Fonte: Mediobanca Research
La prima cosa che mi e’ venuta in mente quando ho guardato questa tabella che ormai faccio da qualche anno e’ che, salvo una grande operazione, la lista delle aziende e’ rimasta sempre la medesima. Qualcuno e’ uscito per aver perso la soglia dei 50 milioni di fatturato (Banfi), un paio sono entrati forse perche’ Mediobanca non li aveva considerati prima (Cevico, Lavis), ma nulla di piu’. Soltanto una azienda e’ uscita per essere stata comperata (Coltiva), e questa tabella contiene l’unica incongruenza di non avere i numeri di GIV e Cantine Riunite visti come consolidato. Se le due fossero messe insieme il numero uno avrebbe un fatturato di 440 milioni. Fatta questa premessa possiamo passare ad analizzare la classifica. Alcune di queste aziende le abbiamo “analizzate” di gia’, altre non ancora perche’ non ci hanno mandato il bilancio. La seconda e’ che il 2009 era l’anno della grande crisi e, dopotutto, le cose non sono andate troppo male: la somma di queste aziende fa -0.1% di vendite, contro una previsione del rapporto Mediobanca di -3% per le prime 100 aziende italiane. Le prime 17 aziende italiane hanno fatturato 2011 milioni di euro. Di queste 8 hanno un fatturato sopra i 100 milioni di euro, contro 9 nel 2008. Ah, dimenticavo, Mediobanca continua a ignorare Santa Margherita, Medio-bacca no.
Dati Mediobanca
Cooperative contro aziende vinicole – indicatori di bilancio – Mediobanca 2010
nessun commentoDedichiamo un post come lo scorso anno al confronto tra cooperative e aziende vinicole, nell’ambito della ricerca Mediobanca. Cio’ e’ importante per capire come si sta muovendo l’industria vinicola italiana e quali sono le prospettive: infatti, le cooperative hanno obiettivi diversi a quelli delle aziende, il loro scopo non e’ il ritorno sul capitale investito ma bensi’ la massimizzazione dei benefici per i soci fornitori: voi direte, e’ la stessa cosa. Io vi dico: guardate questi numeri e comprendete come le cose non stanno in questo modo. Da questa analisi traiamo le seguenti conclusioni: (1) le cooperative hanno avuto risultati molto migliori delle aziende nel 2008 perche’ non hanno subito alcun impatto dall’aumento dei costi delle uve e del vino (pagano quello che “possono” non quello che “devono”); (2) la performance commerciale e’ stata equivalente, ma nel caso delle cooperative e’ stata raggiunta con un buon andamento in Italia, mentre all’estero le cooperative mostrano una crescente difficolta’ a svilupparsi; (3) il debito/MOL delle cooperative e’ stabile rispetto al peggioramento delle aziende, che pero’ e’ originato dal calo degli utili; (4) il debito delle cooperative cresce anche di piu’ di quello delle aziende vinicole, a causa di una peggiore gestione del capitale circolante (esposizione al mercato italiano?); (5) nel corso degli ultimi anni e’ evidente che le cooperative investono di meno ma rappresentano una fetta sempre piu’ significativo del debito del mondo del vino: la loro gestione mostra segni di deterioramento rispetto alle aziende vinicole.
Investimenti e struttura finanziaria delle aziende vinicole – rapporto Mediobanca 2010
nessun commentoDopo aver affrontato il discorso degli utili, guardiamo oggi alla struttura finanziaria delle 99 aziende analizzate da Mediobanca. Premettendo che il 2008 e’ stato un anno difficile, dobbiamo dire che la struttura finanziaria delle aziende vinicole e’ peggiorata, per una serie di motivi: (1) gli investimenti si sono ripresi e si sono attestati al 6.8% delle vendite, non distante dal valore medio degli ultimi anni del 7% circa; (2) la generazione di cassa si e’ ridotta del 2-3%, anche a causa del forte incremento degli oneri finanziari (passati dal 5% del debito medio al 6% circa); (3) il capitale circolante e’ peggiorato in modo significativo, passando dal 36% delle vendite al 38%. Ne risulta un indebitamento nel 2008 in crescita dell’8% circa a EUR2.2 miliardi, che mal si confronta con un margine operativo lordo in calo dell’8%. Come fa notare Mediobanca, il rapporto con il patrimonio netto migliora (dall’86% all’82%): peccato pero’ che l’incremento del patrimonio netto (+14%) sia essenzialmente derivato dalla rivalutazione di attivi per fini fiscali, cioe’ pure manovre contabili che non generano alcun flusso di cassa (a parte un beneficio fiscale per qualche anno). Che se ne conclude? Che le aziende vinicole stanno subendo questa crisi come tutto il resto del settore. Se non avessero alle spalle un capitale fatto di vigneti e cantine, probabilmente per gli utili che generano potremmo dire che il settore e’ in uno stato di stress finanziario.
Canali di vendita vino Italia 2009 – fonte Mediobanca
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Siamo giunti al quinto appuntamento con i canali distributivi delle aziende vinicole nel campione Mediobanca. Anche quest’anno ci sono alcune considerazioni interessanti da fare, anche se prima bisogna precisare che questa statistica potrebbe non essere perfettamente coerente nel tempo, in quanto cambia il campione delle aziende sottostanti. Cosa e’ successo nel 2009? (1) Il segnale ai miei occhi piu’ evidente e’ il calo delle vendite nel canale Ho.Re.Ca., certamente frutto della crisi economica; (2) a questo e’ corrisposto un incremento delle vendite nella GDO (anche se i dati 2008 visti oggi sembrano mostrare qualche anomalia) e nelle enoteche; (3) sembra indietreggiare la vendita diretta come canale nel segmento totale dei vini, mentre questa modalita’ continua a guadagnare consensi nel segmento dei grandi vini (sopra i 25 euro).
Fatturato e utili delle aziende vinicole italiane – rapporto Mediobanca 2010
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Mediobanca ha pubblicato l’annuale ricerca sul vino (che arrivano al 2008 per i bilanci e al 2009 per il fatturato), cui dedichiamo una serie di post nei prossimi giorni. Vi ricordo che si tratta dei bilanci cumulati di 99 aziende (di cui 27 cooperative), oltre 25 milioni di vendite. Le principali conclusioni che traiamo dalla ricerca sono le seguenti: (1) il 2008 e’ stato un anno negativo, caratterizzato da un rallentamento delle crescita delle vendite e da un calo dei margini; (2) gli utili sono calati del 17% nel 2008, principalmente a causa dell’elevato costo delle materie prime e degli elevati tassi di interesse, parzialmente compensato da minori costi straordinari; (3) in un anno in cui il costo delle materie prime ha avuto un impatto significativo, le cooperative non hanno subito alcun impatto; (4) per il 2009, le indicazioni sono per un calo delle vendite del 3%, soprattutto all’estero. Dato il forte calo del prezzo delle uve e del vino all’origine e’ pero’ lecito immaginarsi che un ulteriore calo degli utili (molto probabile) possa essere in qualche modo mitigato da margini in leggero recupero.