dati France Agrimer


La classifica della competitività per nazione vino – dati France Agrimer 2020

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La classifica della competitività delle nazioni del vino vede l’Italia tornare leggermente davanti alla Francia nell’anno del COVID, il 2020. Si tratta di un vantaggio molto limitato e, come abbiamo già avuto modo di commentare, probabilmente passeggero, visto il recupero del 2021 delle esportazioni francesi. Ad ogni modo, conferma la maggiore resilienza del prodotti italiano nei momenti di crisi. Come già negli anni scorsi, l’Italia non è seconda a nessuno nelle caratteristiche “fondamentali” della produzione vinicola, quindi condizioni pedoclimatiche e potenziale produttivo, mentre cede il passo alla Francia quando si parla di competizione, equilibrio di mercato, sostengno pubblico e condizioni macroeconomiche diverse.

Il grafico animato vi rende conto dello “spostamento” delle nazioni nel tempo. Nel 2020, al di là del recupero dell’Italia sulla Francia, sono da notare Continua a leggere »

Il valore dei vigneti in Francia – aggiornamento 2019

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Fonte: Safer

Il 2019, l’anno pre pandemia è stato un anno un po’ sottotono per il valore delle vigne in Francia, perlomeno guardando la rivalutazione di cui sono state protagoniste in passato. Nel loro complesso, le vigne AOP sono cresciute di valore dello 0.5% nel 2019 rispetto al +3% medio annuo del decennio 2010-19 e al 5% annuo del periodo precedente. Il rallentamento del 2019 è però molto circoscritto a una specifica zona, che da sola ha un peso fondamentale: la Champagne, ossia un’area vasta (33mila ettari e più) dove il prezzo medio delle vigne viaggia sugli 1.1 milioni di euro e che nel 2019 è calata di valore del 2%. Senza Champagne, tutte le altre AOC messe insieme viaggiano intorno a +4%, quindi in linea con il passato. Tornando al caso Champagne, pensate: un’area 15 volte più grande della zona del Barolo che ha lo stesso valore per ettaro. Non ho ancora elaborato i dati italiani del CREA, ma la prima analisi fatta sui valori DOC per DOC mi davano per l’Italia una crescita dell’1.5-2% circa anche per il 2019, il che metterebbe Italia e Francia sul medesimo piano. Comunque per fare un vero confronto bisogna aspettare e comunque il vero confronto è difficile visto i valori in gioco in alcune zone della Francia… passiamo a commentare qualche dato.

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La classifica della competitività per nazione vino – dati France Agrimer 2019

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L’analisi della struttura concorrenziale del mercato del vino è stata aggiornata da France Agrimere per il 2019. Come sapete forse avendo letto le analisi precedenti si tratta di un sistema a punti (massimo 1000) in cui vengono valutate le caratteristiche strutturali produttive e macroeconomiche, la forza dei marchi, ma anche alcune caratteristiche congiunturali. Alcune delle conclusioni sono forse discutibili e la classifica è un po’ volatile, dato che alcuni punteggi variano per esempio in relazione ai livelli produttivi, ma comunque il quadro di insieme non è secondo me totalmente sbagliato. Nel grafico mobile sopra vedete come sono cambiate le posizioni negli anni. Per il 2019 la principale conclusione è che si sono rafforzati i quattro paesi dell’Europa continentale che sono la “storia” del vino: Francia, Italia, Spagna e Germania, mentre peggiora soprattutto per questioni congiunturali (e dunque non di lungo termine) la posizione del Cile. Il tutto nell’ambito di un “punteggio” globale in sostanziale miglioramento. Il 2020 sarà naturalmente tutta un’altra cosa. Per ora e per quanto riguarda l’Italia, secondo lo studio il punteggio migliora, ma unicamente per le caratteristiche strutturali produttive (potenziale produttive e caratteristiche climatiche), dove già siamo considerati i più forti, mentre siamo stabili sui fattori competitivi (dietro la Francia) e peggioriamo nei fattori puramente economici, dove siamo preceduti anche da Spagna e USA. A proposito, se vi interessa leggere lo studio originale, in lingua francese, lo trovate a questo link. Passiamo all’analisi.

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Il valore dei vigneti in Francia – aggiornamento 2018

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La superiorità del vino francese è la ovvia conclusione dell’analisi dei dati che presentiamo oggi sul valore dei vigneti transalpini. I dati sono pubblicati da France Agrimer e relativi al 2018 e sono la prima volta che li analizziamo in dettaglio sul blog. Nel 2018 un ettaro vitato “AOP” in Francia vale 147mila euro per ettaro, è cresciuto del 2.4% rispetto al 2017 e, dato ben più importante, del 4.7% annuo dal 2000 a questa parte. La performance è particolarmente positiva e trainata dalle denominazioni chiave della Borgogna (+7.5% annuo su 18 anni!) e della Champagne (+6%). Proprio la Champagne è stato un driver molto forte di crescita: se la escludiamo infatti la crescita scende al 2.8% (a 73mila euro per ettaro), mentre il dato per i non DOC resta confinato a una crescita annua dello 0.8% e un valore medio molto basso (14mila euro). Il confronto con l’Italia non è semplice da fare per mancanza di dati tanto dettagliati(che nel nostro caso vengono pubblicati da CREA), ma è evidente che il +0.8% annuo sul decennio 2007-17, mentre sul periodo 2000-2018, facendo qualche volo pindarico è intorno al 2.2% per il totale dei vigneti italiani. Non male ma certamente meno del dato medio generale francese che è intorno al 3.5-4%. Essendo il post dedicato alla Francia, proseguiamo commentando qualche dato francese, non prima di sottolineare che il valore di certe zone della Francia segna chiaramente una direzione per il valore di alcuni vigneti italiani i cui vini, se venduti bene, non valgono certamente meno di quelli dei nostri cugini…

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La classifica della competitività per nazione vino – dati France Agrimer 2018

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L’analisi della struttura concorrenziale del settore del vino che France Agrimer redige è stata per il 2018 influenzata in modo netto dall’andamento molto cattivo della vendemmia 2017. Ci sono però altri spunti interessante di questa “visione indicizzata” del settore del vino. In particolare, dopo anni in cui i francesi hanno considerato l’Italia “superiore” nel suo insieme, nel 2018 la Francia occupa il gradino più alto del podio. Come è ovvio che sia, diremmo noi. Andando al confronto tra la classifica 2017 e 2018 si trovano gli spunti più interessanti: oltre a un calo del potenziale produttivo dovuto alla vendemmia cattiva che ha colpito tutti i paesi in qualche modo, lo studio sancisce un deterioramento della forza dei marchi italiani e dell’equilibrio del nostro export, troppo concentrato sulla crescita degli spumanti e su alcuni mercati (USA-UK-Germania) dove le prospettive macroeconomiche sono meno positive che altrove, e ovviamente sul Prosecco come singola categoria. Quindi, la Francia svetta in questa classifica, superando l’Italia più per nostri demeriti che per loro meriti. Nel resto della classifica, il Cile, la Germania guadagnano posizioni a discapito di Australia e USA, mentre secondo Agrimer la posizione della Nuova Zelanda sarebbe in peggioramento. Qualcosa che non si è ancora visto nei dati dell’export. Passiamo ai numeri.

[nota: France Agrimer commissiona a Deloitte questo studio. Lo studio guarda a 6 fattori: due strutturali (potenziale produttivo, clima/ambiente), due competitivi (la capacità di conquistare mercati e il portafoglio di marchi) e due economico/organizzativi (l’ambiente macroeconomico, la struttura della filiera e gli investimenti)] 

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