Sono un po’ colpevole di non aver mai parlato degli indici Liv-ex, e quindi “ve li presento”, anche perche’ da qualche mese c’e’ un blog piuttosto interessante e numerico. Se i francesi e gli italiani sanno fare il vino, gli inglesi sono da sempre dei grandi commercianti e gli indici Liv-ex arrivano proprio da questo grande commerciante di vini, principalmente francesi. Cosi’ si sono inventati dei panieri di grandi vini che hanno dei prezzi molto facilmente reperibili e hanno costruito degli indici per definire il valore del vino come investimento. Vi dico subito che la conclusione e’ ovvia: investire nel vino di alta qualita’ ha reso molto negli ultimi anni, al pari di qualsiasi altro investimento nelle materie prime o nei beni con una offerta “fissa”. Qualche differenza pero’ si sta creando in questi ultimi due anni. Se prima tutti vini andavano piu’ o meno nella stessa maniera, in questo momento si assiste a un andamento particolarmente favorevole per l’indice “dei 50 vini” (tutti di Bordeaux), rispetto agli altri due indici, quello dei 100 vini (dove ci sono anche 1-2 nomi italiani) e quello dei 500, dove ci sono invece circa una trentina di referenze. Va detto che a ruota della eco di questi indici, anche il Monte dei Paschi di Siena ha elaborato un indice tutto italiano, di cui pero’ non e’ per ora reperibile la serie storica.
prezzi del vino
“Petrolio o vino?”: relazione tra domanda globale e prezzi delle commodities
nessun commentoFonte: working paper IMF
Qualche giorno fa sono rimasto molto sorpreso da questo breve ma molto interessante documento dell’IMF (International Monetary Fund), che tratta anche di vino. E’ un working paper dove si cerca di modellizzare l’andamento dei prezzi delle materie prime in base alla crescita economica. Per farlo, ed e’ per questo motivo che il documento “casca a fagiolo” nel blog, prende due prodotti: il barile di petrolio e il vino di qualita’ (di alta qualita’, si intende). Che cosa conclude? Molto semplice, che se e’ vero che i problemi dell’offerta (cioe’ scarsa fornitura) possono determinare il prezzo dei prodotti, e’ in realta’ la domanda che sta veramente facendo crescere i prezzi. E lo studio separa due tipi di domanda, quella dei paesi sviluppati e quella dei paesi emergenti. Quest’ultima e’ la vera determinante, anche perche’ nello studio si mette in luce che e’ la domanda incrementale non viene da un incremento del consumo pro-capite (meno elastico) ma bensi’ da un aumento dei consumatori. Infine, una piccola ma importante nota sul tema del vino come investimento: lo studio identifica per il petrolio e per i vini di qualita’ la stessa performance negli ultimi anni. Il che significa che tutte le questioni circa il valore della diversificazione in un bene come il vino sono sostanzialmente vanificate dal fatto che il vino si comportera’ come il petrolio, che si comportera’ come il rame e via dicendo.