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I canali di vendita del vino e tipologia di etichette – indagine Mediobanca 2016

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I canali di vendita e l’indagine sulle etichette dei vini forniscono quest’anno alcune indicazioni interessanti, soprattutto se viste in tendenza rispetto agli anni passati. La tanto attesa crescita delle vendite dirette sembra emergere: secondo il rapporto siamo al 13.5% del totale venduto dalle aziende del rapporto, in progressione ormai decisa, con una forte spinta delle aziende private. Dopo il picco del 2010-2012 sembra anche regredire leggermente la penetrazione della GDO (sotto il 40% nel 2016), probabilmente in corrispondenza del costante spostamento del consumatore verso prodotti più raffinati, per i quali questo canale è meno appetibile. L’indagine sulle etichette ci riporta su considerazioni simili: crescono quelle dei grandi vini (prezzo superiore a 25 euro) e diminuiscono quelle dei vini comuni. Passiamo ad analizzare qualche dato insieme.

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I canali di vendita del vino e tipologia di etichette – indagine Mediobanca 2015

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Quest’anno aggiungo all’usuale aggiornamento sui canali di vendita una nuova analisi, che in verità Mediobanca ha sempre fatto ma che ho sempre ignorato: si tratta dell’indagine sulla tipologia di etichette per livello qualitativo del vino. Cosa è successo dunque nel 2015 rispetto agli anni scorsi: il canale di distribuzione diretto continua a guadagnare terreno, così come il canale di vendita dei grossisti e i canali alternativi. A farne le spese sono le vendite al canale della GDO che si attestano alla percentuale più contenuta degli ultimi anni (40%) e le enoteche/winebar, anch’esse al minimo storico. I dati sulle etichette invece evidenziano due aspetti importanti: 1) la graduale riduzione dei “grandi vini” nel portafoglio delle aziende vinicole a vantaggio dei vini DOCG, quindi di alta qualità ma meno di 25 euro di prezzo al dettaglio; 2) la riduzione del numero di etichette DOC e IGT a vantaggio delle etichette di vini DOCG e vini comuni rispettivamente, presumibilmente come risposta alla crisi degli ultimi anni, che ha portato a una polarizzazione verso l’alto e verso il basso dell’offerta di vino. Passiamo ad analizzare i dati in dettaglio.

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I canali di vendita del vino in Italia nel 2014 – indagine Mediobanca

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L’indagine sui canali di vendita ha coinvolto il 77% delle aziende del campione. Secondo Mediobanca, in 20 anni in cui questa indagine viene condotta, il numero delle etichette è più che raddoppiato (+123% a 3600). Come vengono distribuiti i vini in Italia e come sta cambiando la distribuzione. Beh, i numeri del 2014 offrono qualche spunto in più degli anni passati. Innanzitutto “culmina” la crisi delle vendite di vino nel canale Ho.Re.Ca., dove secondo il sondaggio viene veicolato soltanto il 15% del vino, principalmente dalle aziende private. In secondo luogo, i dati mostrano un livello mai visto in precedenza della vendita diretta, superiore al 10% per il totale dei vini e oltre il 15% per i grandi vini. Potrebbe essere il segno che finalmente anche in Italia le cantine si strutturano per ricevere gli ospiti e vendere il vino. All’incremento della vendita diretta sembra corrispondere come controaltare la riduzione del canale all’ingrosso e di altri intermediari. Infine, la grande distribuzione sembra  aver abbandonato i vini oltre i 25 euro, che in tempi di crisi sono ovviamente difficili da vendere…

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I canali di vendita del vino in Italia nel 2013 – indagine Mediobanca

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Il post sui canali di vendita del vino su fonte Mediobanca quest’anno deve fare i conti con un significativo cambio del campione (il 68% delle aziende che formano il cumulato Mediobanca, contro il 75% dello scorso anno), che a sua volta ha mosso un po’ i numeri rispetto allo scorso anno. Il risultato lo vedete non dalla torta ma quanto dai grafici e dalla tabella, dove risulta un calo della quota di mercato della GDO che in realtà non si è verificato. Infatti, a margine dell’indagine, Mediobanca aggiunge una frasetta dove dice di quanto è aumentata la penetrazione della GDO dal 2002 all’anno in questione, nel nostro caso il 2013. L’incremento è stato di 14 punti percentuali dal 2002 al 2013, mentre lo stesso confronto omogeneo fatto nel 2012 diceva 12 punti percentuali e l’anno prima 10 punti percentuali (nel 2010 non l’avevano fatto). Fatta questa premessa e questa spiegazione, si può ben dire che non sono state le enoteche e i wine bar a guadagnare la quota che si è spostata dalla GDO, ma per lo più la vendita diretta, che presumibilmente assumerà sempre più importanza in corrispondenza dello sviluppo di internet ma anche di un approccio speriamo più attivo nel campo del turismo enogastronomico. Passiamo a commentare i dati.

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I canali di vendita del vino in Italia nel 2012 – indagine Mediobanca

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La distribuzione del vino in Italia resta una porzione della catena del valore del vino in movimento. Lo dicono questi dati di Mediobanca, dove il segnale più evidente è relativo al rafforzamento della grande distribuzione. Come ho avuto modo di commentare anche in passato, questa statistica è di difficile confronto nel tempo, dato che il campione tende a cambiare. I trend però sono chiari. Lo stesso rapporto Mediobanca chiarisce che su un campione omogeneo, tra il 2002 e il 2012 il peso delle vendite nella GDO è cresciuto dal 35% al 47%. Ora, questo numero nelle nostre tabelle è il 45%, ma certamente con l’allargamento del campione dove entrano aziende più piccole, una piccola sottostima ci può stare. Il secondo segnale è quello dell’ulteriore indebolimento dei canali “a maggior valore aggiunto”, cioè le enoteche e winebar e il canale Horeca. La loro quota e’ del 27% ed è calata di quasi 2 punti sul 2011. Di più, nel segmento dei grandi vini, dove questo canale mantiene la leadership, la quota è nel 2012 del 62% contro il 70% degli scorsi anni. Segno che grande distribuzione e canali alternativi, dopo aver preso la parte preponderante del mercato dei vini sotto i 25 euro, ora si stanno muovendo anche nel segmento “ultrapremium”. Entriamo nel dettaglio.

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