dati UN Comtrade


Portogallo – esportazioni di vino – aggiornamento 2016

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Fonte: dati UN Comtrade

Poche novità sotto il sole nel 2016 per il vino portoghese. Le esportazioni sono rimaste quasi stabili a 727 milioni, e l’andamento dei principali mercati vede pochi scossoni, se escludiamo l’Angola, dove si registra uno scioccante calo del 55% delle esportazioni di vino. Questo mercato, che era diventato il numero 2 per il Portogallo tra il 2011 e il 2014, è oggi il numero 8 e il calo del 2016 da solo ha avuto un impatto di 40 milioni di euro, ovvero circa il 5.4% delle esportazioni totali. In termini di volumi, il calo dell’Angola costa 350mila ettolitri, il 12% del totale, per due terzi recuperato attraverso l’incremento delle esportazioni verso la vicina Spagna. Passiamo dunque all’analisi dei dati.

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Nuova Zelanda – esportazioni di vino 2016

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Fonte: elaborazione de inumeridelvino.it su dati UN Comtrade data

Non so se ci sono degli animali veloci in Nuova Zelanda, ma certamente le esportazioni di vino da questo paese agli antipodi dell’Italia continuano a crescere e quest’anno mi obbligano a cambiare la colonna tra i maggiori esportatori mondiali, dall’ottavo al settimo posto, superando (quasi certamente) la Germania e sfondando per la prima volta quota 1 miliardi di euro, che corrispondono a 1.6 miliardi di dollari neozelandesi. Data la sostanziale stabilità dei tassi di cambio tra Euro, dollaro e dollaro locale, da qualunque lato la si guardi la crescita è stata del 5% circa nel 2016 e il “ritmo quinquennale” per così dire di poco meno dell’8% in valuta locale e di quasi il 10% in Euro. Non ci sono però solo buone notizie. Accanto all’andamento positivo in mercati come quello USA (ormai di gran lunga il principale), c’è lo stop nel Regno Unito (dove mi sa che va bene solo il vino italiano grazie agli spumanti) e scorrendo la classifica comincia ad apparire qualche segno meno. Certamente si sta verificando un “impoverimento” della qualità delle esportazioni, data la crescita importante dei prodotti sfusi (+15/16%) rispetto agli imbottigliati (+3%), che ha portato la categoria a superare il 20% delle esportazioni totali, come vedete nel prossimo grafico. Andiamo a leggere qualche numero insieme. Continua a leggere »

USA – esportazioni di vino 2016

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Dopo l’”impresa” del 2015 quando le esportazioni di vino americano resistettero alla forte rivalutazione del cambio, nel 2016 con uno scenario valutario più stabile il vino americano ha messo a segno un progresso marginale, +1.5% in dollari e +2% in euro, confermandosi con tutta probabilità la sesta potenza mondiale nel trade del vino, poco dietro l’Australia con 1.4 miliardi di euro. I volumi esportati, 3.8 milioni di ettolitri, sono invece calati in modo marcato. Il 2016 per gli americani si caratterizza per un ulteriore calo nel principale mercato, il Canada, compensato dalla forte progressione nel mercato inglese, dove la crescita è del 18% circa e della Cina, che combinata con Hong Kong è il terzo mercato di destinazione del vino americano e riprende finalmente a crescere dopo diversi anni difficili. In questo quadro, è evidente una forte volatilità tra i mercati, con forti balzi per esempio in Francia e Belgio, compensati da crolli in mercati un tempo ben più importanti come l’Italia, mercato in cui gli americani vendono soltanto vino sfuso e… sempre di meno… passiamo ai numeri. Continua a leggere »

Norvegia – importazioni di vino 2016

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Sebbene i norvegesi abbiano bevuto più vino nel 2016, l’incremento sia dei volumi (4%) che della loro spesa (5% in valuta locale) è stato vanificato dalla svalutazione della Corona, che ha perso il 4% contro l’Euro in media nel corso del 2016. Il vino italiano ha mantenuto la leadership tra gli esportatori nel paese nordico con una quota di mercato del 35%, anche se la sua posizione si è leggermente indebolita a favore dei vini del nuovo mondo, nonostante anche i norvegesi comincino ad apprezzare i nostri spumanti (+15%). Nel 2017 la musica dovrebbe cambiare: il rimbalzo dei prezzi del petrolio, da cui la Norvegia dipende, ha già determinato una rivalutazione della Corona, che se va avanti sulla falsariga dei dati di gennaio restituirà il 4% che ha tolto nel 2016. Andiamo a leggere qualche dato insieme.

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Canada – importazioni di vino 2016

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Il flusso di importazioni di vino del Canada nel 2016 è proseguito su un sentiero di leggera crescita, 1-2%, vanificata dall’indebolimento della valuta locale una volta tradotto in euro. In verità a guardare questo inizio 2017 si tratterà di un impatto temporaneo, dato che la valuta canadese è “rientrata” in area 1.40 contro l’euro da 1.47, quindi con un impatto probabilmente positivo sulle nostre esportazioni. Il contesto canadese è caratterizzato da un regno diviso in tre da USA, Francia e Italia, che fanno 1 miliardo dei 1.6 miliardi totali di importazioni. Gli USA sono penetrati pesantemente nel mercato canadese negli anni scorsi anni con crescite vicine alla doppia cifra e fino a conquistare la leadership, ma nel 2016 hanno dovuto fare i conti con il rafforzamento della valuta, che ha tarpato le ali alle esportazioni 2016, calate del 4%. Francia e Italia sono andate benino, con un incremento dell’1% in euro e del 4-5% in valuta locale. Siamo praticamente allo stesso livello degli americani. L’Italia perde qualche colpo sui vini imbottigliati, compensato dalla crescita negli spumanti e (negli irrilevanti) vini sfusi, gli americani cedono sui vini sfusi ai cileni, avvantaggiati dalla valuta. Andiamo a leggere qualche dato insieme.

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