Dati Mediobanca


I risultati delle aziende vinicole italiane (escluse cooperative) – aggiornamento Mediobanca 2018

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Proseguiamo l’analisi del rapporto Mediobanca concentrandoci sulle aziende vinicole, escludendo quindi le cooperative. Si tratta della parte (125 aziende) più esposta all’estero. Si tratta anche del campione dove i numeri relativi ai margini e al ritorno sul capitale hanno senso compiuto, perchè depurati dall’effetto distorcente delle cooperative. Dunque, le conclusioni non sono radicamente differenti da quelle fatte la settimana scorsa: il 2018 è stato un buon anno per le vendite (+6.3%), un po’ meno buono per l’andamento dei margini (in leggero calo). Il 2019 si prevede in crescita meno sostenuta, per il problema dell’Italia (che comunque non è calato per le aziende private), mentre il 2020 ovviamente sarà l’anno peggiore di sempre, certamente oltrepassando il calo del 4% subito nel 2009. Passiamo all’analisi dei dati.

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I risultati delle aziende e cooperative vinicole italiane 2018 – Rapporto Mediobanca

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Il rapporto Mediobanca 2020 basato sui dati 2018 ha allargato in modo significativo la sua base di dati. Con quest’anno l’asticella scende a 20 milioni di euro di fatturato (25 in precedenza) e il campione si allarga da 168 a 215 aziende, in modo da ricomprendere circa il 78% del settore italiano del vino. Il modo in cui i dati vengono mostrati è anche stato aggiornato (ampliato) e questo crea qualche difficoltà nel riparametrare i dati del passato, soprattutto a livello patrimoniale: ho fatto del mio meglio per mantenere un confronto sensato con il passato. Fatta questa premessa, i dati 2018 (completi) e 2019 (solo per le vendite) non sono così positivi: i margini di profitto 2018 sono calati leggermente a fronte dell’incremento dei costi esterni: l’incremento dell’utile cumulato di queste aziende, +18% a 400 milioni di euro, è quasi tutto legato ad aspetti finanziari e fiscali. Nel 2019 il rapporto indica un incremento delle vendite dell’1% soltanto, contro il 6-7% annuo registrato tra il 2016 e il 2018, a causa dell’andamento negativo del mercato italiano dopo il forte incremento registrato nel 2018. Nei prossimi giorni procederemo a un’analisi delle varie sotto categorie, per ora concentriamoci sui dati generali.

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Settore vino contro settore bevande – dati Mediobanca 2017/2018

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Torniamo oggi su un argomento che mi sta a cuore, che è quello del modello di business del settore vino e di come si confronta con quello più ampio del settore delle bevande (alcoliche e analcoliche). I dati ci vengono forniti da Mediobanca Research, che compila un “cumulativo” di entrambi i settori nel mercato italiano: il settore delle bevande, di cui trovate i dati in fondo al post, e quello del vino, che allo stato attuale è ancora un anno indietro (ci si ferma al 2017). Insomma, che cosa dovremmo portare a casa da questi grafici e da queste tabelle. Direi quanto segue: 1) come in passato il segmento del vino è in crescita più sostenuta di quello generale delle bevande. Negli ultimi 5 anni, +5% annuo contro circa +3.5%; 2) il settore vino sta continuando a internazionalizzarsi (51% estero nel 2018), mentre quello delle bevande resta più legato al mercato domestico (40% esportazioni); 3) se escludiamo le cooperative, il segmento vino ha mantenuto un margine uguale o migliore di quello delle bevande e ha gradualmente migliorato il ritorno sul capitale, mantenendo una leva finanziaria più pronunciata. Passiamo a leggere qualche numero insieme.

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Indebitamento e leva delle principali aziende vinicole – dati 2018

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Usando la medesima annotazione di sempre, sta a dire che questi dati evidenziano il debito lordo totale delle aziende, senza considerare la cassa e quindi la posizione finanziaria netta, passiamo quindi ad analizzare il rapporto di indebitamento delle imprese vinicole italiane. Si tratta quindi di guardare più a come si muovono alcuni rapporti che non ai valori assoluti: nel 2018 la somma dei debiti di queste aziende ha raggiunto quota 1.9 miliardi di euro, da 1.7 miliardi del 2017, con un rapporto stabile intorno a 0.6 volte il patrimonio netto ma un peggioramento rispetto al valore aggiunto, che come abbiamo detto nei post precedenti ha subito un rallentamento nel 2018 a causa dell’aumento dei costi delle materie prime. Passiamo all’analisi dei dati.

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Utili, margini e ritorno sul capitale delle principali aziende vinicole – aggiornamento 2018

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Il quadro complessivo degli utili delle principali aziende vinicole italiane nel 2018 non è così positivo come quello disegnato nei giorni scorsi parlando delle vendite. I costi operativi sono aumentati più delle vendite, così come le vendite sono aumentate più del valore aggiunto. L’aumento del costo delle materie prime e la crescita degli investimenti (che come vedremo ha avuto anche un impatto sull’entità dei debiti delle aziende) sono state alcune delle ragioni del peggioramento. Il quadro generale vede un incremento dell’1% dell’utile operativo cumulato delle 33 aziende considerate, a 327 milioni. Come potete vedere dal grafico sopra è di fatto una stabilizzazione dopo un forte miglioramento degli anni scorsi. Entrando nel dettaglio, sono molto buoni i dati delle due aziende leader in Toscana, Antinori e Frescobaldi (+27% e +29% rispettivamente), che sono anche la prima e la terza azienda in Italia per utile operativo nel mondo del vino. Cala invece del 7% l’utile operativo di Santa Margherita, che come abbiamo commentato ha risentito dell’aumento dei costi delle materie prime e del primo anno di integrazione delle nuove acquisizioni. Un ultimo commento sulla matrice che vi allego di confronto tra capitale investito e ritorno sul capitale. Anche da questa “visione” dei dati emergono le medesime tre aziende. Ma dopo l’integrazione delle tenute in Zonin e l’entrata nel capitale di 21Investimenti proprio l’azienda veneta è “candidata” a entrare tra i top player italiani del settore anche da questo punto di vista. Vedremo. Per ora passiamo ai dati.

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