più che compensato il calo registrato nel Regno Unito e in genere negli altri mercati (messi tutti insieme). Con questa dinamica, si è anche consumato il sorpasso nel segmento degli spumanti tra Stati Uniti e Regno Unito, ormai una questione di tempo. Mettendo giù due numeri, le esportazioni di gennaio crescono del 13% a quasi 500 milioni di euro, portando il dato sui 12 mesi a quasi 6.5 miliardi di euro. Oltre al mercato americano va menzionata una buona partenza d’anno in Germania e Giappone e nei paesi nordici in genere. Passiamo a una breve analisi dei dati.

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Spagna – esportazioni di vino, aggiornamento 2019

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Le esportazioni spagnole di vino tornano indietro di un paio di anni con il calo dell’8% registrato nel 2019. Il dato è il combinato di trend molto dissimili: 1) un recupero dei volumi esportati dell’8%, quasi al livello di massimo storico, più che compensato dal calo del prezzo medio del 15%; 2) un andamento molto negativo per i vini sfusi (fattore prezzo) e per gli spumanti, mentre tengono i vini fermi in bottiglia; 3) una debacle nei due principali mercati dell’Europa continentale, Francia e Germania, parzialmente compensato dalla stabilità nel mercato nordamericano). Quindi un anno di difficile lettura per il settore del vino spagnolo, che resta fortemente legato alle forti oscillazioni di prezzo del vino sfuso e di bassa qualità. Detto questo, la Spagna resta pur sempre la terza “potenza mondiale” nel settore del commercio estero del vino, anche se tra è decisamente la meno performante del gruppo degli “esportatori” naturali (+1.3% annuo negli ultimi 5 anni contro il +5% degli altri, escludendo USA e Germania, dove la quota di export sulla produzione è relativamente limitata). Passiamo a leggere qualche dato insieme.

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